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Lino Strangis su Inside Art omaggia The Scientist e Ferrara capitale video


La videoarte va in tv

Entr'acte intermediale, prima rubrica sul piccolo schermo
di Claudia Quintieri | 25 novembre 2011
 
 
«Secondo me la videoarte è un modo di portare oltre l'idea di cinema»: sono le parole di Lino Strangis, direttore di Entr'acte intermediale, la prima rubrica nella televisione italiana dedicata alle ultime tendenze della videoarte e del cinema sperimentale, in onda la seconda domenica del mese su Tele Ambiente alle 23,15, e che vede la curatela di Valentino Catricalà con il contributo speciale del "3d artist" Roberto Liberati e la collaborazione di Veronica D’Auria.

Da un dialogo con Strangis, anche artista multimediale e direttore artistico del Carma-Centro d'arti e ricerche multimediali applicate, si delineano le caratteristiche principali della rubrica. Per iniziare Strangis definisce il perché dell’esigenza di un programma di questo genere: «Considerata l'evidente situazione di grave difficoltà del mercato in generale e quindi del mercato dell'arte, sorge spontaneo cercare nuovi canali. Non penso tanto a nuovi modelli che mandino in soffitta i precedenti, ma che magari possano potenziarli, integrarli, concorrendo insieme a questi alla costituzione di una rete sempre più allargata. Da questo genere di pensiero nascono progetti come Entr'acte intermediale il quale trova un canale "alternativo" per un linguaggio che solitamente è diffuso in modo totalmente diverso: la televisione trasmette tutti i giorni la medesima materia della videoarte eppure questa abitualmente rimane fuori dai palinsesti, lontana, in qualche galleria o museo, per pochi, che la cercano. In tv invece essa può entrare nelle case e raggiungere un numero di fruitori potenzialmente molto più vasto, masse di persone che forse non hanno neanche mai sentito parlare di questa espressione artistica. Per la videoarte in particolare, infine, la questione della diffusione è particolarmente interessante perché parliamo di una forma d'arte che è riproducibile per antonomasia, eppure nel sistema di mercato attuale, le opere sono vendute, quando (raramente) lo sono, alla stregua di dipinti e sculture (infinitamente meno riproducibili) pur essendo sostanzialmente diversi dal punto di vista della vendibilità. Diffondendo la videoarte anche in televisione questa potrebbe allargare il suo pubblico e sviluppare un suo più equo e funzionale sistema di mercato in cui le gallerie, quelle capaci di rinnovarsi, potrebbero svolgere ancora un ruolo importante».

Strangis prosegue definendo il significato del nome della rubrica: «Il nome Entr’act intermediale richiama il titolo del film Entr’act di René Clair e indica un intermezzo tra le pieghe della televisione generalista. Il termine Intermediale si riferisce al fatto che la videoarte è un insieme di varie provenienze come il suono e l’immagine». Il direttore prosegue indicando i motivi per cui si è scelto di andare in onda su Tele Ambiente: «è stata una casualità la scelta di Tele Ambiente, tv che oltre a essere generalista è anche regionale, quindi ha un determinato tipo di taglio. Un programma come il nostro all'interno di quella programmazione è un salto e da un punto di vista concettuale è ancora più interessante trasmetterlo qui che non su canali più plausibili come Mtv, è una decontestualizzazione, è come presentare la videoarte in una piazza o in un mercato». Il programma è suddiviso in una sigla iniziale creata da Strangis insieme a Roberto Liberati a cui segue una introduzione di Entr’act intermediale curata da Catricalà, mentre le opere, che rivestono il ruolo principale, sono interrotte da due piccoli intermezzi di un minuto per la presentazione dei vari focus. La programmazione, continua Strangis, «sarà caratterizzata da molta videoarte europea recente. Possiamo anticipare la presenza di Mario Sasso e forse quella di Robert Cahen». Ci sarà anche una selezione di cinema sperimentale ma per il direttore «i due linguaggi si confondono. Molti videoartisti si troveranno nel corso dei prossimi decenni a partecipare a quello che normalmente si chiama il cinema perché nella sua forma originaria il "dover essere del cinema" assomiglia molto a ciò che poi oggi è la videoarte: penso a Georges Méliès, alle avanguardie storiche». Concludiamo con una riflessione sul mezzo da parte di Strangis: «è così recente come tipo di strumento che ci sono ancora moltissimi modi di interpretarlo, riesce a dare sia perché è da poco che tecnicamente esiste, sia perché è da poco che è così diffusamente utilizzato. Oggi creare un video costa forse meno che creare una grande tela di 5x4 m e dipingerla con gli acrilici, ciò ha fatto in modo che molti giovani si siano avvicinati a questo linguaggio. Serve comprendere il senso e la forza metaforica che si può raggiungere: pensare che sia la macchina a fare le cose non porta da nessuna parte, invece il bilanciamento, che è sempre necessario quando si utilizzano tecnologie in arte, nasce dalla volontà di fare attenzione che lo strumento rimanga sempre tale, anche se potente, per creare con esso nuovi orizzonti».

Lino Strangis è artista multimediale, regista e compositore nato a Lamezia Terme il 19 gennaio 1981. Vive e lavora a Roma. Già musicista, laureato in Estetica, durante gli studi universitari individua le arti audiovisive come linguaggio prediletto e dopo brevi trascorsi nell'"underground" romano, tiene la sua prima personale ufficiale nel 2005, al Museo laboratorio d'arte contemporanea di Roma, a cura del direttore Simonetta Lux. Partecipa a numerosi festival internazionali in Italia e all'estero come Invideo (Milano), Magmart (Casoria, Napoli), Videoformes (Clermont-Ferrand, Francia), Abstracta (Roma), Proyecto (Madrid),Fonlad (Portogallo), Arte video Roma Festival, Athens video art (Grecia), Cologne Off (Germania e itinerante), Shortfilm festival di Budapest, The Scientist (Ferrara).
 

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