(ASCA) - Firenze, 29 nov - Per lo sviluppo dell'aeroporto di Firenze una nuova pista parallela all'autostrada ''e' l'unica soluzione''.
Lo ribadisce Matteo Renzi, sindaco di Firenze e azionista di AdF, commentando le indiscrezioni di stampa secondo cui non sarebbe possibile realizzare il progetto caldeggiato dal Comune.
''Non c'e' - rileva Renzi - una ostilita' di natura tecnica alla pista parallela, ma c'e' una rispettabilissima ostilita' di natura politica da parte di alcuni sindaci. Basta prendere una cartina - ha aggiunto Renzi - e si vede come puo' essere fatta la pista: non c'e' bisogno di esperti aerospaziali della Nasa.
Chiunque, qualunque cittadino, si rende conto che, se vogliamo fare valutazioni di natura tecnica, e quindi se non ci mettiamo le comprensibili reazioni dei sindaci, dei territori, la pista parallela e' l'unica soluzione. Non a caso gli esperti dell'Enac, su questo, hanno gia' dato in passato il loro parere.
Ora delle due l'una: o si fanno le cose tecniche o si fanno gli accordi politici. Se si fanno le cose tecniche non c'e' che il parere dell'Enac, se invece si vogliono fare gli accordi politici da parte del Comune di Firenze verificheremo quali sono le carte. Ma e' evidente che soluzioni diverse dalla pista parallela sono particolarmente difficili da realizzare, profondamente impattanti dal punto di vista economico per la realizzazione e clamorosamente rischiose nei confronti di pezzi di citta'''.
Renzi spiega di avere ''in testa un progetto che e' quello che il presidente della Regione Enrico Rossi ha illustrato con grande intelligenza e cioe' quello di dire mettiamo Firenze e Pisa insieme e facciamo le cose per bene. Se pero' per mettersi insieme si deve stoppare Firenze, credo sia un errore politico di cui ciascuno si assumera' le proprie responsabilita'. Oggi - ha concluso - abbiamo la pista messa nel modo piu' sbagliato possibile e se non c'e' la forza per metterla parallela, lo si dica e noi rispetteremo le valutazioni''.
Alla Mecca il profeta preferito dai musulmani era Mosè; a Medina il suo posto fu preso da Abramo, e Maometto trovò ottime risposte da opporre alle critiche degli ebrei:lui e i suoi musulmani erano tornati allo spirito più puro della fede (hanifiyya) proprio di quegli uomini che erano stati i primi muslim a sottomettersi a Dio. Non sappiamo fino a che punto Maometto abbia condiviso il desiderio di alcuni arabi degli insediamenti di tornare alla religione di Abramo. Nel Corano non viene fatta menzione della piccola setta meccana hanyfiyya;e la figura di Abramo prima delle sure medinesi fu oggetto di scarso interesse. Tuttavia, sembra che in questo periodo i musulmani chiamarono la loro fede hanifiyya, la vera religione di Abramo. Maometto aveva quindi trovato una via per confutare gli ebrei, senza abbandonare l'idea centrale della sottomissione a Dio anziché a una mera espressione terrena della fede, e la rivalutazione dell'importanza di Abramo gli permise di approfondire tale c...