Consiglio dei ministri, il terzo del governo di Mario Monti, caduto in piena bufera dei mercati finanziari. Poi la missione dei commissari europei agli Affari economici Olli Rehn e al Mercato interno Michel Barnier, durante la quale - aveva annunciato il premier a Bruxelles - l’esecutivo avrebbe dato all’Europa i dettagli delle misure. Rehn che ha attirato l’attenzione dei media dichiarandosi fan di Guareschi («Mi piacerebbe scommettere che sia don Camillo sia Peppone avrebbero sostenuto il governo Monti») ha parlato di «una messe di informazioni molto utili» fornita dal premier, ma un elenco certo delle misure ieri ancora non c’era. Il politico finlandese si è limitato a indicare i rischi della situazione, ad apprezzare «l’approccio politico italiano alla crisi» e a invitarci a essere «aggressivi» sulle riforme.
La cautela di Monti è tattica, replicano dal governo: sbagliato fare annunci che potrebbero turbare i mercati. Gli equilibri politici hanno un loro peso e il governo è sensibile anche ai sindacati. Le riforme saranno «incisive» ed «eque, da fare con il concorso delle parti sociali», ha ribadito Monti.
Se ieri la politica economica si è mossa, insomma, lo si deve soprattutto all’incontro tra Monti e il ragioniere generale dello Stato Mario Canzio, durante il quale è stata fatta una ricognizione sullo stato delle finanze pubbliche. L’intervento della Ragioneria è stato già determinante nei giorni scorsi per il cambiamento di rotta sulle pensioni, annunciato implicitamente ieri dal ministro del Welfare, Elsa Fornero. Cioè un possibile stretta sulle anzianità, che potrebbe essere l’anticipo di «quota 97» (la somma dell’età anagrafica e l’anzianità contributivo) al 2012 per arrivare a quota 100 nel 2015, a scapito del piano che prevede il contributivo per tutti pro quota e l’uscita flessibile, che potrebbe essere rinviata o modificata........................
C0NTINUA
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