ELECTRO MANTRA da Spigoli&Culture magazine

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di ANDREA CASTELLARI

La musica elettronica non è più una novità: già da decenni il genere si è imposto sul mercato e non accenna a decrescere né in fecondità né in diversità. Inizio parlando di due artisti che hanno arricchito questo 2010 con album di buona qualità, Shackleton e Flying Lotus. Quest’anno è stato inaugurato  proprio dall’ultimo lavoro di Shackleton, “Three Eps” (Perlon/Audioglobe, 2010). Si tratta di techno? Ambient? Entrambe le cose, e forse di più? Di sicuro è un disco che riesce a riassumere, senza perdersi in eccessi citazionisti, buona parte della musica elettronica uscita finora, ma con un gusto per la pulizia del suono e un essenzialismo notevoli. “Three Eps” è un disco fatto di brani modulari, con percussioni assolutamente sintetiche (ci mancherebbe) ma che convincono e non si perdono nella piattezza della house music (anni luce distante dalla ricerca compositiva di Shackleton); voci misteriose parlano a tratti all’interno dei brani, come a ricordare che musica tanto “inumana” (o “transumana”?) è pur sempre composta da persone per mezzo di computer, non dai computer stessi. Sorprendente in questo disco è la presenza, molto ben mimetizzata, di pattern e riff orientali, conseguenza accettabile di una globalizzazione non priva i macchie. A fianco della lucida freddezza di Shackleton, alla ricerca impossibile della perfezione, si fa notare il giovane Flying Lotus, che dopo diversi ep pubblica l’album “Cosmogramma” (Warp Records, 2010). Flying Lotus si distingue per vivacità e per soluzioni sonore che richiamano al soul (“Do the Astral Plane”) e alla Motown quanto al jazz (“German Haircut”), pur restando all’interno del mondo dell’elettronica....

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