ZAIRO FERRANTE recensione di Emilio Diedo

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L’autore della suddetta silloge poetica (D'Amore, Di Sogni e altre Follie-Este Edition-Ferrara), Zairo Ferrante, è un debuttante appena ventiseienne, di Salerno ma residente a Ferrara, in attesa di conseguirvi la laurea in Medicina e Chirurgia.

Può essere pacificamente definita poesia sui generis, questa prima binomiale esperienza del nostro estense-salernitano scrittore. Binomiale, in quanto ai versi è abbinata una sorta di didascalico, assiduo accompagnamento (non c’è componimento che non sia preceduto da tale supporto), rigorosamente in prosa.

In primis risalta un originale aplomb all’insegna d’un estemporaneo modello letterario, talora non dissimile all’apàllage, valutato nel contesto poetico. Estemporanea originalità che si connota già a partire dalla spiazzante nonché disarmante auto-Prefazione/Presentazione, verificabile nella strutturazione del linguaggio. Ma l’intento, dichiaratamente predefinito fin dall’incipit, è il confezionamento d’una raccolta organica, continua, che mira ad una ben bersagliata finalità, intravedibile in un continuum niente affatto banale.

Più nello specifico, di che tipo di poesia si tratterebbe?

Intimisticamente parlando, sono «poesie che ritengo – è il medesimo poeta a svelarlo al suo ipotetico lettore – una specie di scaccia-incubi o acchiappasogni […] le mie follie [che] racchiudo su carta e ve le dono con gioia!!!», cfr. p. 7...

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