PD NON TUTTI SONO MERLI!

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Il Carlino ha pubblicato, l’1 Agosto scorso, un intervento di Simone Merli - Presidente Gruppo Consigliare PD Ferrara. La dicitura in calce indica l’importanza del capo gruppo consigliare che è, per l’appunto, Presidenziale. E’ quindi naturale che secondo il costume corrente la sostanza del suo testo sia profondamente presidenziale: abbondano i verbi in prima persona (apprezzo, conosco, credo, dico, penso, pratico, rispetto, scelgo, sento, sostengo, vivo, voglio), ma è “conosco” che fa la parte del leone comparendo cinque volte di seguito, strumento retorico per orientare gli aderenti al partito incerti fra Franceschini e Bersani, in una scelta gravida di significati. Tempi duri quelli odierni! Non frivoli come quando la Società dei Lavoratori Ferraresi nel 1872 interloquiva direttamente con Engels aderendo all’Internazionale, cercando di mantenere un’autonomia di pensiero bakunista; o come quando i sindacalisti di 40 anni dopo, in bilico fra riformisti e moderati, litigavano per qualche centesimo in più sulla paga giornaliera della mietitura, a nome dei 45.000 braccianti esistenti in provincia. Appare ingenuo il passato rispetto ai dilemmi esaminati dal Merli, funzionario di partito che sa affrontare la gravità del momento con linguaggio forte: “… come accettare senza strappi, timori, paure, la crescita di una nuova classe dirigente che solo se non deluderà potrà essere quella che guiderà presto il Paese”. Ci entusiasma la sobrietà del suo virile accostamento di “timori” e “paure” senza aggiungervi “angosce”, e ancor più l’inaudita considerazione che solo una classe dirigente capace di non deludere potrà guidare il Paese: chi l’avrebbe mai detto? E’ un grande, il Presidente Merli.

Nella stessa fortunata pagina di giornale compare un’intervista al Merli sulla questione del trasferimento del Laboratorio acqua di Ponte, dove acutamente il Presidente del Gruppo Consigliare PD palesa che “è stato nostro interesse salvaguardare i posti di lavoro”. “Il nostro impegno - prosegue – ha fatto sì che nessun lavoratore sia trasferito da Ferrara”. Il sindacalista Benfenati conferma, aggiungendo che gli accordi prevedono il ricollocamento “senza perdere professionalità e qualifiche”. Politica miracolosa! Gli addetti al Laboratorio conservano il posto senza Laboratorio e non perdono professionalità e qualifiche! Evidentemente, i grandi risparmi ottenuti consentono ad Hera d’impiegare i lavoratori in un laboratorio proforma, in cui tutti i giorni si analizza acqua sporca per stare in esercizio, in caso contrario si perderebbero le professionalità, e i posti di lavoro non sarebbero affatto “salvaguardati” ma sottratti ai disoccupati aspiranti ai compiti assegnati ai dirottati dal Laboratorio.

Sarà fiero il Tagliani della solidità dei Merli e Benfenati, a lui così lietamente affini.

Paolo Giardini


P.S. senza ironie.

Politici e sindacalisti non possono immaginare la prevedibile obsolescenza di un datato laboratorio analisi in confronto ai sistemi automatici di controllo continuo, con strumentazioni sofisticate, per cui un centro di controllo a distanza (Sasso Marconi o Bombay che sia) non avrebbe nessun bisogno di campioni d’acqua, ricevendo dati misurati in tempo reale dalla strumentazione sul Po. E’ un dramma: gli stessi politici e sindacalisti non capiranno mai le esigenze della modernità, una delle quali vuole che il top culturale e tecnologico in materia sia patrimonio degli enti locali, invece di qualche multiutility privata, per controllare le acque della Provincia sia per la potabilizzazione che per l’irrigazione. Una classe politica degna di questo nome per formazione propria deve sapere cosa serve al territorio, non farselo suggerire da “esperti” più o meno prezzolati o interessati. Sennò è, rozzamente, Casta incolta. Come adesso.

www.beppegrillo.it

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