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IL DISSIDENTE GOLDRAKE

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GOLDRAKE E LA SCOMUNICA COMUNISTA

Il 4 aprile 1978, alle ore 18.45, su Rai 2 fu trasmessa la prima puntata di Goldrake, anzi Atlas Ufo Robot, il leggendario cartone animato giapponese... E posso vantarmi di averla vista, in un televisore bombato, piccolino, in bianco e nero.

Come tutti i bambini dell'epoca, ne rimasi ipnotizzato. Papà mi comprò a Natale persino un grosso Goldrake di latta capace persino di lanciare e pungni. E visto che all'epoca non che ce la passassimo splendidamente, posso immaginare che qualche sacrificio l'abbia fatto, per quel regalo.

Perchè ebbe quel successo ? Tecnicamente era molto più primitivo di quelli di Hanna e Barbera, però introduceva un'estetica del grande e del veloce, mi verrebbe da dire marinettiana, che colpiva maggiormente la fantasia.

All'ironia superficiale americana sostituiva l'azione. Al perbenismo piccolo borghese, l'etica. A storielline intrighi complessi: benchè le singole puntate avessero una struttura similare, riconducibile alla morfologia della fiaba di Propt, il loro insieme costituiva un mosaico di tradimenti ed eroismi che ricreavano una nuova mitologia popolare.

Con il senno di poi, la reazione del PCI culminata con l'intervista della Iotti che definì Goldrake "antidemocratico violentissimo", non era così scema come potesse pparire a prima vista.

A differenza di una visione del mondo che si può tranquillamente definire futurista o umanista, in cui l'Io determina se stesso, prendendosi la responsabilità di essere e di seguire la sua strada, con successi e fallimenti, quella della Sinistra è pedagogica: l'individuo è incapace di scegliere ciò che è bene e ciò che è male.

Tale compito deve essere delegato alla collettività o meglio al Partito che provvedeva a plasmarlo come molle cera. E per far questo il PCI si era impadronito di un complesso apparato di produzione culturale che, anche quando non produceva noiosissimi mattoni, certo non penetrava in profondità nella società italiana.

Ed all'improvviso, in maniera pervasiva, invece degli innocui cartoons si trovavano davanti un qualcosa che proponeva un insieme di valori totalmente opposto.

Al comunitarismo si contrapponeva il ruolo "eroico" dell'individuo, fabbro del suo destino. All'internazionalismo pacifista ed un po' vile della Sinistra, l'amore per la Patria e la lotta disperata per la sua salvezza (sorridendo, mi immagino un D'Alema a braccetto con il generale Gandal o Veltroni protestare contro la reazione sproporzionata nei confronti di Vega)  Al desiderio "arcadico" del ritorno alla Natura, il primato della Tekne.

Il PCI individuò il pericolo, ma come sua tradizione, invece di analizzarlo e di prendere le contromisure, lo demonizzò.

E oggi, con la sconfitta della sua cultura, ne paga le conseguenze.

ALESSIO BRUGNOLI

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