Medicina e Agopuntura: intervista al Dottor Claudio Sfrisi di Ferrara

Redazione

D- Dottore, lei è figura medica esperta in Agopuntura, quando scattata la freccia confuciana?

R- Prima di tutto sono lusingato di sentirmi definire un medico esperto in Agopuntura: questa disciplina ha una storia millenaria e vi sono livelli di conoscenza di tale profondità! Pertanto mi limito ad affermare che da anni studio e pratico questa terapia, che, come la filosofia confuciana, fa parte della tradizione culturale cinese. Verso la fine degli anni '70, prima di laurearmi in Medicina, fui incuriosito da un libro dal titolo “ll Medico di sé stesso” recante in copertina il famoso simbolo del cerchio che racchiude due figure uguali ma con colori diversi e opposti, ognuna con un piccolo punto al suo interno del colore dell'altra (il Tai Chi pr. “tai ci”). Confesso che mi imbattei subito nell'ostacolo principale che un occidentale incontra: la visione del mondo che sta alla base delle teorie dell'agopuntura mi apparve tanto inconciliabile con quella occidentale da apparirmi incomprensibile ed enigmatica proprio come il Tai Chi. Tuttavia non ripudiai le idee della medicina orientale perchè mi appariva chiaro che una tradizione sopravvissuta alla prova di secoli di pratica medica non poteva basarsi sul nulla o, peggio, su false credenze. Presi atto dell'esistenza di altre possibili interpretazioni dei fenomeni naturali, della salute e della malattia, e della mia incapacità di comprenderle. Molti anni dopo, attorno al 2000, assistetti alla dimostrazione del controllo da parte di un medico tradizionale cinese, di strutture e funzioni che la medicina occidentale considera invece autonome dalla volontà cosciente. Fu per me come una folgorazione: la nostra medicina, così progredita da permetterci di comprendere addirittura a livelli molecolari, ciò che accade nei nostri pazienti, non spiega “tutto”. Al contrario: evidentemente c'è ancora da studiare, ci sono ancora molte cose che attendono di essere comprese. La curiosità, la stessa che mi aveva fatto comprare il libro col Tai-chi in copertina, mi permise questa volta di superare l'ostacolo che avevo incontrato in gioventù. Il risultato, poter ragionare sul paziente in due modi diversi, cercare e trovare una sintesi utilizzabile nella mia pratica medica, è di importanza e utilità incalcolabili.


D- Dottore, l'Agopuntura, un tempo solo medicina alernativa, ora ci risulta ben accettata dalla comunità scientifica, esatto?

R-I Cinesi hanno una mentalità pratica e quando in tempi relativamente recenti, in Cina è arrivata la nostra medicina, è stata subito accettata e valutata per i suoi indubbi meriti e successi. Non v'è mai stata una medicina alternativa: in Cina è normale curarsi unendo i vantaggi delle due medicine, quella occidentale e quella tradizionale. In Occidente l'Agopuntura ha avuto una storia travagliata ed è stata per lungo tempo definita “alternativa”, quasi come ci fosse un rapporto di mutua esclusione con la medicina occidentale. Ciò ha danneggiato prima di tutto i pazienti, che si sono visti privare di una possibilità terapeutica di provata efficacia. La falsità della contrapposizione tra medicina occidentale e agopuntura pretende di negare il fatto che entrambe le dottrine vengono applicate al corpo umano, quindi per forza devono avere punti di contatto e infatti, a ben guardare, nessun dogma della medicina occidentale contraddice la medicina tradizionale cinese, e viceversa. Anzi, al contrario, assistiamo al fatto che assiomi della medicina cinese vecchi di millenni, trovano conferme nelle ultime scoperte scientifiche occidentali. Molta strada resta ancora da fare per una integrazione che porti anche in Occidente a fruire delle potenzialità di entrambe le medicine, ma è un fatto che le pubblicazioni scientifiche sull’agopuntura crescono in maniera esponenziale. In Italia esiste un impegno scritto del Governo a implementare l’agopuntura nell’ambito del Sistema Sanitario Nazionale.


D- Dottore, pregi e limiti dell'agopuntura?
R-La pratica dell’Agopuntura impone al medico di considerare il paziente e la malattia con una visione completa, che analizza i sintomi in maniera rigorosa, ne individua le relazioni, identifica i meccanismi causali e la migliore combinazione dei punti da utilizzare per il trattamento. In quanto la stimolazione dei punti dell’Agopuntura provoca effetti mediati dal sistema nervoso, questa terapia risulta efficacie finchè la patologia non avrà provocato profonde alterazioni strutturali degli organi e tessuti del corpo: si tratta di patologie gravi dove anche la terapia medica occidentale necessita di strumenti diversi come chirurgia e radioterapia. Statisticamente l’Agopuntura ha una qualche efficacia in circa 2 pazienti su 3, a fronte dell’assenza di effetti collaterali. Infatti ev.problemi sono legati all’impiego di punti controindicati (ad es. quando non si tiene conto della presenza di gravidanza) oppure all’impiego di una tecnica errata e pertanto non sono da imputare all’Agopuntura.


D- Dottore, l’Agopuntura ha una storia millenaria. Che futuro si attende?

R-Le pubblicazioni sempre più numerose sull’Agopuntura indicano una crescita di interesse senza precedenti nella comunità scientifica. Vi sono due grandi indirizzi: da un lato si ricercano i meccanismi di azione a livello neurologico, ormonale, immunologico, psicologico, e dall’altro si cerca di dimostrare l’evidenza dell’efficacia terapeutica, e va detto che molto resta da fare per impostare gli studi in maniera da non ostacolare di ottenere risultati inoppugnabili. Personalmente amo l’Agopuntura per molti motivi, ma soprattuto perchè mi fa utilizzare punti di vista differenti e mi riconduce a una interpretazione sintetica del caso clinico che non è mai in antitesi con le mie conoscenze mediche occidentali. La utilizzo come una sorta di “doppio controllo” o di “prova del nove” che dir si voglia. Quando il ragionamento “all’occidentale” arriva a conclusioni che sono in disaccordo con quello “cinese tradizionale” mi fermo a riflettere ... e posso dire di aver evitato in tal modo molti errori di diagnosi e di terapia. Quando i dati della cartella clinica non permettono di scegliere una diagnosi in tempi ragionevolmente brevi, spesso la loro interpretazione secondo i canoni della medicina orientale su cui si basa l’Agopuntura, permette di individuare una strada da seguire che poi spesso trova conferma negli esami diagnostici della medicina occidentale. Per questo posso dire che nella mia pratica medica l’Agopuntura è già strettamente integrata... non solo nei pazienti che tratto con l’Agopuntura, ma anche nei tanti pazienti in cui, per un motivo o per l’altro, non impiego questa metodica. Penso che il futuro sarà inevitabilmente questo: scegliere il meglio delle due medicine, l’occidentale e la tradizionale orientale, in modo non alternativo, bensì complementare, se vogliamo davvero fare il bene dei nostri pazienti.