http://www.ilcobold.it/piazza1/biblioteca/sandro-giovannini-poesie-complete-1960-2013-2006
Questo libro totale di Giovannini è uscito nel 2007, nelle sane e formalmente inappuntabili Edizioni Heliopolis. Mi fu inviato da Sandro Giovannini senza la richiesta di una “recensione” (sic - le recensioni non esistono se non nei giornaletti quotidiani o in due minuti ebraici per far fare brutta figura - ah aha - all’autore del solito inutile romanzo con plot psicologistico come se fossimo ancora nell’800). L’ho lasciato tra gli altri libri pervenuti e finalmente con un ritardo cronico - niente aion - ho iniziato a palpeggiarlo, a rigirarlo, sfogliarlo, a leggere qua e là, poi ho guardato l’indice, alcune parti che mi davano conoscenze nuove o miglioravano le mie informazioni, a tal punto l’ho prestidigitalizzato che è diventato un mio libro. Lo tengo sempre vicino a me e mi dispiace solo che non ci sia la dedica dell’autore.
Poeta, narratore, uomo di cultura, leonardesco e michelangiolesco ente, anarchico, cristiano, carabiniere, organizzatore culturale, uomo d’amore, uomo di penna, uomo di colori e graffiti, inventore editoriale? Chi è Sandro Giovannini che conosco bene quale gentiluomo e uomo di parola. (sarebbe dovuto essere sufficiente, se fossi più intelligente)
Giovannini è un uomo intelligente e libero che - è scritto nel cielo stellato di costellazioni - soffre per gli uomini che tradiscono, che non tengono la parola data che sono indifferenti alle proprie ed altrui azioni, soffre per il calpestio feroce e silenziosa sulla cultura, su quella italiana, per la dimenticanza che libertà cultura responsabilità correttezza sono simili se non sinonimi, soffre per l’imbecillità di amici e non amici, per la sciatteria dell’Italia - ma che cosa ti aspetti da un Paese “liberato” con l’aiuto della manovalanza mafiosa (due volte - 1960/1943) da un massone repubblicano confusionario e consegnato ad altro massone monarchico calcolatore, sotto l’ala speculativa della massoneria inglese? -
Queste poesie complete me le sono lette e rilette per non farmi sfuggire niente, ma quasi tutto mi sarà sfuggito, non per travisamento, ma perché è un’opera d’arte totale, la summa di una persona che si è relazionata con i viventi e respiranti del mondo per quantità, soprattutto per qualità profonda di intelletto e cuore uniti, in continuo discorso, in una conversazione alta dove il cuore chiede le ragioni della mente e questa chiede al cuore (non sentimental-borghese, ma un cuor che ascolta clinicamente) come si possono comporre le conoscenze conquistate, come si possono mettere in relazione tra di loro e gli altri enti senza ucciderle classificandole in scaffali ammuffiti.
Poesia complete? Ma è un inganno!
Dentro questo volume c’è Giovannini che chiude un’epoca per aprirne una nuova, attraverso diverse e fruttifere stagioni, perline di un gioco che si conclude con la formazione di una collana multicolore con toni rossi azzurri gialli schizzati da velature di grigio, senza mancare di bianco e di verde.
Un bell’inganno.
Solo in apparenza sono poesie, sono le memorie di una vita vissuta al meglio - Vasco Rossi al confronto rimane con le bollicine in gola - sono la testimonianza di una esistenza piena, di relazioni incardinate anche quando un termine di esse sembra essersi dileguato, un’esistenza non inutile in questo mondo inutile. Un’esistenza che ricorda gli amici in vita e in morte, un canzoniere, gli amori viventi e smemorati, le sfide politico-esistenziali vinte e perdute, niente rimpiangendo se non quelle inesattezze che lo hanno allontanato dalla testimonianza e dallo specchio che rimanda dignità e pochissimo Dorian, ninte Narcisso. E’ un libro che testimonia, nelle varianti e nelle variazioni tematiche ritmiche, negli scarti lemmatici, nei balzi furiosi verso altezze inospitali, negli improvvisi liciniani che ti aprono a vedute del tutto inaspettate, per ritornare - torsi e tondi buonarottiani - al Grande Mito che tiene tutte le parti in sé, che tiene unito l’Uomo in sé, principe ferito che si desidera per il Tutto, sapendo – avendo sapienza che amore non è amor per… - che il mondo non va rigettato, ma controllato e saputo, e attraverso l’azione poetica posto dinanzi alle sue brutture, per tentare - eliottianamente - di significare tutto quello che si poteva e si doveva (illudendosi audenianamente?) ognuno secondo il proprio genio - dna - alla conquista della Poesia che non migliorerà forse il mondo, certo darà all’Uomo una possibilità diversa dalle barbarie di una vita tutta sensi sensazione animalità.
Sandro Giovannini, Poesie Complete (1960 – 2006), Heliopolis Edizioni, 2007
Ettore Bonessio di Terzet
In nome del grande Zio Ez
dimenticandoci per un po’
dell’ipovedente Borges
Questo libro totale di Giovannini è uscito nel 2007, nelle sane e formalmente inappuntabili Edizioni Heliopolis. Mi fu inviato da Sandro Giovannini senza la richiesta di una “recensione” (sic - le recensioni non esistono se non nei giornaletti quotidiani o in due minuti ebraici per far fare brutta figura - ah aha - all’autore del solito inutile romanzo con plot psicologistico come se fossimo ancora nell’800). L’ho lasciato tra gli altri libri pervenuti e finalmente con un ritardo cronico - niente aion - ho iniziato a palpeggiarlo, a rigirarlo, sfogliarlo, a leggere qua e là, poi ho guardato l’indice, alcune parti che mi davano conoscenze nuove o miglioravano le mie informazioni, a tal punto l’ho prestidigitalizzato che è diventato un mio libro. Lo tengo sempre vicino a me e mi dispiace solo che non ci sia la dedica dell’autore.
Poeta, narratore, uomo di cultura, leonardesco e michelangiolesco ente, anarchico, cristiano, carabiniere, organizzatore culturale, uomo d’amore, uomo di penna, uomo di colori e graffiti, inventore editoriale? Chi è Sandro Giovannini che conosco bene quale gentiluomo e uomo di parola. (sarebbe dovuto essere sufficiente, se fossi più intelligente)
Giovannini è un uomo intelligente e libero che - è scritto nel cielo stellato di costellazioni - soffre per gli uomini che tradiscono, che non tengono la parola data che sono indifferenti alle proprie ed altrui azioni, soffre per il calpestio feroce e silenziosa sulla cultura, su quella italiana, per la dimenticanza che libertà cultura responsabilità correttezza sono simili se non sinonimi, soffre per l’imbecillità di amici e non amici, per la sciatteria dell’Italia - ma che cosa ti aspetti da un Paese “liberato” con l’aiuto della manovalanza mafiosa (due volte - 1960/1943) da un massone repubblicano confusionario e consegnato ad altro massone monarchico calcolatore, sotto l’ala speculativa della massoneria inglese? -
Queste poesie complete me le sono lette e rilette per non farmi sfuggire niente, ma quasi tutto mi sarà sfuggito, non per travisamento, ma perché è un’opera d’arte totale, la summa di una persona che si è relazionata con i viventi e respiranti del mondo per quantità, soprattutto per qualità profonda di intelletto e cuore uniti, in continuo discorso, in una conversazione alta dove il cuore chiede le ragioni della mente e questa chiede al cuore (non sentimental-borghese, ma un cuor che ascolta clinicamente) come si possono comporre le conoscenze conquistate, come si possono mettere in relazione tra di loro e gli altri enti senza ucciderle classificandole in scaffali ammuffiti.
Poesia complete? Ma è un inganno!
Dentro questo volume c’è Giovannini che chiude un’epoca per aprirne una nuova, attraverso diverse e fruttifere stagioni, perline di un gioco che si conclude con la formazione di una collana multicolore con toni rossi azzurri gialli schizzati da velature di grigio, senza mancare di bianco e di verde.
Un bell’inganno.
Solo in apparenza sono poesie, sono le memorie di una vita vissuta al meglio - Vasco Rossi al confronto rimane con le bollicine in gola - sono la testimonianza di una esistenza piena, di relazioni incardinate anche quando un termine di esse sembra essersi dileguato, un’esistenza non inutile in questo mondo inutile. Un’esistenza che ricorda gli amici in vita e in morte, un canzoniere, gli amori viventi e smemorati, le sfide politico-esistenziali vinte e perdute, niente rimpiangendo se non quelle inesattezze che lo hanno allontanato dalla testimonianza e dallo specchio che rimanda dignità e pochissimo Dorian, ninte Narcisso. E’ un libro che testimonia, nelle varianti e nelle variazioni tematiche ritmiche, negli scarti lemmatici, nei balzi furiosi verso altezze inospitali, negli improvvisi liciniani che ti aprono a vedute del tutto inaspettate, per ritornare - torsi e tondi buonarottiani - al Grande Mito che tiene tutte le parti in sé, che tiene unito l’Uomo in sé, principe ferito che si desidera per il Tutto, sapendo – avendo sapienza che amore non è amor per… - che il mondo non va rigettato, ma controllato e saputo, e attraverso l’azione poetica posto dinanzi alle sue brutture, per tentare - eliottianamente - di significare tutto quello che si poteva e si doveva (illudendosi audenianamente?) ognuno secondo il proprio genio - dna - alla conquista della Poesia che non migliorerà forse il mondo, certo darà all’Uomo una possibilità diversa dalle barbarie di una vita tutta sensi sensazione animalità.
Il vero slancio
il vero taglio la vera
passione
ti viene da loro
tu non porti che una misera luce
disperatamente difesa nella notte
e non hai che questo
ma questo
ti apprende
ad essere
oro nel degrado
porpora nella notte
cardine
ne renderò testimonianza
ed a me stesso ne sarò prova?