Ferrara Italia
La Volkswagen continuerà ad assumere giovani ai livelli attuali, ha detto il capo del personale Horst Neumann. Ma non è solo questo il punto. Che nell’industria avanzata il ricorso ai sostituti meccanici sia in crescita non è una novità, mentre sotto i nostri occhi sta cambiando la natura del lavoro e l’apporto umano nei processi manifatturieri dei paesi dell’Ocse si sta profondamente modificando. Insomma, non più solo ‘homo faber’.
La robotica peraltro, invade sempre più le nostre esistenze: nelle aziende, nelle case, negli uffici, negli ospedali. Secondo l’International Federation of Robotics tra il 2012 e il 2015 verranno venduti nel mondo 15,6 milioni di robot. In Giappone oggi le vendite di sostituti meccanici superano le 20 mila unità all’anno in cui sono comprese modelle, badanti, cuochi robot. Tra l’altro, l’Italia è il quarto paese al mondo per l’utilizzo dei robot nella chirurgia. Arriveremo forse al personal robot, mentre si sta sviluppando la sperimentazione per ottenere umanoidi sempre più simili a noi.
Qualche considerazione. La prima: il cambiamento della natura del lavoro vedrà – sta già vedendo – tutti i soggetti interessati alle prese con questo problema. Il robot non si ammala, non protesta, non va in ferie, lavora 24 ore su 24: come sarà la fabbrica di un non lontano futuro? Meglio pensarci già da ora.
Seconda considerazione: lo sviluppo della robotica, che riguarderà applicazioni attualmente inimmaginabili in aggiunta a quelle attuali, è uno dei settori della nuova economia: anche in Italia, anche in Emilia-Romagna, dove possono svilupparsi nuove realtà produttive.
Da ultimo, cambierà il senso della vita. Se la rivoluzione elettronica in trent’anni ha così tanto modificato le nostre esistenze – non sempre in meglio – quella robotica cosa comporterà? Per adesso, abbiamo come principale termine di paragone la fantascienza o i film come “Blade Runner”. Tra pochi anni, che passeranno velocemente, non saremo più dentro un film.
In fabbrica c’è il robot, Cipputi resta a casa
by F. Stefani
L’annuncio della Volkswagen di voler sostituire con i robot una parte dei circa 32 mila lavoratori che andranno in pensione dal 2015 al 2030 è un cambiamento destinato ad avere ripercussioni importanti. La decisione della casa automobilistica tedesca è di natura economica: il costo del lavoro oggi è superiore ai 40 euro/ora contro gli 11 dell’Est Europa, i 10 della Cina; ma il robot oggi arriva a 5 euro all’ora e forse costerà ancor meno in futuro.La Volkswagen continuerà ad assumere giovani ai livelli attuali, ha detto il capo del personale Horst Neumann. Ma non è solo questo il punto. Che nell’industria avanzata il ricorso ai sostituti meccanici sia in crescita non è una novità, mentre sotto i nostri occhi sta cambiando la natura del lavoro e l’apporto umano nei processi manifatturieri dei paesi dell’Ocse si sta profondamente modificando. Insomma, non più solo ‘homo faber’.
La robotica peraltro, invade sempre più le nostre esistenze: nelle aziende, nelle case, negli uffici, negli ospedali. Secondo l’International Federation of Robotics tra il 2012 e il 2015 verranno venduti nel mondo 15,6 milioni di robot. In Giappone oggi le vendite di sostituti meccanici superano le 20 mila unità all’anno in cui sono comprese modelle, badanti, cuochi robot. Tra l’altro, l’Italia è il quarto paese al mondo per l’utilizzo dei robot nella chirurgia. Arriveremo forse al personal robot, mentre si sta sviluppando la sperimentazione per ottenere umanoidi sempre più simili a noi.
Qualche considerazione. La prima: il cambiamento della natura del lavoro vedrà – sta già vedendo – tutti i soggetti interessati alle prese con questo problema. Il robot non si ammala, non protesta, non va in ferie, lavora 24 ore su 24: come sarà la fabbrica di un non lontano futuro? Meglio pensarci già da ora.
Seconda considerazione: lo sviluppo della robotica, che riguarderà applicazioni attualmente inimmaginabili in aggiunta a quelle attuali, è uno dei settori della nuova economia: anche in Italia, anche in Emilia-Romagna, dove possono svilupparsi nuove realtà produttive.
Da ultimo, cambierà il senso della vita. Se la rivoluzione elettronica in trent’anni ha così tanto modificato le nostre esistenze – non sempre in meglio – quella robotica cosa comporterà? Per adesso, abbiamo come principale termine di paragone la fantascienza o i film come “Blade Runner”. Tra pochi anni, che passeranno velocemente, non saremo più dentro un film.