Pierluigi Casalino: Considerazioni sull'ambiguità della politica della Russia sovietica nel 1941 prima dell'attacco tedesco.
Si parla spesso dell'ambiguità sovietica nei primi mesi del 1941 fino all'inizio dell'operazione Barbarossa lanciata dai tedeschi il 22 giugno di quell'anno contro la Russia sovietica. Ma solo da qualche decennio gli studiosi hanno formulato nuove considerazioni, aggiungendo ulteriori elementi di analisi. Del discorso di Stalin del 5 maggio 1941 (cioè il giorno prima di ricoprire la carica di capo del governo sovietico) ai cadetti della 16a Accademia Militare, si è trovata un'altra versione, basata su testimonianze orali del giornalista britannico di origine russa Alexander Werth, che in quel periodo soggiornava a Mosca come corrispondente della stampa inglese. Secondo questa versione Stalin ebbe a dire: "La situazione è estremamente grave. Si deve temere un attacco tedesco a breve scadenza. Perciò tenersi pronti ad affrontare qualsiasi sorpresa...Il governo sovietico cercherà, con tutti i mezzi diplomatici a disposizione, di differire un conflitto armato con la Germania almeno fino all'autunno, dato che in tale stagione sarà troppo tardi per un attacco tedesco. Questo tentativo può andare a vuoto...Se riuscirà, la guerra contro la Germania avrà luogo quasi inevitabilmente nel 1942 e anche in condizioni molto più vantaggiose per l'Armata Rossa, poiché sarà meglio istruita e meglio equipaggiata. A seconda della situazione internazionale, l'Armata Rossa attenderà un attacco tedesco o prenderà essa stessa l'iniziativa, perché un predominio stabile della Germania nazista in Europa non è normale". C'erano, quindi, è vero, due diversi, ma coesistenti indirizzi dell'atteggiamento russo, confermati peraltro da altre versioni in mano agli storici. In atti non pubblicati del Ministero degli Esteri tedesco, si è scoperta l'esistenza di telegrammi del Commissariato per gli Affari Esteri dell'Unione Sovietica, intercettati e tradotti dai tedeschi, inviati alle missioni diplomatiche sovietiche in Estremo Oriente. Il 7 maggio 1941 venne comunicato loro che l'Unione Sovietica "voleva evitare tensioni con la Germania in relazione a Turchia e Vicino Oriente (era in atto, allora, la rivolta dell'Iraq contro la Gran Bretagna, nella quale Hitler, tuttavia, intervenne con poche forze). L'11 maggio seguì la comunicazione che si doveva pensare a definire (nuove) sfere d'influenza e di interesse con Italia e Germania. In un successivo telegramma si dichiarava "che l'unione Sovietica non nutriva alcuna simpatia per l'imperialismo di Germania e l'Italia, ma che lo sfruttava per distruggere l'imperialismo di Inghilterra e America". Infine in ulteriore telegramma del 3 giugno si diceva che era da prevedere "un nuovo peggioramento delle relazioni con i due paesi anglosassoni", ed era perciò necessario "favorire colà il disordine". Nonostante che tutto sembrasse indicare il contrario, Stalin temette certo fino alla fine più una grande manovra ricattatoria da parte di Hitler che non un attacco militare in grande stile, poiché secondo il suo calcolo razionale non riusciva ad immaginare che Hitler attaccasse la Russia sovietica prima di aver concluso il conflitto ad occidente, aprendo un altro fronte, mentre l'altro era ancora in corso. fu in ogni caso un'errore di calcolo e di conoscenza della realtà tedesca: nella prima guerra mondiale, in fatti, i tedeschi attaccarono su due fronti. Casalino Pierluigi, 23.10.2014