Mozart e la cetra scordata. Due secoli di Dissonanze di Paolo Melandri (eBook La Carmelina, 2014)




*collana Futurismo Oggi 2000 (ex Futurismo Oggi rivista diretta da Enzo Benedetto e -come Centro Studi dal 1993 da Luigi Tallarico) n. 4  a c. di Roberto Guerra

 La figura di Mozart, mica facile non scrivere banalità; all'unanimità forse il più grande musicista della specie umana 1.0. E la vita stessa ancora – nell'immaginario – avvolta nel mistero - almeno si dice. Bambino e genio prodigio come noto, poi spirato - come tutti i geni benedetti dagli Dei (ma maledetti dalla vita) precocemente. Mozart fu un rivoluzionario, una vita diversamente eccentrica e provocatoria, a ben vedere anche nella vita reale, più normale della normalità, una sublime Normalità chè l'essenza della personalità libera, creativa, che pensiero+azione e musica nello specifico, genera semplicemente il futuro, l'evoluzione della razza umana, il Progresso, idealmente inteso (Non il saleriano... di glossatori che riduce tutto al sopra-vivere dei mammiferi, eccetera, o all'apologia acritica dei popoli, piaccia o meno, storicamente arretrati.
Paolo Melandri, musicologo e poeta, diversamente esperto, mai burocratico e parodia di Eustachio come troppi tromboni poco alla Luis Armstrong e semplicemente mediocri e più accademici dello spettro di Adorno nell'Arcadia ideologica…riclona il DNA speciale di Mozart: dalle sue parole la musica meraviglia del Bimbo prodigio attraversa in quadrifonia mai inventata il nostro tempo. È un testo danzante e allegro andante e futurante ecc. Mozart nuovamente essere umano Reale e geniale, come accennato, messaggero della verità-bellezza fatta Musica, laddove le parole sono semplice emoglobina di un cuore di scienza “romantica” destinata nell'avvenire a umiliare qualsivoglia neuroscienza riduzionista (o Psicolinguistica) e non al passo, fondamentale, con il nuovo Immaginario tecnoscientifico, anzi tecne scientifico, per chi ama ascoltare (non le parole sempre caduche, ma la musica, cosmica nel senso fisico estremo per Mozart).
Ed è, l'esplorazione di Melandri, anche un altro Requiem, il non detto lacaniano quasi, ma paradossalmente storia, di pentagrammi paralleli invisibili celati dal bimbo prodigio stesso ai glossatori. Come lo stesso Adorno...
Adorno e Salieri ecc. si rivelano per quel che furono, mediocri prototipi della miseria umana, nani rispetto al genio.
In ogni caso, mandanti retro e post della sua morte delitto contro l'umanità non solo l'unità sapiens Amadeus Mozart.
Wolfgang Amadeus Mozart: non solo e mai più bimbo prodigio, ma, quando i musicologi decifreranno il suo genoma speciale, Bimbo Sapiens!
Un mutante probabilmente da, prima o poi, clonare sul serio.
Per il vero Progresso danzante della futura umanità.

Due parole, ulteriormente sulle sinergie contemporanee di Mozart con altri geniacci, ecc. Ecco Melandri, sempre con parola musica danzante e vivente, al di là degli aneddoti e delle vicende concrete, solarizzare la dinamica delle affinità elettive, la musica e i maestri come simboli della Comunità terrestre della conoscenza potenziale (poi si sa le stecche anche dei Capi di Stato, non solo dei musicologi conformisti, vincono sempre, ma altra querelle).
E una nota sonora, ulteriore, sul poeta urfuturistico Paolo Melandri: quando la poesia diventa, al passo con il nuovo movimento stesso, molto eclettico, tra futuribile e tradizione 2.0, un campione di calcio, capace di dribblare passato, presente, futuro e fare goal! Versi da fuoriclasse, un rococò futurista (neo o Ur), la macchina significante degli anni duemila, trasmutata nell'immmaginale (come deve essere o non essere, irrilevante), quasi un misticismo techno, idealmente non distante dalla news contemporanea dell'elettronica interstellare (Tangerine Dream e Klaus Schulze) arte-fatta in Poesia.

 http://www.ultimabooks.it/w-a-mozart-e-la-cetra-scordata-due-secoli-di-dissonanza

 *POESIA URFUTURISTA di Paolo Melandri...
http://www.larecherche.it/testo.asp?Tabella=Poesia&Id=27479


Non temere, bambino mio, sono colei che desideri!
Da me accecato, non mi riconoscevi!
Più di una volta, inattesa, sono venuta a chiamarti
la morte ti spaventava, la morte, la fuggivi.

Le passioni carnali ci separavano allora.
Lo sguardo inchiodato alle cose terrestri,
non eri pronto per la comunione santa,
non potevi essere meravigliato da me.

Puoi tu essere colei che con un dardo avido
trapassava i prigionieri nelle prigioni del tempo.
Le tue carezze mi sembravano dei pugnali
e gli occhi della paura hanno deformato il mio volto.

Perché sei venuta da me sotto l’apparenza
di un mostro cieco con la bocca di morto?
Bimbo, così vedesti la maestà della morte,
attraverso lo sguardo del terrore, tutto a te sembrava odioso.

Il mio volto radioso, il mio volto di luce
non puoi conoscerlo, non puoi adorarlo
che rinunciando alla vita terrestre,
che con il puro amore che sgorga verso di me.

Nel tempio della tua anima, dolcezza consonante,
sono i sogni alati che cantano il cielo,
la delizia dell’unione, la carezza cantante
nell’accordo felice delle voci confuse.

La tua rinuncia alla porpora del mondo
in te ha risvegliato me, tua fidanzata.
Conosci dunque tutte le gioie dell’azzurro del cielo
ti rivelerò i misteri del fuoco.

O Vergine purissima, dolcezza sognata
concedimi di unirmi a te in amore perfetto.
Amico dolcissimo, il cammino delle prove non è terminato
il tuo peccato non è espiato, i tuoi abiti sono tinti di sangue.

Devi andartene verso i fratelli in pericolo,
donare la tua anima per il servizio degli uomini,
prepararli a ricevere la sofferenza,
cadere come vittima e così conquistare la beatitudine.

Ai richiami segreti dell’anima tua
porgi orecchio e affrettati
a portare il messaggio celeste
a coloro che periscono.

Insegna loro
ciò che ha dissipato le tenebre
ciò che hai appreso da me
dell’inizio degli inizi
che nella sofferenza è la luce
e nella luce la risposta
questa risposta che io sono,
luce di un’altra esistenza.
Di’ loro che noi siamo tutti
nella luce dell’aurora,
che nel lontano colore di perla
brillano i cristalli
affinché verso la coppa di fuoco
tutti affluiscano, maledicendo
la potenza cieca delle passioni
i loro pericolosi tranelli.
Che ciascuno al fondo della coppa
trovi il cristallo,
che lo lavi con le sue lacrime
per esser pronto
a ricevere la grazia
e ad elevarmi un tempio
dove tu ed io
il giorno del giudizio,
all’ora dei miracoli d’amore
nella danza degli astri
cadenti dai cieli,
saremo introdotti.

La tenera visione si dissolve nella bruma
che la circonda. Di nuovo cade il velo
di nuovo è solo, steso nel deserto
ma non è più lo stesso: nella sua anima, la primavera.

Verso gli uomini si slancia, rinnovato dalla sofferenza,
ad insegnar loro ciò che li attende nel cammino
la conoscenza e l’amore gli danno ali
li salverà dalla schiavitù delle passioni.

Disceso dal cielo
sono il dio dei miracoli d’amore,
venuto in questo mondo
non per insegnare, ma per carezzare
lo sciame delle anime alate
colui che le conosce le chiama al festino.
Sono risposta ad ogni sete,
dono il fiorire,
non il giogo della verità,
la libertà viene verso di voi.

Sono l’affermazione che tutto vivifica,
sono la negazione che tutto crea.

Disperdetevi, fiorite,
prendete il vostro volo verso le altezze,
festeggiate la vittoria sugli elementi
con una danza sacra,
nella bellezza delle gerarchie,
nell’inesprimibile bellezza.

La danza è la causa prima.
E il padrone veridico del giudizio
unirà tutto in un’unica
e luminosa sovranità!

Il più chiaro è vicino al cuore,
ciò che è oscuro sta più in basso.
Colui che osa sul divino volto nascosto
volgere lo sguardo,
che questo sia benedetto, se si slancia,
per lui, i sentieri sono aperti.

Sono l’ultimo compimento
la beatitudine della rivelazione,
il diamante di tutti gli astri,

sono libertà, sono estasi!

Nasciamo nel soffio del vento,
svegliamoci al cielo
mescoliamo i nostri sentimenti in un’unica onda!

E nello sfavillìo sontuoso
dell’ultimo fiorire
appartendendo l’uno all’altro
nella denudata bellezza


delle anime infuocate
scompariamo…
dissolviamoci…