MeteoWeb
C’è qualcosa che si nasconde sotto le nubi di Venere. Si tratta di un passo in più compiuto dai ricercatori nella soluzione di un mistero che da anni li attanaglia, grazie a una nuova analisi di dati risalenti a vent’anni fa. La superficie di Venere non può essere vista dall’orbita in luce visibile a causa della caldo, densa e torbida atmosfera. Invece, sono stati utilizzati dati provenienti dai radar, montati a bordo dei veicoli spaziali, capaci di penetrare le nubi e mappare la superficie. L’ultima sonda utilizzata per questo scopo è stata Magellano, ben due decenni fa (lanciata a bordo dello Space Shuttle nel 1989 rimase in orbita attorno al pianeta fino al 1994). All’epoca riuscì a creare la prima e finora migliore mappatura della superficie del secondo pianeta del Sistema solare ad alta risoluzione. Magellano scoprì che le onde radio vengono riflesse in modo diverso a seconda dell’altitudine. Avvolte nel mistero anche una manciata di zone scure (parlando di segnali radio) a quote più elevate.
C’è qualcosa che si nasconde sotto le nubi di Venere. Si tratta di un passo in più compiuto dai ricercatori nella soluzione di un mistero che da anni li attanaglia, grazie a una nuova analisi di dati risalenti a vent’anni fa. La superficie di Venere non può essere vista dall’orbita in luce visibile a causa della caldo, densa e torbida atmosfera. Invece, sono stati utilizzati dati provenienti dai radar, montati a bordo dei veicoli spaziali, capaci di penetrare le nubi e mappare la superficie. L’ultima sonda utilizzata per questo scopo è stata Magellano, ben due decenni fa (lanciata a bordo dello Space Shuttle nel 1989 rimase in orbita attorno al pianeta fino al 1994). All’epoca riuscì a creare la prima e finora migliore mappatura della superficie del secondo pianeta del Sistema solare ad alta risoluzione. Magellano scoprì che le onde radio vengono riflesse in modo diverso a seconda dell’altitudine. Avvolte nel mistero anche una manciata di zone scure (parlando di segnali radio) a quote più elevate.
“C’è
generale una tendenza allo schiarimento negli altopiani che però porta
alla presenza di macchie scure nelle posizioni più elevate”, ha spiegato
Elise Harrington, una studentessa di scienze della Terra alla Simon
Fraser University, la quale ha rianalizzato i dati raccolti su Venere
anni fa. Per schiarimento, in questo caso, si intende che le onde radio
riflettono bene. Nei punti più scuri, invece, le onde radio non vengono
riflesse. In altre parole, più si va in alto su Venere, più aumenta il
potere riflettente della superficie finché non entra bruscamente in una
sorta di blackout radio. “Come sulla Terra, la temperatura cambia in
base all’altitudine”, ha spiegato la Harrington. Temperature più fredde
portano a ghiaccio e neve. Venere, essendo un pianeta terrestre, è
principalmente composto da rocce e metalli pesanti. Tra le possibili
cause di queste zone di ombra potrebbero proprio esserci metalli pesanti
caduti dal cielo perché congelati.
Solo ripescando i dati di Magellano è
stato possibile venire a capo di questo mistero. I ricercatori hanno
utilizzato dati di stereo radar elevation, che ha migliorato la
risoluzione da regioni di 8×12 chilometri a zone di 600×600 metri. I
ricercatori hanno anche utilizzato il Synthetic Aperture Radar (SAR)
montato su Magellano per analizzare la regione di Venere Ovda: la
riflettività radio era più bassa al di sotto dei 2400 metri mentre è
diventata più brillante sopra i 4500 metri. Sopra i 4700 metri di
altitudine i ricercatori hanno trovato delle zone oscure. Non è facile
analizzare i materiali presenti su Venere, visto che la temperatura
sulla superficie arriva a quasi 500° C.