LA POLITICA ESTERA DELLA TURCHIA NEL 1940

Nel 1940 la posizione strategica della Spagna allo sbocco occidentale del Mediterraneo poteva essere paragonata in qualche modo, dal punto di vista tedesco, a quella della Turchia sui Dardanelli e sul Bosforo. Mentre però la Spagna si adoperava ,con abilità e successo, a sfruttare la contrapposizione di interessi tedeschi e britannici (e anche americani), conducendo una corrente politica di "sacro egoismo", la Turchia si trovava adesso veramente in una situazione molto più difficile e complicata. Due erano gli obiettivi della politica estera turca. Il primo era di tenere lontano il paese, dipendente economicamente e militarmente dalle grandi potenze, da una guerra nella quale non c'era per la Turchia alcun fine desiderabile o almeno raggiungibile. Il secondo era di salvaguardare l'integrità dello stato turco di fronte alle ambizioni della Russia sovietica che mirava ad un mutamento della situazione degli Stretti e a una cessione di territori nell'Anatolia orientale. Secondo l'opinione del governo turco, entrambi questi obiettivi potevano essere raggiunti all'inizio, cioè nella prima fase del conflitto 1939-1940, nel modo migliore, rimanendo strettamente collegati con le potenze occidentali europee. Si trattava, infatti, di legare i propri timori dell'Unione Sovietica e le richieste degli alleati derivanti dagli impegni assunti con la Gran Bretagna e la Francia così strettamente che non venissero messi in pericolo gli interessi di stato della Turchia. Questo gioco politico fu reso possibile dalla cosiddetta "clausola Russia" del protocollo aggiuntivo n.2 al trattato di alleanza anglo-franco-turco del 19 ottobre 1939 rivolta contro le potenze dell'Asse e, soprattutto, contro l'Italia. Essa, accennando ad un conflitto armato contro l'URSS pericoloso per la Turchia, consentiva al governo di Ankara di astenersi dall'adempiere ai propri impegni di alleanza. Quando l'Italia entrò in guerra il 10 giugno 1940, la Turchia, coerentemente con la sua politica, addusse anche questa clausola per poter aggirare l'articolo del trattato, ora inequivocabile, e giustificare la continuazione della sua "non belligeranza". Il crollo della Francia, la difficile situazione della Gran Bretagna, la crescente minaccia russa e la posizione dominante della Germania nazista nel'Europa continentale a partire dalla fine di giungo del 1940 raccomandarono al governo turco di compiere una variazione tattica, pur mantenendo inalterate le linee fondamentali di politica estera, e di comprendere d'ora in poi la Germania nel complicato gioco di equilibri, come importante fattore di potenza nell'Europa sud-orientale. La Gran Bretagna avrebbe verificato se la Turchia era veramente ancora pronta ad adempiere ai suoi impegni di alleanza quando l'Italia avanzò militarmente contro la Grecia, come era apparso sempre più chiaro dalla metà di agosto del 1940. Si verificò così il caso che era stato paventato dai primi mesi del 1939 ed era stato il vero punto di partenza per l'accostamento politico della Turchia alle potenze occidentali.
Casalino Pierluigi, 24.10.2014