Future Shock: anteprima n. 67



Aurelio Scelba Luigi Russo Alfred E.Van Vogt n.67 Future Shock
Si riparte!
Risolto il problema del direttore responsabile con l'accettazione dell'incarico da parte del dott. Aurelio Scelba, giornalista in pensione di LA NAZIONE di Firenze, a cui va tutta la nostra gratitudine, riprendiamo il nostro cammino, irto di difficoltà vecchie e nuove. Tra le prime, l'endemica emarginazione della fantascienza da parte della cultura ufficiale (si legga l'introduzione di Luigi Russo a AA.VV., La fantascienza e la critica.Testi del Convegno Internazionale di Palermo, 1978); tra le seconde, la caduta delle idealità, delle utopie, dei sogni, della speranza nel futuro, che sta sgretolando dall'interno la nostra civiltà. Il romanzo di fantascienza che, secondo noi, rispecchia la nostra epoca, è L'impero dell'atomo di Alfred E. Van Vogt.
Perché, dunque, continuare? La fantascienza, checché ne dicano i suoi detrattori, non è parto della fantasia dei componenti della redazione di "Future Shock": è una realtà ben tangibile, costituita da un corpus ben nutrito di romanzi, di studi saggistici, di enciclopedie, ecc. C'è, poi, l'impulso interiore che ci spinge ad illuminare il nostro prossimo su quel fenomeno del nostro tempo, indicato come shock culturale o svolta antropologica o mutazione storica, causato dall'avvento della scienza nelle nostre società e di cui solo pochi individui sembrano essere pienamente coscienti: si pensi alle ricorrenti crisi economiche e al dilagare della disoccupazione e della povertà, emergenze incongruenti e paradossali, visti i sofisticati strumenti scientifici e tecnologici che la Provvidenza ha messo nelle mani dell'uomo d'oggi.
Tuttavia, non siamo così ingenui da ritenere che "le magnifiche sorti e progressive dell'umana gente" (per dirla con il poeta Giacomo Leopardi) siano il naturale epilogo della storia. Basti pensare alle tante dittature rosse e nere che, con il miraggio del paradiso in terra, hanno ricoperto di cadaveri il nostro pianeta. Come emerge dalla sezione saggistica del n.67 di "Future Shock", in uscita alla fine di questo mese, bisogna fare i conti con la degenerazione della scienza in scientismo (editoriale), con i pregiudizi contro la Chiesa cattolica (Elettra Bianchi), con l'esclusione dell'immaginazione dalle teorie scientifiche (Marcello Landi), con il conflitto tra fede e scienza, la cui soluzione arrecherebbe all'umanità quell'alba di tutto, auspicata da Robert Hugh Benson nel suo romanzo (Enrico Leonardi). Nel ribadire questi concetti, non è da meno la sezione narrativa, dove compaiono racconti di Fabio Massa, di Luciano Nardelli, di Guido Pagliarino e poesie di Elettra Bianchi e Liana De Luca. Come sempre, il numero è arricchito da recensioni librarie e filmiche, da notizie, da lettere.



Ricordo che è ancora valida l'offerta-omaggio di Critica pedagogica della fantascienza, di Fantascienza umanistica, di Racconti del Venticinquennale e di Alieni, astronavi, robot... a quanti decidessero di sostenere "Future Shock"