Alan Fabbri per rottamare la regione rossa



Nelle crisi i germi per i cambiamenti concreti. Salvini, leghista, lancia Alan Fabbri per le regionali imminenti. E finalmente una occasione anche per Ferrara, forse l'ultima, visto il parossismo pesudorenziano dominante nella città de L'Internazionale e capitale della disoccupazione e del non sviluppo (nessuno ne ha parlato significativamente nel pur grande evento, ci pare). E una occasione anche intellettuale per finalmente ragionare in termini non ideologici, oltre destra sinistra, quando necessario, quando il Reale geopolitico libera gli elettori da voti “religiosi” a prescindere. Quando nel 2014 la politica e le idee non sono piu infatti dogmi, ma pragamatiche a s econda degli scenari e dei territori reali. La regione rossa fu un fiore all'occhiello fino a Berlinguere e Lama... Poi la decadenza cattocomunista ha innestato quel che è evidente a tutti, altro che modello per il futuro italiano. La regione emilia romagna è la piu sensibile al mito buonista e anti-italiano dell'accoglienza a spese degli emiliani dei romagnoli e dei ferraresi e delle altre “etnie” comunitarie regionali! Alan Fabbri è l'uomo giusto, governa bene Bondeno, non è idoelogico e può innestare una rivoluzione regionale: per finirla con il degrado multietnico indiscriminato e acritico che danneggia anche gli extra in gamba che desiderano una vera integrazione (e che probabilmente ne hanno anche loro piene le palle di Maometto...ad esempio). Non a caso è un'extra il responsabile per l'immigrazione leghista. E per la prima volta Alan Fabbri è un nome forte per assemblare le deboli opposizioni ferraresi, anche un test ovviamente. Forza Italia, Fratelli d'Italia, magari anche i 5Stelle se avessero dinamismo anziché settarismo new age come si sta verificando (il caso Fabbri sindaco di Comacchio pragmatico è eloquente) o appoggiano Alan Fabbri e la Lega quindi, o saranno ancora di più poco credibili. Se Alan Fabbri vince, finalmente si potrà cominciare a ragionare in termini radicalmente diversi per la sicurezza psicologica collettiva e territoriale, non sciupare risorse privilegiate attualmente per gli extra, ritornare alle nostre radici cristiane deprezzate dal terzomondialismo acritico e idoelogico, lanciare segnali di futura moratoria (leggi frontiere relativamente chiuse) potenziale per almeno dieci anni contro l'invasione multietinica. E naturalmente contro questa Neuropa e riscoprire e ottimizzare le nostre risorse e identità regionali. E a sinistra la finsicano con le ipocrisie: Marx stesso e Engels erano contro le arretratezze storico culturali precapitaliste, erano per l'Occidente, un Occidente meno egoista e piu umanitario, ma Occidentali. Con Alan Fabbri successore di un certo Errani.., si potrà aprire sul serio il vaso di Pandora che nasconde, per il ferrarese, gli scheletri dell'armadio del fu Partito in Emilia-Romagna: il ruolo della finanza rossa e del Partito nei crolli della Coop Costruttori e della Carife, l'affaire Cona e le infiltrazioni strutturali diversamente mafiose, il mito delle Coop Rosse, il mito di troppe Associazioni on lus dietro le BOLDRINATE anti-italiane dell'accoglienza. Fino al capolavro dell'era Errani, tutti i bachi della gestione post-terremoto, non ultima la sua incapacità di ascoltare i geologi con la priorità a piani scientifici a medio lungo termine ovviamente per l'adeguamento idrogeologico della regione alle normative urgenti per la sicurezza appunto sismica ecc. E così via! Doveva farlo Renzi per l'Emilia-Romagna e Ferrara, ma qua il premier è latitante (O forse semplicemente, priorità ad altra geopolitca globale italiana, parzialmente giustificabile - ma i virus però si sedimentano...). Ben venga allora Alan Fabbri.

Roby Guerra * scuola romana di filosofia politica
Benito Guerrazzi