http://www.ansa.it/saluteebenessere/notizie/rubriche/medicina/2014/10/07/e-un-robot-il-chirurgo-della-colonna-vertebrale_63b9ee4d-97df-4554-bb44-83110d7ca596.html
Il medico programma l'operazione e lui la esegue. E' un robot il
chirurgo spinale al Cto di Torino, il primo ospedale ad averlo in
dotazione in Italia. Affidabile e preciso, Mazor - questo il suo nome -
consente di ridurre i tempi degli interventi, le radiazioni, le
complicanze e il dolore.
In dotazione sperimentale presso la
Neurochirurgia, questo robot-medico è utilizzato da Michele Naddeo.
Viene impiegato nella chirurgia spinale, sia aperta sia mini invasiva
percutanea. Il campo delle applicazioni va dalla stabilizzazione della
colonna vertebrale agli interventi chirurgici spinali con approccio
posteriore, dalla cura delle deformità spinali, come la scoliosi, al
trattamento dei tumori, come ad esempio la possibilità di prelevare
materiale patologico con estrema precisione, fino alla cifoplastica e
alla vertebroplastica.
Un sistema maneggevole e preciso:
raggiunge il 'bersaglio' con un grado di accuratezza pari al 99% e non è
condizionato dall'utilizzo di raggi infrarossi, esposti facilmente alle
interferenze. In sala operatoria, consente di riprodurre fedelmente una
procedura chirurgica già pianificata fuori dalla sala sulla base delle
immagini radiologiche.
Sono tre le componenti di Mazor. Si
tratta di una stazione di lavoro equipaggiata di un computer che
controlla i movimenti del dispositivo di posizionamento degli strumenti e
che, attraverso un touch screen, controlla le immagini radiologiche. Un
softwere consente di fondere le immagini radiologiche acquisite prima
dell'intervento con quelle ottenute in sala operatoria. L'unità di
posizionamento, infine, può essere fissata sua sul paziente sia al
tavolo operatorio; dispone di una canula di lavoro attraverso la quale
vengono fatti scorrere gli strumenti chirurgici e i mezzi di fissazione
da impiantare.
In sostanza, al chirurgo viene richiesto un
corretto giudizio clinico e una attenta pianificazione della procedura,
mentre le variabili legate all'esecuzione della medesima sono ridotte al
minimo. Questo consente di affrontare con affidabilità anche i casi
anatomicamente più complessi.
I vantaggi, rispetto alla tecnica
chirurgica tradizionale, sono evidenti: il robot riduce del 60% circa
l'esposizione a radiazione intraoperatoria, della metà le complicanze
postoperatorie, del 30% il periodo di degenza in ospedale e del 50% il
numero di reinterventi, oltre a limitare la terapia antidolore dopo
l'intervento. Anche la durata dell'operazione si riduce circa del 60%.