Aut Aut italiani (e ferraresi) o Immigrati non stop?

Estense com
by L. Barbieri blog
 

“Le persone vengono ospitate senza che gli venga dato nessuna risorsa perché i soldi servono al gestore per offrire i servizi che sono: l’accoglienza, il dormire, il mangiare, i vestiti, l’accompagnamento e le visite sanitarie, l’assistenza legale per la redazione della domanda di asilo. Alla persona, come per i progetti Sprar, viene riconosciuto un contributo di 2,50 euro al giorno, in contanti, per le spese vive personali che può sostenere: sigarette, scheda telefonica, quello che ritiene necessario. NON DI PIÙ.
Chiara Sapigni, Assessore all’immigrazione del Comune di Ferrara, 07/10/2014
Quelle citate sono le parole, esatte, dell’assessore forse più ricordato nella storia estense per la sua celeberrima uscita circa la sicurezza nel quartiere Gad percezioni soggettive, motivo, a distanza di anni, di notevole ilarità tra i residenti e non solo.
Ma partiamo dalla notizia: “da sabato scorso abbiamo sul territorio ferrarese altri 26 profughi (Gambia, Mali, Nigeria)” annuncia raggiante la Sapigni salvo poi dover ammettere che anche loro, i fautori del, la riassumo così, tutti dentro tanto meglio, “cominciano ad avere decisamente molta pressione”. In quale punto del corpo, municipale s’intende, non è dato sapere anche se ognuno può farsi un’idea…
Eppure era stata proprio la Sapigni nella lunga arringa difensiva dopo l’inchiesta di estense.com sulla cooperativa Camelot a difendere a spada tratta, manco fosse Lancillotto, le politiche comunali sull’immigrazione:
“Forse la questione è che il Comune è troppo attivo per le politiche dell’integrazione, ma questa allora è una questione politica – provoca la Sapigni -. Altri territori non hanno questa attenzione e non rispondono volentieri ai fondi e ai bandi. È un tema politico e noi ce ne facciamo carico con l’aiuto dell’Asp e di tanti soggetti del terzo settore perché la presenza di soggetti stranieri sta cambiando sia quantitativamente che qualitativamente e noi scegliamo di fornire servizi di integrazione per l’immigrazione”.
Una facile replica a quelle parole l’ha data il segretario della Cisl Baiamonte nell’articolo “I profughi? Un affare, ma solo da vivi” citando, tra gl’altri, il caso di Billy Samuel dato che “da morto, qui a Ferrara non interessava più a nessuno se non per il fatto che occupava un posto all’obitorio”. Evidentemente la Sapigni, sempre così attiva, si è anche dimenticata di rispondere alle domande di Baiamonte sul possibile caso di HIV che avrebbe fatto morire il ghanese. Buffo, visto che ha pure la delega alla Sanità.
foto tratta da UNHCR, agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati
foto tratta da UNHCR, agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati
Solo un cenno “all’aiuto dell’Asp” che evidentemente, oltre il bilancio in rosso di quasi un milione di euro, doveva ben sapere quanto alla Direzione generale ambiente e difesa del suolo e della costa della Regione Emilia-Romagna tutti già sapevano da tempo circa i contributi versati all’ASP da viale Aldo Moro.
Interrogato sul tema, il 21 febbraio 2014, infatti,  il direttore generale Giuseppe Bortone scriveva quello che ormai solo Pulcinella poteva non sapere cioé che i 512.040,00 € che l’ASP avrebbe dovuto incassare per il 2011-2012 non gli sarebbero stati corrisposti. Una bella doccia gelata per l’accoglienza ad ogni costo. Ma si è voluto continuare pur sapendo che le determinazioni nn. 549, 607 e 705/2013 per ricevere i corrispettivi non sarebbe state onorate.
Per capire bene l’evoluzione però ci occorre un altro passo indietro e precisamente il 2 maggio 2011 quando Franco Gabrielli firma la  famosissima “Ordinanza dei 40 Euro” sull’ENA, l’emergenza Nord Africa, con la quale “riconosce un contributo massimo giornaliero di euro 40 a migrante beneficiario di permesso di soggiorno per motivi umanitari”, più o meno come gran parte degli spacciatori della Gad.
E ritorniamo all’intervista della Sapigni, circa la situazione dovuta alla rete Sprar (Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati): “i profughi in questo momento sono circa 250 in tutta la provincia.”
Molto bene, e quanto li paghiamo queste 250 anime?
Beh, “il bando della prefettura è stato per i primi tre mesi di 30€ al giorno, mentre il secondo bando, che è in vigore adesso, corrisponde  35€ /giorno.”
Non ci vuole certo la laurea della Sapigni, quella in scienze statistiche e demografiche, né tanto meno la sua esperienza come Responsabile del Servizio Statistica e Informatica del Comune di Copparo, per capire che un pensionato con la minima prende meno, infinitamente meno.
I punti, in conclusione, sono tre, articolati su più livelli.
Il primo è chiaramente quello internazionale: evitare che questa gente parta e coinvolgere le istituzioni internazionali (ONU in primis) affinché creino delle situazioni tali da poter identificare sulle coste africane queste persone e capire chi sono, di che patologie soffrono, dove vogliono andare e per far cosa. D’altronde siamo o non siamo il settimo principale contributore, a livello mondiale, del bilancio dell’ONU (riferito al triennio 2013-2015)?
Conterà pur qualcosa quel 5% (circa 114 milioni di dollari) che ogni anno versiamo.
La seconda è europea. Siamo o non siamo alla presidenza semestrale dell’Unione Europea (la prossima capiterà tra 14 anni)? A parte Frontex+, che ha sostanzialmente palesato la demagogia dell’operazione Mare Nostrum, piani di ampio respiro né sulle politiche di vicinato non se ne sono visti.
La terza è quella locale, che in realtà è una non politica ma piuttosto un appello: SMETTETELA DI PRENDERCI IN GIRO.
(immagine di archivio)
profughi durante un controllo dei Carabinieri
Si abbandoni una volta per tutte quell’ipocrita benevolenza che va sempre bene se è nel giardino del vicino perché nel proprio dà fastidio.
Comodo drogare la già morente economia locale con dei palliativi economici travestiti da progressismo e poi andare a dire i profughi prendono 2,50 euro in contanti, non di più. Perché i servizi e i beni di cui godono, cara Sapigni, non sono forse soldi spesi per loro? Dall’accoglienza all’assistenza legale, dal vitto all’alloggio, non è forse come se gli stessimo dando dei soldi con la differenza che loro diventano semplicemente utilizzatori finali, ma il risultato è lo stesso?
A livello locale c’è bisogno di alleggerire il compito delle Forze dell’Ordine, allentare la tensione sociale che queste elargizioni economiche creano e, soprattutto, attuare una vera integrazione non la ghettizzazione per motivi economica dei profughi in certe zone della città. E la Gad, mi si permetta, di questo ne sa qualcosa, a partire dal Centro di mediazione.
Dai Sapigni, su…