RUSSIA OVVERO TEMPO DI SECONDAMANO

Il ritorno dell'homo sovieticus nella Russia post comunista è un dato di fatto, ma non sorprende, anzi conferma che il ritorno al passato è un ritorno al futuro. Svetlana Aleksievic con un fortunato ed attento libro d'analisi della realtà russa ci attesta quando il ricordo di Stalin, zar e onnipotente spirito grande russo resuscitato dalla secolare autocrazia zarista e dalla più recente versione del marxismo-leninismo in salsa russa, il cui testimone, in  un modo o nell'altro, è passato alla Russia post-comunista di Putin. Patriottismo e nazionalismo, libidine dell'uomo o dello stato forte, come padre e guida dei Russi, anche di quelli che interpretano le ragioni del dissenso: il dissenso come scimmia del potere. Una strana immagine, ma ricorrente nella storia russa, ma . Considerare la Russia Est ha tuttavia un senso soltanto entro limiti storici assai ristretti. Ovviamente la Russia non è la Cina, né la Persia o l'India. Inoltre anche se ci si limita alla proposizione che che la Russia è la Russia, si devono tuttavia notare certe affinità con l'Europa occidentale. In politica estera la Russia ha fronteggiato l'Oriente e l'Occidente, cambiando direzione ripetutamente da uno all'altro nel corso della sua storia; e all'interno è stata lacerata da un conflitto, come si diceva sopra, tra coloro che hanno cercato ispirazione nella tradizione occidentale e coloro che hanno cercato di costruire su fondazioni bizantine ed asiatiche, un pò sul modello turco di sempre. Questo dualismo si è visto sia nello zarismo che nella Rivoluzione bolscevica, che nel post comunismo. Nelle mani dei Russi la pietra scartata dall'Occidente diventa angolare.
Casalino Pierluig, 5.10.2014