“Dove c’è la descrizione della realtà non c’è arte”. Ampia discussione sul Bevilacqua di Pierfranco Bruni

 

 

"Dove c'è la descrizione della realtà non c'è arte". (P. Bruni).

Con successo il Bevilacqua di Pierfranco Bruni, uscito in questi giorni, pone una questione di fondo sul ruolo della letteratura come magia oltre il realismo e il descrittivismo e sottolinea l'importanza di una scrittura magica e non descrittiva. Un dibattito tutto aperto e con forti discussioni: da Tropea a Roma

 

 

Alberto Bevilacqua in un racconto tra il mistero, la letteratura e la vita.

Con il libro che Pierfranco Bruni dedicato ad Alberto Bevilacqua si apre, chiaramente, una discussione sia sul ruolo delle letteratura sia sul rapporto tra mistero e linguaggio.

In "Spegnersi per non consumarsi. Io e Alberto Bevilacqua" (Casa editrice Pellegrini) Pierfranco Bruni pone una seria questione che è quella del ruolo della letteratura e della scrittura oltre qualsiasi forma realista. Problema che ha sollevato già nel recente incontro al Premio di Letteratura Tropea di qualche giorno fa, nel momento in cui lo stesso Bruni ha, sostanzialmente, negato ad una letteratura realista uno spessore artistico ed ha contrapposto al realismo, di cui è fermamente critico, scrittori sia come Bevilacqua sia come Giuseppe Berto.

"Entrambi, ha sottolineato Pierfranco Bruni, hanno rigorosamente dichiarato di non essere scrittori annoverabili nel realismo nel quale non hanno mai credudo. Linea portante, ha detto Bruni, anche per Cesare Pavese che nella Prefazione a un suo scritto ha negato la sua appartenenza al realismo. Una linea, il realismo, che Bruni non riconosce come letteratura – arte ed è quella che va da Calvino a Vittorini, da certi scrittori meridionali che si decifrano nella rappresentazione del reale ad una letteratura chiamata impegnata".

Infatti nel libro dedicato a Bevilacqua, già in distribuzione e già in edizione formato e – Book da Pellegrini, si sottolinea l'importanza sia di una estetica dei linguaggi sia il recupero metafisico sia il vivere la parola tra i simboli, i miti dello sguardo e gli archetipi.

"C'è sempre qualcosa di sacro, ha dichiarato Bruni, che va oltre ogni realtà ed è quella della religiosità, della magia e dell'esoterico. Aspetti che si trovano fortemente sia in Berto che in Alberto Bevilacqua".

Il lavoro di Pierfranco Bruni, che vede la decisa collaborazione di Micol Bruni e un ricordo di Mauro Mazza, Direttore di Rai Sport, si arricchisce di un repertorio fotografico inedito e di una lettera di Bevilacqua indirizzata a Pierfranco Bruni nella quale emerge la grande umanità dello scrittore de "La califfa".

 "Si tratta di un libro, sottolinea Pierfranco Bruni, scritto non solo con gli strumenti critici, ma soprattutto con l'anima e con il cuore. Avrei potuto sviluppare un libro di sole lettere, lettere completamente inedite e personali che Alberto mi ha inviato nel corso di circa tre decenni, ma ho preferito inserirne soltanto una per dare un senso alla nostra amicizia e al nostro affetto. Bevilacqua, aggiunge Bruni, resta un punto centrale della letteratura europea contemporanea".

Il punto nevralgico di questo nuovo lavoro di Bruni è nella continuità della scrittore che ha dedicato testi a Pavese, alla magia Mediterranea, all'alchimia del mondo sciamanico. Oltre la realtà, dice Bruni nei suoi libri, c'è il mistero e il sublime dell'arte che è profezia.

Il libro verrà presentato a Roma il 7 agosto prossimo.