Intervista al poeta Domenico Annunziato: l'amore dopo la bellezza


Domenico Annunziato 
“Tu scorri in me come una nota dell’anima” 
Edizioni La Carmelina , 2014

D: Da quanto tempo scrivi e perché hai iniziato?
R: Ho iniziato a scrivere le prime poesie sulla natura, l’amore, il sogno, la solitudine all’età di tredici anni. Più che poesie erano frammenti di pensieri sparsi senza un ordine preciso e scritti con impeto emotivo e stupore contemplativo. Carducci, Pascoli, Baudelaire, Verlaine, Rimbaud, D’Annunzio, Neruda, Garcia Lorca, Machado mi hanno schiuso le porte di un mondo affascinante e senza tempo.
D: Chi o cosa ti ha ispirato per la tua raccolta?
R: Questa raccolta di poesie riunisce liriche scritte in circa un decennio e nasce dal bisogno di esaltare l’amore e la bellezza, cantati con la parola poetica. Quella del poeta, infatti, è sempre stata l’unica parola in grado di fissare nel mito, passioni e sentimenti sublimi, di trasformare la bellezza fisica in bellezza interiore, spirituale. Si tratta di ventotto liriche caratterizzate dallo stesso tema, l’amore, declinato in modalità diverse e intonato in tante maniere. Sono amori che ho vissuto con passione e gioia, frammenti di inenarrabili emozioni e di sublimi aneliti del cuore immortalati attraverso i versi, per fissarli nella memoria, per viverli nel tempo, per esaltare l’autentica bellezza dei sentimenti e la suprema sfida dell’amore.
D: Leggere aiuta a scrivere?
R: Per mezzo della lettura si acquisisce un certo linguaggio, si imparano nuove tecniche di scrittura, stili diversi. Leggere serve ad imparare a pensare, ad affinare la capacità analitica e di sintesi, a sviluppare una mentalità aperta al dialogo e alla forza delle idee. Leggere vuol dire, in ultima analisi, guardare il mondo con occhi diversi, abbattere confini e differenze per edificare un villaggio globale diverso basato sull’interdipendenza, la fratellanza e la cooperazione.
D: Scrivere aiuta a vivere?
R: La poesia è il ponte che unisce la realtà al sogno, è il sentiero che conduce al mistero e all’immaginazione. In un mondo sordo ai bisogni dello spirito, insensibile alla cultura della bellezza e dell’armonia, dominato dalla corsa sfrenata ai beni materiali e teso a costruire falsi bisogni, la poesia permette di esprimere stati d’animo, sensazioni, emozioni difficilmente comunicabili con la prosa. Per mutuare un’espressione di Charles Bukowski: “Scrivere poesie non è difficile. Difficile è viverle”. Scrivere aiuta a vivere, ti fa imboccare nuove strade nella vita, ti stimola a seguire l’avventura della scoperta, a conoscere nuove persone, a vivere fino in fondo i sentimenti anche quando essi ti spezzano il cuore, ti permette di allargare i tuoi orizzonti, di donare una parte di te agli altri, ti consente di sentirti e diventare parte integrante di una comunità di destino.
D: Quale potrebbe essere il giudizio che ti fa più piacere?
R: Spero che “Tu scorri in me come una nota dell’anima” de Edizioni La Carmelina giunga al più vasto pubblico. Il gradimento dei lettori è la vera gratificazione di ogni scrittore. Non ho velleità artistiche; ho al mio attivo molte pubblicazioni in ambito giuridico e specialistico, collaboro come blogger con varie riviste e sono realmente appagato delle esperienze fin qui intraprese, ma questo esordio letterario e, nello specifico la pubblicazione di una raccolta di poesie, sancisce definitivamente l’inizio di una nuova scoperta del mio mondo interiore e di un nuovo percorso biografico ed artistico.