A richiesta con «Le Scienze» di luglio di Paul Bloom
Veniamo al mondo già con un senso morale innato oppure impariamo a distinguere il bene dal male solo attraverso l'esperienza e l'interazione con l'ambiente sociale che ci circonda?
La domanda affascina fin dall'antichità ed è stata centrale in dibattiti di ambito filosofico e religioso. In tempi più recenti la questione è arrivata anche all'attenzione degli scienziati, i quali tendono a confermare che siamo una specie che fa venire alla luce cuccioli già dotati di senso morale, come illustra Paul Bloom in Buoni si nasce, il libro in edicola a richiesta con «Le Scienze» di luglio e in vendita nelle librerie per Codice Edizioni.
Non siamo quindi una tabula rasa, pagine vuote su cui l'ambiente può incidere le regole di comportamento, una tesi, questa dell'assenza di innatismo a livello mentale, che aveva trovato sostenitori anche nell'ambito delle scienze sociali, con conseguenti pericolose incursioni in operazioni di ingegneria della società. Veniamo al mondo invece con una facoltà precisa di discernimento tra ciò che riteniamo giusto e ciò che riteniamo sbagliato.
Lo dimostra la letteratura scientifica il cui oggetto di studio sono proprio i bambini, spiega Bloom, psicologo e scienziato cognitivo allo Yale Infant Cognition Center della Yale University. In effetti l'impostazione del libro è originale. Bloom esplora la natura morale della nostra specie risalendo alle sue origini nei più piccoli, descrive il modo in cui la psicologia dell'età evolutiva, sostenuta dalla biologia evoluzionistica e dall'antropologia culturale, conferma che non siamo pagine bianche. Al contrario, è il nostro innato senso morale che ci porta alla capacità di distinguere tra azioni crudeli e gentili, di soffrire per il dolore provato da chi ci sta intorno e del desideriodi eliminare quel dolore, oppure alla tendenza a favorire un'equa spartizione delle risorse. È sempre il nostro senso morale innato il responsabile del desiderio di veder ricompensate le buone azioni e punite quelle malvagie.
Certo, non siamo solo individui moralmente buoni, basta leggere un quotidiano o un libro di storia. L'innatismo riguarda anche lati oscuri del nostro essere. Per natura, argomenta Bloom, siamo indifferenti agli estranei, a volte ostili, e inclini all'intolleranza e al campanilismo. Alcune reazioni emotive più istintive ci spingono a fare cose terribili, e sono alla base di atti come il genocidio, la negazione più infame delle capacità morali innate descritte poco prima. Inoltre, un adulto è ovviamente più di un bambino: la storia personale, culturale e sociale di ciascuno di noi influenza e plasma nel tempo il senso del giusto e del suo opposto, portando a casi paradossali, nei quali il senso di una punizione che riteniamo dovuta arriva al limite del concepibile.
Basta chiedere alla signora inglese che anni fa aveva buttato un gatto del vicino in un cassonetto dell'immondizia ed era stata poi smascherata su Facebook: è finita sotto protezione della polizia per numerose e continue minacce di morte. Ma possiamo sconfiggere, o più realisticamente combattere, questi livelli estremi, o meglio estremisti, anche grazie a quello che abbiamo imparato sulla natura morale dei bambini. È una conoscenza utile a fondare una nuova prospettiva della psicologia degli adulti, tenendo sempre presente l'ammonimento del maestro Yoda, il piccolo e verde personaggio della saga di Guerre Stellari: «Forte è il potere del lato oscuro».