Nuova Oggettività: Perché Israele...? Oltre la sinistra/destra intervista a Sandro Giovannini *VIDEO
*Sandro Giovannini, poeta e filosofo (e curatore) del Movimento Nuova Oggettività, fondatore e curatore della rivista Letteratura-Tradizione (dagli anni 90) (Roma, Milano…), collaboratore della rivista BVS (Biblioteca di Via del Senato, Milano, diretta da Gianluca Montinaro)
AA. VV. Perché Israele ha 400 testate atomiche e l'Iran nessuna….?, a cura di Gianni Bertuccioli, Sandro Giovannini, Luisa Pesante, Paolo Silvestri, Luigi Sgroi):
http://nuovaoggettivita.blogspot.com
AA. VV. Perché Israele ha 400 testate atomiche e l'Iran nessuna….?, a cura di Gianni Bertuccioli, Sandro Giovannini, Luisa Pesante, Paolo Silvestri, Luigi Sgroi):
Ettore Bonessio di Terzet, Mario Bozzi Sentieri, Leonardo Clerici, Alessio De Giglio, Vittorio De Pedys, Susanna Dolci, Lodovico Ellena, Mario Farneti, Francesco Franci, Roberto Guerra, Michelangelo Ingrassia, Alessandro Guzzi, Teodoro Klitsche de la Grange, Luigi Lombardi Vallauri, Giuseppe Manzoni di Chiosca, Matteo Marconi, Francesco Mancinelli, Francesco Paolo Menna,Claudio Mutti, Alessandro Orlandi, Raffaele Perrotta, Vincenzo Pinto, Luca Leonello Rimbotti, Francesco Sacconi, Sandro Salerno,Andrea Scarabelli, Adriano Segatori, Giovanni Sessa, Luca Siniscalco,Stefano Vaj, Filippo Venturini, Eduardo Zarelli.
Al di là della destra e della sinistra (per la Nuova Italia del XXI secolo) - dopo il Libro Manifesto a cura di Sandro Giovannnini e Roby Guerra interviste a: Luigi Sgroi, Giovanni Sessa, Francesco Sacconi, Paolo Melandri, Roby Guerra, Sandro Giovannini, Vitaldo Conte, Giuseppe Casale, Stefano Vaj, Marcello Francolini, Antonio Fiore, Alberto Ferretti, Emilio Diedo, Pierluigi Casalino, Graziano Cecchini, Alessio Brugnoli, Zairo Ferrante, Sylvia Forty, Maurizio Ganzaroli, Riccardo Roversi, Luca Siniscalco, Fabio Scorza, Maria Antonietta Pinna, Giuseppe Manias, Giovanna Guardiani, Francesca De Carolis, Daco, Seconda Carta, Mauro Biuzzi, Alessia Mocci, Antonio Saccoccio, Zairo Ferrante.
Al di là della destra e della sinistra (per la Nuova Italia del XXI secolo) - dopo il Libro Manifesto a cura di Sandro Giovannnini e Roby Guerra interviste a: Luigi Sgroi, Giovanni Sessa, Francesco Sacconi, Paolo Melandri, Roby Guerra, Sandro Giovannini, Vitaldo Conte, Giuseppe Casale, Stefano Vaj, Marcello Francolini, Antonio Fiore, Alberto Ferretti, Emilio Diedo, Pierluigi Casalino, Graziano Cecchini, Alessio Brugnoli, Zairo Ferrante, Sylvia Forty, Maurizio Ganzaroli, Riccardo Roversi, Luca Siniscalco, Fabio Scorza, Maria Antonietta Pinna, Giuseppe Manias, Giovanna Guardiani, Francesca De Carolis, Daco, Seconda Carta, Mauro Biuzzi, Alessia Mocci, Antonio Saccoccio, Zairo Ferrante.
D- Giovannini, dopo alcuni anni Nuova Oggettività amplifica l'azione metaculturale: una domanda spesso sul movimento… che rapporti con la grande Nuova Oggettività tedesca del Novecento?
R: E' un richiamo che è più di una citazione, in quanto corrispondono alcuni scenari storici, sia per l'ultimatività dei tempi, sia per l'approccio complesso alle domande sul nichilismo, la tecnica, il valore della persona, al di là del mero dato biologico e del legittimo interesse individuale. Ovviamente noi non dobbiamo opporci a nessun soggettivismo espressionista, quanto ad un ormai ben più volgare e diffuso distorto solipsismo autoreferenziale che si nutre del senza senso e di massificazione eterodiretta. Nello stesso tempo inglobiamo la ritornante crinalità ciclica, che è causa ed effetto di tutte le avanguardie (non musealizzate, né classicizzate), sia storiche che attuali e la consapevolezza della tragicità ineliminabile, spesso volta in stanca farsa e senile rassegnazione. Quindi è anche un richiamo ad una capacità rinnovata di volere e fare comunità, valorizzando la qualità vera del singolo che non divenga mai però un ostacolo insormontabile al mettere assieme al meglio competenza e volontà. Ma è anche quel segno d'accumulo di potenzialità (et destra et sinistra) che può generare una fuoriuscita vera dall'impasse ormai terminale che connota il sistema capitalista.
R: E' un richiamo che è più di una citazione, in quanto corrispondono alcuni scenari storici, sia per l'ultimatività dei tempi, sia per l'approccio complesso alle domande sul nichilismo, la tecnica, il valore della persona, al di là del mero dato biologico e del legittimo interesse individuale. Ovviamente noi non dobbiamo opporci a nessun soggettivismo espressionista, quanto ad un ormai ben più volgare e diffuso distorto solipsismo autoreferenziale che si nutre del senza senso e di massificazione eterodiretta. Nello stesso tempo inglobiamo la ritornante crinalità ciclica, che è causa ed effetto di tutte le avanguardie (non musealizzate, né classicizzate), sia storiche che attuali e la consapevolezza della tragicità ineliminabile, spesso volta in stanca farsa e senile rassegnazione. Quindi è anche un richiamo ad una capacità rinnovata di volere e fare comunità, valorizzando la qualità vera del singolo che non divenga mai però un ostacolo insormontabile al mettere assieme al meglio competenza e volontà. Ma è anche quel segno d'accumulo di potenzialità (et destra et sinistra) che può generare una fuoriuscita vera dall'impasse ormai terminale che connota il sistema capitalista.
D- Giovannini, nuovi volumi per l'estate …(entrambi editi da La Carmelina di F. Felloni, link underground tra Ferrara e Roma): oltre al paradossale Per Quale Motivo… l'istant book Al di là della Destra e della Sinistra… dopo il libro manifesto, oltre 30 autori, cover di Graziano Cecchini…
R: Al di là della destra e della sinistra, nell'ottica che sopra delineavamo, potrebbe meglio chiamarsi e destra e sinistra, ovvero potrebbe lasciare al primo titolo la sua ormai lunga perfetta ma alla fine impotente parafrasi del fallimento neocapitalista e del superamento necessario di questo e riconoscere definitivamente per l'epoca del clinamen e dell'ultimatività, che molti leggono eufemisticamente ma con una base di verità come l'eterna ed interminata crisi di passaggio, un serio ossimoro ontologico, logico, metapolitico, civile, sociale, economico e creativo. Siamo postumi a tutto e questa nostra condizione rimette in gara il nostro gioco tragico senza sconti per nessuno. E se è vero che le etichettature ottocentesche ormai hanno un senso solo residuale, animico e di rendita di posizione, espressione della pesanteur, e quindi da non mai sottovalutare, è anche vero che richiamare e destra e sinistra, nella stessa loro possibile evocazione atemporale, rende bene l'idea di un vero superamento definitivo del secolo non certo breve ma ininterrotto e di cui le poste sono ancora attive, almeno dal punto di vista del soggetto o del gruppo elitario e trainante. A tal proposito il New realism che oggi tende a trovare nuovo campo e legittimità filosofica non so quanto si riconosca consapevolmente in questo orizzonte di rovine e macerie, e quanto possa liberarsi dei tabù del politicamente corretto che si sono sostituiti artatamente ai vecchi e naturali idola tribus, nella logica progressivamente inevitabile del mondo globalizzato così come la modernità post-due- guerre-mondiali ha imposto. Noi non abbiamo di tali problemi, non avendo il tabù della democrazia e neanche quello della élite, intesi nel loro intendimento letteralista, in quanto crediamo appunto in un ossimoro, ovvero in una aristocrazia sociale, che si crea per partecipazione vera e non per stanchi ritualismi, privi ormai persino di vita animica… In fondo è ciò che hanno creduto tutti i grandi rivoluzionari ma dovendosi ancorare a logiche che per noi ormai sono state deprivate di ogni aura, demistificate definitivamente, ridotte all'osso della potenza senza volto e della conseguente violenza ipocrita. Personalmente sono convinto che è solo con la nostra formazione ideale che si può tenere sotto controllo potenza e violenza senza rinunciare all'azione che rimetta in gioco tutto. Parte dal singolo tale processo e passando attraverso la comunità può giungere alla Nazione e poi allo Stato. E la condizione miserevole della nostra esistenzialità attuale è una promessa di futuro rovesciamento o metanoia…
D- Giovannini, … il nuovissimo, paradossale sorprendente Per Quale Motivo?
R-: "Per quale motivo Israele può avere 400 testate atomiche e l'Iran nessuna?- L'impero interiore", secondo dei nostri libri-idea di quest'anno, è chiaramente un gesto di sfida al tabù, alla debolissima coscienza dei reticenti distinguo e dei codini altromotivo, ma siccome non è data risposta per regola, ovvero tutta la trentina dei rispondenti ha dovuto ribattere giocoforza su altro che non fosse questo, è anche uno schiaffo in faccia alla presupponenza dei sostanzialisti di facciata. Con i tabù non si forma dialettica ma solo sopraffazione e violenza e quindi questa nostra scelta risulta un richiamo coraggioso e controcorrente alla presa di verità. Che dire d'altro?… mi sembra che per un libro di tal fatta, con ogni intrinseco ed inevitabile limite, sia già molto…
R: Al di là della destra e della sinistra, nell'ottica che sopra delineavamo, potrebbe meglio chiamarsi e destra e sinistra, ovvero potrebbe lasciare al primo titolo la sua ormai lunga perfetta ma alla fine impotente parafrasi del fallimento neocapitalista e del superamento necessario di questo e riconoscere definitivamente per l'epoca del clinamen e dell'ultimatività, che molti leggono eufemisticamente ma con una base di verità come l'eterna ed interminata crisi di passaggio, un serio ossimoro ontologico, logico, metapolitico, civile, sociale, economico e creativo. Siamo postumi a tutto e questa nostra condizione rimette in gara il nostro gioco tragico senza sconti per nessuno. E se è vero che le etichettature ottocentesche ormai hanno un senso solo residuale, animico e di rendita di posizione, espressione della pesanteur, e quindi da non mai sottovalutare, è anche vero che richiamare e destra e sinistra, nella stessa loro possibile evocazione atemporale, rende bene l'idea di un vero superamento definitivo del secolo non certo breve ma ininterrotto e di cui le poste sono ancora attive, almeno dal punto di vista del soggetto o del gruppo elitario e trainante. A tal proposito il New realism che oggi tende a trovare nuovo campo e legittimità filosofica non so quanto si riconosca consapevolmente in questo orizzonte di rovine e macerie, e quanto possa liberarsi dei tabù del politicamente corretto che si sono sostituiti artatamente ai vecchi e naturali idola tribus, nella logica progressivamente inevitabile del mondo globalizzato così come la modernità post-due- guerre-mondiali ha imposto. Noi non abbiamo di tali problemi, non avendo il tabù della democrazia e neanche quello della élite, intesi nel loro intendimento letteralista, in quanto crediamo appunto in un ossimoro, ovvero in una aristocrazia sociale, che si crea per partecipazione vera e non per stanchi ritualismi, privi ormai persino di vita animica… In fondo è ciò che hanno creduto tutti i grandi rivoluzionari ma dovendosi ancorare a logiche che per noi ormai sono state deprivate di ogni aura, demistificate definitivamente, ridotte all'osso della potenza senza volto e della conseguente violenza ipocrita. Personalmente sono convinto che è solo con la nostra formazione ideale che si può tenere sotto controllo potenza e violenza senza rinunciare all'azione che rimetta in gioco tutto. Parte dal singolo tale processo e passando attraverso la comunità può giungere alla Nazione e poi allo Stato. E la condizione miserevole della nostra esistenzialità attuale è una promessa di futuro rovesciamento o metanoia…
D- Giovannini, … il nuovissimo, paradossale sorprendente Per Quale Motivo?
R-: "Per quale motivo Israele può avere 400 testate atomiche e l'Iran nessuna?- L'impero interiore", secondo dei nostri libri-idea di quest'anno, è chiaramente un gesto di sfida al tabù, alla debolissima coscienza dei reticenti distinguo e dei codini altromotivo, ma siccome non è data risposta per regola, ovvero tutta la trentina dei rispondenti ha dovuto ribattere giocoforza su altro che non fosse questo, è anche uno schiaffo in faccia alla presupponenza dei sostanzialisti di facciata. Con i tabù non si forma dialettica ma solo sopraffazione e violenza e quindi questa nostra scelta risulta un richiamo coraggioso e controcorrente alla presa di verità. Che dire d'altro?… mi sembra che per un libro di tal fatta, con ogni intrinseco ed inevitabile limite, sia già molto…
D- Giovannini, Nuova Oggettività come Scienza Romantica, tra Schiller, Hilmann, Rella e scienziati atipici ma di gran audience come McLuhan e (qua il fisico che mi hai citato, mi sembrava… Costa de Beauregard tra Homo Auroralis archetipicale e Techno Sapiens avveniristico?
R: Quando ho cercato di fare un bilancio di 12 anni di "Letteratura-Tradizione" (1997-2009), la rivista di cui sono stato redattore per tutti i numeri e che si è distinta per una straordinaria metodologia di ricerca con le direzioni alternantesi e le sezioni autonome, strumento eminentemente registrativo ma a suo modo e con i suoi tempi anche fortemente indicativo, ho potuto compiere un bilancio lucido della nostra distanza/presenza rispetto al mondo della usualità e contemporaneità filosofica, letteraria, scientifica, ideologica. La distanza/rammemorante o wei wu wei, è stata una caratteristica della nostra marginalità attiva, che non ci ha impedito mai però di anticipare paradossalmente e spesso sorprendentemente molti degli autori e delle tematiche del dibattito presente. Questo dipende dal fatto che non nuoce una certa separatezza rispetto alla corrività, separatezza derivata da mille cause che ho investigato, appunto esaurientemente in altra sede, se questa separatezza non è tronfia o velleitaria ma dolente e sapiente, scanzonata ed assieme serissima. Allora, ad esempio, sentire il rumore di fondo che compie il pensiero della fisica ultimissima, dagli ormai storicizzati Fantappiè e Costa de Beauregard, ove il concetto di sintropia entra in dialettica con quello di entropia, sino alle ricerche sul possibile superamento del Modello Standard della teoria quantistica, opzioni tutte ove comunque la fisica delle particelle è sperimentale per la comprensione del macrocosmo, ci serve per rammentarci della nostra relatività generale, ovvero della nostra visione olistica, postumanistica, tesa all'interazione efficace tra tradizione e ricerca. Spesso il mondo della complessità originaria (De Santillana) è più vicino alle ipotesi della ricerca scientifica attuale di quanto molti credano e si depotenzia in tal modo l'arroccamento letteralista tra le due culture che tanti danni ha fatto ed ancora genera. Certo, parafrasando Noica è dall'idiomatico che si raggiunge l'universale, come a dire che è dalla ricerca specialistica, in ogni campo che possiamo cogliere barlumi di verità ampia e coinvolgente a tutti i livelli. Ma per dire qualcosa che assomigli ad una provocazione potrei richiamare il Carlos Wieder, protagonista sfuggente dellaStella distante di Carlos Bolaño, come esempio di qualcosa che ci è sempre vicino e sempre più vicino diviene lontanissimo, perché le poste della complessità parlano chiaro delle cause che si moltiplicano e dei significati sempre più difficilmente significanti, se noi non si opera una scelta coraggiosa ed onesta, "ipotesi di lavoro", comunque, nel Gran teatro del mondo apparecchiato… Ritorniamo così alla distanza rammemorante, che è dimensione eminentemente spirituale. L'uomo archetipale aurorale e/o hierarchicus, come l'uomo tecnologico e/o aequalis sono modellistica socio/civile, come nel grande Dumont tutta da investigare, ma in una sinergia ancor più tutta da costruire sono materia per la nostra azione. In tal senso non si può scappare dalla scelta di campo ma noi l'abbiamo fatta consapevole delle nuove poste in gioco, senza attardarci ancora in quelle passate.
D- Giovannini, più in generale e per l'Italia del XXI secolo, per una Quinta Roma tradizional/futurista, elogio del paradosso ma …Azzurro?R: Un Quinto Impero, ed una conseguente Quinta Roma, tradizione e futurista, dopo la prima classica, la seconda bizantina, la terza orientale, la quarta riformista e controriformista, dovrà essere da noi costruita sapientemente con gli strumenti dell'utopia. Quanto siamo più lontani dalla potenzialità del bene, ridotti all'estremo della sopravvivenza senile in uno stato che non ha più nulla di eminentemente degno se non la speranza assurda di alcuni dei suoi figli migliori, così potremmo sognare ed operare per l'ipotesi che per noi si organizzerà – per il tempo prossimo – in un nuovo libro corale… La sfida comunitaria è celeste per definizioneInfo:
(Fonte) www.eccolanotiziaquotidiana.it
http://www.sandrogiovannini.com/prodotti.asp
http://nuovaoggettivita.blogspot.com
http://www.edizionilacarmelina.it/?page_id=613
http://nuovorealismo.wordpress.com/rassegna/2012-2/
*1-5 RStampa New Realism/Nuova Oggettività
http://nuovorealismo.wordpress.com/rassegna/2013-2/
*25-1 RStampa New Realism/Nuova Oggettività
http://www.bibliotecadiviasenato.it/editoria/biblioteca-di-via-senato/Anno-IV.aspx
R: Quando ho cercato di fare un bilancio di 12 anni di "Letteratura-Tradizione" (1997-2009), la rivista di cui sono stato redattore per tutti i numeri e che si è distinta per una straordinaria metodologia di ricerca con le direzioni alternantesi e le sezioni autonome, strumento eminentemente registrativo ma a suo modo e con i suoi tempi anche fortemente indicativo, ho potuto compiere un bilancio lucido della nostra distanza/presenza rispetto al mondo della usualità e contemporaneità filosofica, letteraria, scientifica, ideologica. La distanza/rammemorante o wei wu wei, è stata una caratteristica della nostra marginalità attiva, che non ci ha impedito mai però di anticipare paradossalmente e spesso sorprendentemente molti degli autori e delle tematiche del dibattito presente. Questo dipende dal fatto che non nuoce una certa separatezza rispetto alla corrività, separatezza derivata da mille cause che ho investigato, appunto esaurientemente in altra sede, se questa separatezza non è tronfia o velleitaria ma dolente e sapiente, scanzonata ed assieme serissima. Allora, ad esempio, sentire il rumore di fondo che compie il pensiero della fisica ultimissima, dagli ormai storicizzati Fantappiè e Costa de Beauregard, ove il concetto di sintropia entra in dialettica con quello di entropia, sino alle ricerche sul possibile superamento del Modello Standard della teoria quantistica, opzioni tutte ove comunque la fisica delle particelle è sperimentale per la comprensione del macrocosmo, ci serve per rammentarci della nostra relatività generale, ovvero della nostra visione olistica, postumanistica, tesa all'interazione efficace tra tradizione e ricerca. Spesso il mondo della complessità originaria (De Santillana) è più vicino alle ipotesi della ricerca scientifica attuale di quanto molti credano e si depotenzia in tal modo l'arroccamento letteralista tra le due culture che tanti danni ha fatto ed ancora genera. Certo, parafrasando Noica è dall'idiomatico che si raggiunge l'universale, come a dire che è dalla ricerca specialistica, in ogni campo che possiamo cogliere barlumi di verità ampia e coinvolgente a tutti i livelli. Ma per dire qualcosa che assomigli ad una provocazione potrei richiamare il Carlos Wieder, protagonista sfuggente dellaStella distante di Carlos Bolaño, come esempio di qualcosa che ci è sempre vicino e sempre più vicino diviene lontanissimo, perché le poste della complessità parlano chiaro delle cause che si moltiplicano e dei significati sempre più difficilmente significanti, se noi non si opera una scelta coraggiosa ed onesta, "ipotesi di lavoro", comunque, nel Gran teatro del mondo apparecchiato… Ritorniamo così alla distanza rammemorante, che è dimensione eminentemente spirituale. L'uomo archetipale aurorale e/o hierarchicus, come l'uomo tecnologico e/o aequalis sono modellistica socio/civile, come nel grande Dumont tutta da investigare, ma in una sinergia ancor più tutta da costruire sono materia per la nostra azione. In tal senso non si può scappare dalla scelta di campo ma noi l'abbiamo fatta consapevole delle nuove poste in gioco, senza attardarci ancora in quelle passate.
D- Giovannini, più in generale e per l'Italia del XXI secolo, per una Quinta Roma tradizional/futurista, elogio del paradosso ma …Azzurro?R: Un Quinto Impero, ed una conseguente Quinta Roma, tradizione e futurista, dopo la prima classica, la seconda bizantina, la terza orientale, la quarta riformista e controriformista, dovrà essere da noi costruita sapientemente con gli strumenti dell'utopia. Quanto siamo più lontani dalla potenzialità del bene, ridotti all'estremo della sopravvivenza senile in uno stato che non ha più nulla di eminentemente degno se non la speranza assurda di alcuni dei suoi figli migliori, così potremmo sognare ed operare per l'ipotesi che per noi si organizzerà – per il tempo prossimo – in un nuovo libro corale… La sfida comunitaria è celeste per definizioneInfo:
(Fonte) www.eccolanotiziaquotidiana.it
http://www.sandrogiovannini.com/prodotti.asp
http://nuovaoggettivita.blogspot.com
http://www.edizionilacarmelina.it/?page_id=613
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*1-5 RStampa New Realism/Nuova Oggettività
http://nuovorealismo.wordpress.com/rassegna/2013-2/
*25-1 RStampa New Realism/Nuova Oggettività
http://www.bibliotecadiviasenato.it/editoria/biblioteca-di-via-senato/Anno-IV.aspx
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