Psicoletteratura: l'occhio clinico di M.A. Pinna, recensione di M. Lozzi

L'occhio clinico copertina
 
L’OCCHIO CLINICO
di Maria Antonietta Pinna

Copertina di Graziano Cecchini
Prefazione di Mario Lozzi
(ed. Lanterna)
Penetrare negli anfratti della schizofrenia. Si può fare a patto di essere esperti di pazzia, arguti cavatappi di tutte le stranezze che fermentano nelle bottiglie della società dove viviamo. Si può fare se si possiede la capacità di osservare col microscopio i brividi della mente folle, se si è disposti ad osservare ciò che si contorce nei rapporti della gente, se si ha l’occhio esperto delle incredibili trasformazioni che avvengono nell’esperienza comune. Se si ha l’Occhio Clinico.
Con questo libro di racconti Maria Antonietta ha fatto opera di ricercatrice nei fermenti che fanno parte comune della società di questi tempi. Microbi di comportamenti assurdi che vivono nei microbi umani diffusi in modo impercettibile nel microcosmo degli esseri.
L’autrice compie un’opera di rovesciamento dove l’anormale accusa il normale di anormalità. Nel libro vivono e agiscono personaggi che si possono incontrare ogni giorno: coniugi, impiegati, ragazze. Sono persone comuni che potrebbero essere descritti con una indifferenza estrema o potrebbero essere tranquillamente archiviati nella memoria di chi li incontra come del tutto privi di interesse. Ma l’autrice non li disegna per quello che appaiono, ma per quello che rovesciano nelle volute del cervello. Dove, spesso, la pazzia diventa realtà e la realtà diventa pazzia....  C
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