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Perchè il terremoto nel ferrarese? (8) da Meteo Web e INGV

Terremoto Emilia: nel rapporto preliminare del gruppo ‘Emergeo’ dell’Ingv l’analisi di fratture e liquefazioni

 

Grazie al rapporto preliminare dei rilievi geologici di terreno effettuati nell’area epicentrale del terremoto del 20 maggio 2012 dall’EMERGEO working group dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia possiamo scoprire nuovi dettagli degli effetti del sisma nel suolo padano.

Domenica scorsa, 20 maggio alle ore 04:03, come tutti tristemente sappiamo, un terremoto di Mw 5.9 ha colpito un settore della Pianura Padano-Emiliana tra le province di Modena, Ferrara, Rovigo e Mantova. A partire dal 21 maggio il gruppo Emergeo si è attivato per il rilievo degli effetti cosismici sull’ambiente naturale.
E’ stato reperito materiale di riferimento, ed in particolare la cartografia cartacea e digitale, le mappe tematiche messe a disposizione dalla regione Emilia Romagna, i lavori scientifici e i rapporti tecnici sull’area. E’ stato organizzato un primo DB gestito da personale INGV dedicato presso la sede di Roma mentre presso la sede di Grottaminarda è in corso l’allestimento di un server per la distribuzione WEB dei dati.

Dopo aver censito e localizzato tutte quelle segnalazioni di effetti geologici riportate dai media e su internet è stata identificata l’area da rilevare, che grosso modo coincide con la zona in cui si sono concentrate le repliche, all’interno di un quadrilatero compreso tra gli abitati di Mirandola, Camposanto, Bondeno e Sant’Agostino. I rilevamenti sul terreno sono iniziati nella mattinata del 22 maggio e sono ancora in corso, con il coinvolgimento e l’avvicendamento di diverse squadre composte da personale di Roma1, CNT, OV e Roma2. In ogni punto rilevato sono state effettuate misurazioni e campionamenti. Un sorvolo in elicottero, effettuato grazie al Corpo Forestale dello Stato, ha permesso di identificare le zone a più alta concentrazione di effetti.
E’ stato attivato lo scambio di dati con i ricercatori di Uni Insubria e ISPRA per assicurare la massima copertura del territorio.

Gli effetti rilevati sono riconducibili a tre tipologie principali:

  1. Liquefazioni per sovrappressione di falde idriche ospitate da corpi sabbiosi del sottosuolo
    I fenomeni di liquefazione sono molto diffusi nei dintorni di San Felice sul Panaro, San Carlo di Sant’Agostino e Bondeno. Coinvolgono principalmente sabbie fini grigiastre e in alcuni casi possono riconoscersi venute di sabbie giallastre. Nella gran parte dei casi si possono osservare numerosi condotti allineati e le sabbie fuoriuscite sono organizzate in vulcanetti coalescenti. Pozzi per l’emungimento di acqua per irrigazione (10-15 m) sono serviti da condotto e sono stati riempiti di sabbia, che in alcuni casi è fuoriuscita. Nei centri abitati le liquefazioni sono spesso legate alla presenza di manufatti che probabilmente hanno funzionato come vie di fuga preferenziali. In alcuni casi sporadici, associati alle liquefazioni, sono stati osservati rigonfiamenti e sprofondamenti del terreno.
  2. Fratturazione estensionale con prevalente separazione orizzontale
    Fratture beanti o con piccoli rigetti verticali non sistematici, con un en-echelon apparente, sono presenti soprattutto nel settore orientale, e possono essere seguite per alcune centinaia di metri. Localmente si osservano piccole fuoriuscite di sabbia. Una trincea aperta attraverso una di queste fratture per la riparazione di una condotta ha mostrato la presenza di sabbia risalita lungo la frattura stessa ma che non aveva raggiunto la superficie.
  3. Liquefazioni associate a fratturazioni
    Le fratturazioni con associata liquefazione sono anch’esse più diffuse nel settore orientale, nella zona tra Bondeno, Mirabello e San Carlo. Consistono in fratture lunghe anche decine di metri, spesso in en-echelon apparente, da cui è fuoriuscita una ingente quantità di sabbia fine grigia.

In corrispondenza di alcune liquefazioni e fratture si è verificata anche la rottura di condotte idriche. Un primo confronto tra le caratteristiche geomorfologiche dell’area e la localizzazione degli effetti osservati mostra una correlazione con la presenza di paleoalvei dei fiumi Secchia, Panaro e Reno.
I principali sistemi di fratturazione sembrano essere in correlazione con le zone di argine, in particolare quello del canale Cavo Napoleonico.
Altra osservazione comune per tutte le aree investigate è l’innalzamento di alcuni metri della falda più superficiale, che ad oggi presenta ancora una anomalia.
Di seguito le immagini dell’Ingv: CONTINUA METEO WEB

 

http://www.meteoweb.eu/2012/05/terremoto-emilia-nel-rapporto-preliminare-del-gruppo-emergeo-dellingv-lanalisi-di-fratture-e-liquefazioni/136144/#chiudi_adv

 

* 7-6-5-4-3-2-1  METEO WEB...

http://lasinorosso.myblog.it/archive/2012/05/26/perche-il-terremoto-nel-ferrarese.html

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