Mauro Malaguti: La politica dei Grillini

 Più democrazia tra popolo ed eletti – ma nel loro partito – pardon movimento – non si parla di democratici congressi e nelle assegnazioni dei posti di consigliere in regione un grande esempio di democrazia e pluralismo nella rappresentanza del territorio non l’hanno poi dimostrato visto che hanno preferito far subentrare il secondo candidato di un stesso collegio rispetto al candidato di un collegio diverso; 

·        Abbattere i costi della politica e dei politici – eppure malgrado tutte le loro annunciazioni di personali rinunce agli emolumenti, che verserebbero in gran parte al movimento, nessuno di loro risulta ancora li abbia devoluti a qualche associazione di beneficenza; (Peraltro la politica e le campagne elettorali hanno dei costi e la Costituzione deve garantire a tutti il diritto di accesso alle cariche pubbliche elettive, altrimenti si avrebbero solo politici miliardari, e questa sarebbe una rivoluzione davvero singolare visto che si tornerebbe di fatto a un sistema politico di qualche centinaio di anni fa;

·        Politici nuovi svincolati dalle logiche partitocratriche – ma la nostra è una democrazia fondata sul sistema dei partiti, dove militandovi si matura quella esperienza necessaria in qualunque occupazione e altrettanto indispensabile quindi anche in politica, soprattutto prima di avere importanti incarichi pubblici.

Un vecchio detto popolare sostiene che sia meglio lasciare ‘a ognuno il lavoro suo’ e un altro aggiunge che ‘al peggio non vi é mai limite’. La crisi internazionale che stiamo attraversando, con la crescente disoccupazione e l’impoverimento della classe media lavoratrice richiede risposte serie e concrete, non lascia spazio a demagogia e populismo, perché altrimenti le battute da cabaret finiranno per far piangere e a ‘Vaffa…’ ci finiremo davvero tutti. 

 

Mauro Malaguti (Nuovo Corriere Padano)