TRANSVISION 2010 MILANO 22 -24 -10-2010
The mission of transhumanism
Contrary to widespread expectations, be they positive or negative, eschatological or millenaristic, there are reasons to believe that the pace of change may be slowing down in comparison with what we had been living in the century going roughly from 1870 to 1970. Even some of the most spectacular achievements since fall well within the boundaries of pre-existing trends and paradigms, and risk to appear as the proverbial feats of dwarves on the shoulders of giants. Cultural and educational decadence, ideological biases, prohibition and unfavourable legal frameworks, the inertia of increasingly globalised socio-economic patterns, all play an active role in this scenario. Temptations by transhumanists to take “into their hands” what largely depends on full-scale societal and civilisational projects and/or individual genius are in most case delusional. But even more futile is to reduce oneself to a cheerleading or monitoring group of technoscientific developments which are believed to happen automagically, no-matter-what, and be mainly concerned with “steering” things which are not going to happen at all unless a sufficient mobilisation is created to that end, leading to a deep change of current policies and value systems. The mission of transhumanism is that of explicitely organising advocacy, lobbying, and metapolitical activism aimed at presenting the case for innovation and for a posthuman, and before that a posthumanist, change.
La missione del transumanismo
Al contrario delle aspettative di molti, positive o negative, escatologiche o millenaristiche, vi è ragione di ritenere che il ritmo dei processi di cambiamento stia in realtà rallentando a paragone di ciò che avevamo vissuto nel secolo che va approssimativamente dal 1870 al 1970. Persino alcuni dei risultati più spettacolari successi dei nostri giorni ricadono ampiamente nel perimetro di trend e paradigmi preesistenti. e rischiano di apparire come le proverbiale gesta di nani sulle spalle di giganti. La decadenza culturale e dei sistemi educativi, il pregiudizio ideologico, il proibizionismo ed un quadro normativo sfavorevole, l’inerzia di modelli socio-economici sempre più globalizzati, tutti giocano un ruolo in questo scenario. Le tentazioni da parte dei transumanisti di “prendere in mano” ciò che dipende largamente da progetti che richiedono il coinvolgimento di intere società o civiltà, o dal genio individuale, sono nella maggior parte dei casi figlie dell’illusione. Ma ancora più futile è ridursi a fare le cheerleaders di sviluppi tecnoscientifici che si ritiene debbano prodursi automagicamente, in ogni caso; o essere principalmente preoccupati del fatto di “guidare” cose che non vedranno mai la luce se non viene generata a tale fine una sufficiente mobilitazione che conduca ad un profondo mutamento delle politiche in essere e del sistema di valori dominante.
La missione del transumanismo è quella di organizzare esplicitamente la promozione, l’attività di lobbying e l’attivismo metapolitico volti a sostenere la causa dell’innovazione e di una trasformazione postumana, e prima ancora postumanista.
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