Coop e Martello

da IL GIORNALE

Le coop sono organismi geneticamente modificati, centri di potere politico ed economico lontanissimi dai principi ispiratori, governati da una casta oligarchica slegata dai soci e alla ricerca del profitto a tutti i costi, al pari di una qualsiasi altra società. Non lo scrive Bernardo Caprotti, patron di Esselunga, in una riedizione di Falce e carrello ma un ex manager coop, Mario Frau, in un libro appena pubblicato dagli Editori Riuniti intitolato La coop non sei tu.

Frau ha lavorato nel movimento cooperativo per 25 anni, è stato consigliere delegato della piemontese Novacoop e membro della Direzione nazionale dell’Ancc, il massimo organo di governo del sistema. Nel 2006 ha dato le dimissioni, nauseato - spiega - da «una gestione troppo personalistica del presidente», da «operazioni immobiliari di stampo speculativo come la Spina 3 di Torino» e dall’assalto alla Bnl condotto dall’Unipol di Giovanni Consorte assieme ai «furbetti del quartierino».

Frau parla di contraddizioni, trasformazioni e degenerazioni avviate negli Anni ’80, gli anni degli spot con il Tenente Colombo, dei primi ipermercati e della finanziarizzazione del sistema. In origine, le coop garantivano ai soci servizi e prodotti a prezzi bassi e se chiudevano i bilanci in utile ne distribuivano loro una parte. Oggi invece questo «ristorno» è quasi inesistente (nel 2007 Coop Adriatica e Coop Estense hanno restituito lo 0,3 per cento del fatturato), gli utili vengono incamerati per aumentare il patrimonio e raramente i prezzi sono più bassi rispetto alla concorrenza.

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