MANIFESTO DELL'ECOFUTURISMO DI ENRICO BAJ
*da Figli di Narrativa Indipendente Blog
- Noi disprezziamo il pericolo, lo spreco, la forza.
- Coraggio, audacia, esaltazione portano lotta e morte.
- Disprezziamo il movimento aggressivo, l'insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo e il pugno. Esaltiamo la quiete pensosa, l'estasi del sonno, il dolce far niente.
- Velocità è bruttura: la più bella automobile da corsa, ruggente, che sembra correre sul filo della mitraglia, fa schifo se paragonata a una qualsiasi immagine naturale o artistica: e si lasci in pace la " Vittoria di Samotracia".
- Noi disprezziamo il volante, il cambio, l'acceleratore, il motore sprint e la fetente benzina, droga d'ogni motorista. La petroldipendenza è a livelli insopportabili.
- Ardore, sfarzo e munificenza accompagnino la creatività del poeta lontano da roboanti ferraglie.
- Non vi è bellezza se non nella quiete. L'aggressività non ha a che fare con arte e poesia, anzi ne è l'opposto.
- La dimensione umana si svolge sempre nello spazio e nel tempo, nei limiti del territorio e della durata. L'eterna velocità onnipresente è una coglioneria bella e buona. Vogliamo giacere, fornicando senza fretta.
- Vogliamo glorificare la Donna, e disprezzare la guerra, il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore e le " belle idee" per cui si muore. Unica morte accettabile è quella nel proprio letto.
- Musei, biblioteche, accademie non ci riguardano ma non vi è alcun bisogno di distruggerle. Siamo per il femminismo, per la donna portatrice di vita e non di distruzione. Respingiamo quindi l'immagine aberrante di una parità sessuale che non esiste e la maschilizzazione nel capitanato d'industria, nella competizione e nella violenza.
- Fanno schifo le grandi folle manipolate dai media, il fervore degli arsenali e dei cantieri, i fumi puzzolenti e venefici delle officine, i moti rivoluzionari e fasulli delle città moderne. Fa schifo il baccano delle locomotive e ogni pretesto motoristico che induce corruzione, consumismo, miasmi, inquinamenti e incidenti a catena. Vogliamo una città solare.
Noi oggi fondiamo il Futurismo Statico, in nome dell'immobilismo plastico, per liberare gli uomini dalla cancrena del moto, del motore, del turismo dopolavoristico o intellettuale che sia. Voi ci credete pazzi mentre proponiamo una nuova sensibilità. Fuori dall'atmosfera gli spazi sono infiniti e il sistema galattico in cui viviamo è di tale grandezza che in esso ogni moto si annulla. Nella calma e nell'incedere di chi voglia ancora spostarsi naturalmente potremo ritrovare la misura di noi che è illimitazione. L'immaginario dei cieli è il nostro habitat che scandisce il tempo nel divenire della memoria. Stesi sul letto del mondo, accarezziamo la volta stellare.
Ubu è con noi! Ha Ha!