LA SINDROME DI STOCCOLMA A FERRARA?

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da CONTROCULTURA/SUPEREVA
DA ESTENSE COM FERRARA
 
Di tanto in tanto, recentemente, sociologi e politologi hanno arricchito il loro vocabolario, generalmente banaluccio, con l’espressione Sindrome di Stoccolma che delinea fenomeni clinici, psicologici e psichiatrici, relativi alle vittime che, unica strategia di sopravvivenza mentale, s’identificano con il persecutore o tiranno… Molte sfumature ovvio, il concetto deriva persino da certa psicologia della guerra riscontrata appunto nella seconda guerra mondiale (Bruno Bettelheim o lo stesso Franco Fornari): ufficialmente il termine deriva da un particolare caso di cronaca criminale svedese negli anni settanta del secolo scorso.
L’espressione può (ed è) usata in scenari molto ampi, alcuni anche sorprendenti: si parla spesso (e spesso a vanvera) nella culturina politologa italiana di deriva dell’informazione, della democrazia, della cultura, della poesia, della morale, magari a causa di Internet o di qualche Big Brother televisivo in carne ed ossa… e così via.
Forse, qualche sguardo psicosociale meriterebbero invece alcune anomalie nazionali, a livello politico-culturale, in quanto periferiche, decentrate, poco visibili ai Caldei sociali italiani, incapaci di captare il Reale in Divenire, magari da eventi microscopici, eppure, a volte significativi, veri e propri campioni scientifici in vitro degli eventi macroscopici…. (da Freud a certa psicopolitica).
Ferrara, in Emilia-Romagna, è convenzionalmente nota come Città d’Arte, delle Biciclette, della Spal, dell’Ariosto o Bassani: va da sé, e lo comunichiamo in senso fenomenologico e non ideologico, proprio in riferimento alla Sindrome di Stoccolma (andazzo, peraltro denunciato anche a livello cittadino da alcuni politologi non allineati), Ferrara ha un altro primato forse ineguagliato nella storia… del comunismo e della staticità politico-culturale… Praticamente è l’ultima cittadella comunista più longeva (dal 1945…), ha persino quasi uguagliato Moska! Naturalmente quel che sorprende e merita microanalisi psicosociali non è tanto certa costante comunista politico-elettorale, almeno fino all’era Berlinguer: quando anche Ferrara era quasi un fiore all’occhiello delle regioni rosse, ben pilotate e amministrate dall’ex PCI. Quel che sconcerta è proprio Ferrara, oggi, come metafora quasi laboratorio della crisi della sinistra post PCI, culminata con i tristi primati odierni di una casta nepotistica quasi sfacciatamente alla luce del Sole.
Ex sinistra del PCI, ridotta assimilata mangiata – come con i celebri baccelli dell’Invasione degli Ultracorpi, dalla Nuova DC virtuale (ma empiricissima…) del nostro tempo che appunto da Roma a Ferrara si è letteralmente mangiata i..comunisti, fino alla fumata bianchissima del..ferrarese ben noto Dario Franceschini leaderuccio del postPCI.., oggi PD, a Ferrara ribattezzato Partito Democristiano!
Tristi primati Ferrara, nonostante le sbandierate bellezze storico-artistiche: city d’arte e ombre diciamo mediterranee, suggellate dalla cattedrale nel deserto celebre del Palazzo degli Specchi, star gate per le ombre di cui prima, avallate da un noto consulente intellettuale democristiano del senatore italiano DC doc più noto, tutore proprio dei due leader ferraresi del PD, lo stesso Dario Franceschini e a livello periferico il nuovo sindaco Tagliani.
Ombre rilanciate da un fenomeno inspiegabile, degno di Capitan Ventosa… città Cenerentola in Economia della Ragione Emilia-Romagna e paradossalmente city con la più alta densità di banche….euro certamente non depositati dai turisti mordi e fuggi…
Inoltre: primati quasi nazionali per i tumori e i suicidi, forse casi di psicogeografia per la nebbia quasi filogenetica. Solo alcuni anni fa il primato di due presidenti di calcio inquisiti per affaire extracalcistici, uno in simbiosi con la Finanza Rossa delle Coop…
Non ultimo…. gruppi dirigenti e politico-elettorali degni di analisi genetiche per diciamo così, in tutte le stanze dei bottoni somiglianze nel DNA e nei gruppi sanguigni, insoliti per una città di provincia.
Ed ecco la sindrome: nonostante appunto un fiume elettorale costante vecchio, senile di oltre mezzo secolo, nonostante legittime proteste sempre più elevate a livello quantitativo, dimostrate dalla stampa locale, come per sortilegio, anche nell’ultimo tour elettorale, nonostante il candidato fosse ufficialmente un democristiano doc, apriti Sesamo, Ferrara la Rossa è sopravvissuta...
Ha resistito persino al rischio dell’immigrazione che ha quasi già trasformato Ferrara, in pochi anni da città del Silenzio in quartiere futurarabo di Bologna… con tanto di Moschea gigante annunciata unilateralmente proprio dalla Casta politico attuale a 50 metri dal Petrolchimico più grande d’Europa tutt’oggi attivissimo!
Tale masochismo dei ferraresi è chiaramente in scala… uno specchio della storia nazionale della sinistra, ridotta a difendere recentemente anche il Vaticano! E con un antecedente storico da non sottovalutare: il fascismo ebbe tra le sue città natali proprio Ferrara e il ferrarese: in provincia furono fondati alcuni dei primi fasci e il fascismo ferrarese, nel male e nel bene, ebbe un ruolo originario e sempre fondamentale nella cosiddetta rivoluzione fascista o nel ventennio di regime, come si preferisce (parliamo sempre a livello fenomenologico).
Insomma da Balbo a Franceschini, da Stoccolma a Ferrara, una trasvolata psicosociale, strumenti di lavoro per sociologi e futurologi e politologi…


Roberto Guerra, coordinatore AIT (Associazione Italiana Transumanisti) Ferrara

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 VIDEO http://www.youtube.com/watch?v=homtsh3wR1Y