Con riferimento al sereno disimpegno nella tutela della pineta dei Lidi da parte della presidenza della Provincia di Ferrara (ha convenientemente trovato leggi che consentono di tutto fuorché proteggere gli alberi, lasciandole la coscienza soddisfatta come dopo l’elargizione di un’offerta all’AVIS), un’amica mi manda ironicamente il depliant di un convegno organizzato dalla Provincia di Ravenna riguardante l’ambiente, il cui programma contempla come si “ricostruisce il clima entro cui si sviluppò, agli inizi del Novecento, la difesa della pineta di Ravenna e della concezione di paesaggio, e propone un bilancio della legislazione e dell'azione di tutela, anche alla luce di un confronto interdisciplinare sull'odierna nozione di paesaggio.” C’è pure “il tema dell'educazione al paesaggio, passando in rassegna alcuni progetti e iniziative promosse da soggetti istituzionali diversi per contribuire alla conservazione e interpretazione del patrimonio paesaggistico locale.”
Non faccio in tempo a completare la lettura del depliant, che sul giornale on line arriva la replica alla Zappaterra dal gruppo parrocchiale di S. Paolo al Lido degli Estensi. Gli animatori della civile e intelligente protesta contro la libertà di scempio concessa da vaneggianti amministratori non si smentiscono: con linguaggio chiaro e sintetico ribadiscono pacatamente come stanno le cose. Traggo un esempio del loro scritto: “ … le nostre pinete sono relitti preziosi di ambiente in un tessuto urbano cresciuto senza trama e senza ordito, senza una pianificazione responsabile nei confronti della natura, né tanto meno lungimirante rispetto all’attrattiva turistica del nostro litorale.” Roba da infiammare le meningi ai politici, considerando che fa parte di un testo da 540 parole, più di 3.000 battute. Troppe per qualsiasi amministratore della Provincia di Ferrara, già in difficoltà a tradurre il titolo dell’articolo dall’italiano al politichese. Hanno i loro consulenti, è vero. Ma siccome questi non hanno fatto promesse elettorali ai cittadini, si astengono da compiti spossanti.
Bisogna che i brillanti parrocchiani di S. Paolo cambino strategia. Hanno raccolto 3.000 firme, proseguano nella raccolta fino a raggiungerne 30.000. Poi chiedano un referendum per cambiare provincia, accorpando i Lidi e Comacchio alla provincia di Ravenna (o qualsiasi altra provincia, ma Ravenna è più comoda). Avranno più tutele, e non solo sulle pinete. Forse, la presidenza della provincia di Ferrara non se ne accorgerebbe, rimanendo la poltrona la stessa di prima.
Paolo Giardini
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