MANUELA VIO INTERVIEW di Gianluca D'Aquino

BENEDETTA MARINETTI.jpgINTERVISTA A MANUALE VIO, TRA GLI AUTORI DI ANTOLOGIA FUTURISTA-IL CENTENARIO NEL CIELO (X LUCE MARINETTI) -ASS.CULTURALE DIETRO L'ARTE -

FUTURIST EDITIONS EBOOK

Dieci domande +1” per conoscere i nostri autori

di Gianluca D’Aquino

 

 

1) Presentati: chi sei e cosa fai nella vita?

 

R: Mi chiamo Manuela Vio e sono nata a Venezia ventotto anni or sono. Nella vita, cerco di fare quello che mi piace di più, cioè scrivere. Mi piace fermarmi a guardare un tramonto o alzarmi presto al mattino per vedere l'alba e immortalare queste bellezze fotografandole, infatti, amo fare molte foto, non vado mai da nessuna parte senza la mia fedele macchina fotografica, cerco di prendere i più piccoli particolari, dal volo di un gabbiano alla barca abbandonata da anni in laguna, dal sorriso di una persona allo sguardo, pensante e misterioso, di un gatto. Da qualche anno a questa parte, ho boicottato la TV, infatti per me è come se non esistesse, non faccio parte della massa di persone che guardano il Grande Fratello o l'Isola dei Famosi, non faccio parte delle persone che amano i pettegolezzi in TV e quant'altro, non leggo riviste di gossip perché non mi interessa ciò che fa un Vip, trovo che il mondo in cui viviamo, sia schiavo di queste cose, citando una frase tratta da "Il ritratto di Dorian Gray" di Oscar Wilde, uno dei miei scrittori preferiti, "La vita è un'opera d'arte ben riuscita, la vita imita l'arte, la vita è il risultato dell'arte…" e come possiamo noi, coronare la vita e l'arte se queste vengono inquinate da certi programmi televisivi? Amo la musica, non tutta però, non amo per esempio il genere di musica commerciale, che, anche se orecchiabile, non dice nulla, è tutta uguale, tra gli artisti che adoro c'è Renato Zero, un grande della musica, con le sue canzoni fa provare emozioni forti, emozioni che non tutti riescono a far provare. Pensate che la sua canzone "Il pelo sul cuore" che parla di un cane, non la posso nemmeno ascoltare, l'ho ascoltata tre volte da quando è uscita e tutte e tre le volte, ho pianto, è una canzone particolare che riesce a toccare il cuore di chi, come me, ama gli animali. Dopo di lui, c'è Jovanotti che sa esprimere nei suoi testi cose che ci fanno pensare e mi dà, anche lui, delle forti emozioni. Questi, sono solamente due esempi di artisti ai quali ho affidato la mia crescita e la mia adolescenza e sono convinta, che se le persone esprimessero di più i loro sentimenti, il mondo sarebbe migliore. Detto questo, spero di non avervi annoiato perché siamo solo alla prima di 10+1 domande…

 

2) La tua vita da scrittore. Com’è iniziato il tutto?

 

R: Penso che la mia vita da scrittrice sia iniziata già dalle elementari, perché, a quanto mi ricordo, ho cominciato a scrivere i primi racconti dalla quarta elementare in su, poi, alle medie, pubblicavo da sola un piccolo giornalino di sei/sette pagine, scrivendo articoli legati all'isola dove abito e rubriche varie, tra cui inventavo anche le parole crociate nella sezione "passatempi". Ricordo che ne vendevo circa una quarantina di copie e calcolando che usciva una volta la settimana, ne ero entusiasta, questo lo facevo durante l'estate, quando lo studio non prendeva tutto il mio tempo. Il mio primo romanzo, dal titolo "In sogno si può toccare il cielo con un dito", l'ho iniziato all'età di tredici anni, scrivendo le prime quaranta pagine. Poi però mi resi conto, stupidamente, che non avrei mai avuto la possibilità di pubblicarlo e lo lasciai lì, in un cassetto, dal quale l'ho tolto nel mese di gennaio 2007 e, con più convinzione, con più anni sulle spalle e con più determinazione di quando avevo tredici anni, ho sistemato le quaranta pagine e ne ho aggiunte altre 200, facendo così di un piccolo sogno da adolescente il sogno dell'adulta che sta scrivendo in questo momento. Ecco, penso che l'inizio di tutto sia questo!

 

3) Quali sono gli autori dai quali prendi ispirazione?

 

R: Prendere ispirazione, non lo definirei il termine esatto, leggo molto o meglio leggevo di più una volta, ultimamente, a causa di vari impegni, ho dovuto, a malincuore, rinunciare a questa mia passione. Mi piacciono molti autori, tra cui Oscar Wilde, Ernest Hemingway, Ammaniti, Bevilacqua e molti altri, ma difficilmente traggo ispirazione da uno di loro, definirei i miei scritti "il mio scrivere" mi ispiro molto a me stessa, alle situazioni vissute e a quelle che vorrei vivere. A volte, scrivendo un racconto, la mia mente si proietta in un altro mondo, in un'altra dimensione, veramente riesco a vivere ciò che scrivo, non sto lì a pensare a come riempire il foglio, mi viene naturale aggiungere allo spazio bianco di una pagina delle righe nere con personaggi, situazioni ed emozioni. Una volta, una persona che conosco mi disse che i miei racconti assomigliavano allo stile di Kafka: questo è il più bel complimento che mi potessero fare, anche se non credo proprio di poter essere paragonabile a lui. Concludendo, non credo, come dicevo prima, di ispirarmi a nessuno anche se apprezzo moltissimi autori.

 

4) Cosa significa per te essere scrittore?

 

R: Essere una scrittrice, per me, ha un sacco di significati, il primo su tutti è quello di riuscire a trasmettere emozioni, che sono il cardine di ogni essere umano, senza di esse non possiamo andare avanti. Scrivendo, cerco sempre di esprimere tutta me stessa, cerco di essere il più "umana" possibile, cerco di dare ai miei personaggi quella parte di cuore che rispecchia un po’ tutti, è bello sapere che chi legge un nostro scritto, fino alla fine, trattiene il respiro, è bello sapere anche che magari a qualcuno possa cadere una lacrima leggendo il finale di qualcosa che abbiamo creato noi. Il fatto di essere scrittore/scrittrice è anche, tra le altre cose, una grossa responsabilità, nel senso, dobbiamo scrivere un genere di romanzo o racconto o quant'altro che possa essere alla portata di tutti, quando un nostro libro va a finire sugli scaffali di una libreria, noi non possiamo sapere chi lo comprerà, potrebbe essere l'adulto o anche il ragazzo e questa, secondo me, è una cosa a cui pensare. All'inizio della nostra carriera come scrittori, forse, non ci pensiamo ed è normale, perché all'inizio non si ha l'esperienza, si è alle prime armi e si è troppo entusiasti che il nostro primo romanzo sia in mostra su di uno scaffale che non sia quello della nostra libreria personale, questa cosa, non è semplice, non è facile per chi scrive, perché, la maggior parte delle volte, si scrive tutto d'un fiato, tutto quello che abbiamo dentro viene messo per iscritto. Naturalmente sto parlando per me. Quando poi rileggiamo ciò che abbiamo scritto, ci rendiamo conto che, a volte, non tutto si può considerare "buono" perché magari siamo andati un po’ troppo oltre alla linea di confine, così dobbiamo tornare indietro e cancellare. Questo non vuol dire che non esprimiamo noi stessi, lo facciamo lo stesso, ma ci adattiamo al mondo e al lettore, non vorrei però che questa mia considerazione fosse fraintesa, quando scrivo qualcosa, la scrivo con il cuore, scrivo con sentimento sperando di dare emozioni, che è la mia priorità. Secondo me, uno scrittore bravo, è colui che ti fa avere voglia di leggere, nel senso, quando iniziamo a leggere un romanzo e dall'inizio ci coinvolge talmente da continuare a leggerlo in ogni minuto libero che abbiamo, quando poi arriviamo alla fine ci dispiace di averlo finito, questo è il romanzo che ci rimarrà nel cuore. A me è capitato diverse volte con diversi romanzi, che poi alla fine vorresti persino poter conoscere l'autore ed essergli amico.

 

5) Quali sono le maggiori difficoltà per gli emergenti, nell’attuale mondo dell’editoria?

 

R: Ci sono, oggi come oggi, delle difficoltà non indifferenti per un autore emergente, perché le grandi case editrici, se non sei conosciuto, se il tuo nome non compare da nessuna parte, non sei nemmeno considerato, non ti danno l'opportunità di "debuttare" nel mondo letterario. Penso che le piccole associazioni di scrittori, i vari forum ecc…siano il trampolino di lancio di uno scrittore emergente, lì si possono conoscere persone, si possono fare esperienze postando racconti e poesie, raccogliendo i commenti e le critiche, che non devono essere considerate critiche nella forma letteraria della parola, ma si devono considerare come critiche costruttive perché da una critica non si può che migliorare. È inutile, secondo me, postare un racconto e aspettarsi che tutti diano il loro consenso positivo, il classico "buonismo" ecc…, è bello anche ricevere qualche commento sfavorevole, di modo che la prossima volta che scriviamo un racconto, ci viene in mente la critica e cerchiamo di migliorare, non sempre le critiche servono per distruggerci. Comunque, le difficoltà non sono poche, ci si deve far vedere e notare, anche i vari concorsi letterari, secondo me, servono molto, anche se sono la prima a non aver mai partecipato a uno di essi, sbagliando forse, ma che ci volete fare, tante volte, crediamo di non essere all'altezza di certe cose e così rinunciamo prima ancora di poter provare. Il mese scorso, ho partecipato al mio primo concorso di poesia, con il risultato che la mia poesia sarà stampata in un'antologia dal titolo "Poesia romantica", ancora non si sa chi sarà il vincitore del concorso, ma già dal fatto che è stata scelta per l'antologia mi ha riempito di gioia. Penso, comunque, che le grandi case editrici dovrebbero dare più fiducia agli scrittori emergenti.

 

6) Come vedi la nuova realtà della scrittura su web? Può essere l’inizio della fine per i vecchi, cari e -auspichiamo- immortali libri tradizionali?

 

R: Questa è una bella domanda… premetto una cosa, per quanto mi riguarda, il mio bel libro fedele amico di molti viaggi, con la sua bella copertina e le sue pagine stampate, non morirà mai. Quando leggo un libro ho una soddisfazione che a volte non riesco molto a esprimere a parole, perché non è che lo leggo e basta, lo vivo, mi emoziono, mi immedesimo nel personaggio, nelle situazioni. Adoro leggere, amo proiettarmi nel mondo dei protagonisti, vivere le loro emozioni, quando leggo, ho sempre la matita in mano per sottolineare le frasi che mi colpiscono di più, quelle a cui do un significato particolare e le riporto su di un quaderno, che a volte prendo in mano e rileggo con piacere. Un libro, per me, non è solo un libro e basta, ma è un amico che mi tiene compagnia e quando finisco di leggerlo, lo chiudo, guardo la copertina e rimango lì, ferma a pensare a ciò che ho appena finito di leggere, la lettura di un libro ha, per me, un significato particolare, che il web non potrebbe mai e poi mai pareggiare. Sì, è vero, internet è comodo e tutto quello che vogliamo ma non si può certo confrontare con il buon vecchio libro stampato e tenuto in mano. Mi auguro che i libri tradizionali, quelli che si sfogliano, quelli ai quali accarezzi le pagine ogni volta che ne giri una, esistano adesso e per sempre.

 

7) Com’è maturata la scelta di partecipare a questa Antologia Futurista?

 

R: A dire il vero, mi è stata proposta da…da chi? Ma, lo posso dire? Vabbè…me l'hai proposta tu Gianluca, naturalmente, essendo io agli albori della mia carriera letteraria, non potevo certo rifiutare un simile invito, al quale ho partecipato con onore, buona volontà e impegno, cercando di dare il massimo. Come dicevo, ho partecipato perché mi è stata data questa occasione e per una volta nella vita ho seguito il famoso "Carpe diem"! Grazie Luca.

 

8) Come nasce il tuo racconto? Svelaci, se possibile, il “dietro le quinte”…

 

R: Il mio racconto, "Caos interiore", beh... chi l'ha letto ha potuto notare che è un racconto un po' particolare. Se devo essere sincera, senza spaventare nessuno, questo genere di racconti mi vengono naturali, gran parte dei miei racconti ha questo "stampo", nel senso, io immagino di essere tipo in un sogno ed ecco che vedo delle cose e le stesse cose che immagino poi le metto su carta o su PC. Dipende, non c'è molto da svelare, quel racconto fa parte di me e della mia mente, come tutti i racconti che ho scritto finora, compreso il mio romanzo e le mie poesie.

 

9) Parla sinteticamente delle tue opere edite o dei tuoi obiettivi artistici raggiunti.

 

R: Il mio curriculum letterario, fino ad ora, non è molto ricco, comunque sono appena all'inizio. Ho pubblicato in un'antologia edita dalla DeAgostini un racconto dal titolo "Mi svegliai" poi, sempre in un'altra antologia dal titolo "Scrivi con lo scrittore" attraverso l'Asimov (Associazione scrittori in movimento) della quale sono socia dal 2007, edita dalla Giraldi di Bologna, due racconti dai titoli "Cara Silvia" e "Lisa perché piangi?". Sta per uscire in un'antologia dal titolo "Poesia romantica" una mia poesia dal titolo "Pioggia dentro" e, cosa più importante, è in uscita il mio primo romanzo dal titolo "In sogno si può toccare il cielo con un dito" edito dalla Giraldi di Bologna. Poi ho partecipato all'antologia Futurista con il racconto "Caos interiore" dal quale deriva questa intervista. Sono prossima a collaborare con Roberto Guerra al suo giornale on-line "L'Asino Rosso", con una rubrica letteraria, il titolo non l'ho ancora deciso, ma ci sono quasi, e questo per me è un onore non indifferente, non avrei mai pensato, un giorno, di poter avere una rubrica letteraria tutta mia di cui poter scegliere anche il titolo...

 

10) Quali progetti hai per il futuro?

 

R: Per il mio futuro, ho un sacco di progetti, sto scrivendo, in questo momento altri due romanzi, più un altro libro che però non posso definire romanzo, quindi, per il momento rimane un libro... vorrei pubblicare anche un libro di poesie, visto che ne scrivo in quantità industriale. Spero che la vita mi dia l'opportunità di fare anche teatro, non mi dispiacerebbe intraprendere anche la carriera della sceneggiatrice e perché no, anche di attrice teatrale, è sempre una forma d'arte, proprio come la scrittura. Poi, ne ho tanti progetti per il mio futuro, in primis quello di pubblicizzare al massimo il mio romanzo e poi si vedrà... se son rose...

 

+1) “Dieci+1”. Domanda aperta: quello che vuoi, per conoscerti meglio o per lasciare un segno…

 

R: Dopo aver risposto alle dieci domande precedenti, penso di aver detto e scritto tutto o quasi su di me e sulla mia vita come scrittrice e su quello che vorrei fare in futuro, quindi penso di non dover aggiungere altro. Il segno, comunque, lo voglio lasciare, come tutti a questo mondo, infatti penso che tutti noi siamo nati per lasciarne uno, un segno che ci permetterà di essere ricordati anche fra molti anni. Il mio scopo è quello di far emozionare le persone che leggono i miei scritti, che siano romanzi, racconti o poesie, voglio farmi ricordare da queste persone per avergli fatto battere il cuore, per averli emozionati, una cosa che vorrei e che spero accada è quella che quando una persona che non conosco ha finito di leggere un mio romanzo, abbia la voglia di conoscermi, perché il romanzo che ha appena finito di leggere l'ha toccata nel più profondo del cuore. Ecco: questo vorrei! Dopo tutto questo parlare, penso proprio di aver finito... non mi resta altro che salutarvi tutti e ringraziarvi per l'attenzione, augurandomi che seguiate la mia vita letteraria, le mie pubblicazioni e varie collaborazioni, spero che leggerete il mio romanzo e magari possiate seguirmi nelle varie presentazioni in giro per tutta la nostra bella Italia. Un saluto e un abbraccio a tutti, in particolare a Luca, al quale do un ringraziamento speciale. Manuela Vio

 

Gianluca D’Aquino

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