Dopo le anteprime durante il recente Festival Buskers, dove ha innestato la quoadrocomia neograffitistica nella pur apprezzabile sagra neowoodstokiana ferrarese, Marco Janootta, tra i venti veri artisti visivi neoestensi (lo direbbe anche la scomparsa Francesca Pivano), ha completatto l'opera. Come ormai prassi magari nel Nord Est piùe voluto, Jannotta ha pennellato tutte le pareti pannelli di legno che abbracciano da qualche tempo Piazza Municipale e il Palazzo Ducale del Comune, in restauro, molto lento, proprio per i Buskers e l'Internazionale, ridotto a una ingessatura di legno poco edificante.
Lavori necesssari, ma dai tempi biblici e forse temporalmente sbagliati per le coincidenza autunnali culturali di cui prima: in Comune che calendario usano?
Per fortuna, il nostro cyberwriters e technomurales, sulla scia dell'ambient art degli immensi Christo o Basquiat, ci ha pensato lui: partito a tema con soggetti icona buskers ha dilatato il canovaccio pittorico, con opere visibili per i prossimi mesi, già ovviament fotografate e videate, in tutta l'area interessata, dal glorioso Bar Tiffany allo scalone della nomenklatura.
Per fortuna, a Ferrara, qualche artista ricorda ancora il DNA di Ferrara city of Art, distante dai dialetti romani di Franceschini (ferocemente contrario a ogni dialetto, tranne il suo personale, le sue inflessioni da sfigato ferrarese tipo ex azione cattolica o boy scout papalino), memore sia del rinascimento sia della contemporaneità.