ACQUEDOTTI CREATIVI di Paolo Giardini

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Se qualcuno ha perso il filo del discorso nell’affare del Laboratorio Acqua di Ponte che Hera ha deciso di eliminare, non si senta in colpa. C’è tanta gente che non ha neppure iniziato ad ascoltare, risparmiandosi un tedio inutile. La questione è riassumibile in questi termini: i 24 politici di maggioranza del Consiglio Comunale, che insieme al sindaco hanno competenze sui processi di potabilizzazione come per la lettura del sanscrito, ascoltate le spiegazioni della convocata Hera si sono palesati soddisfatti delle divinazioni sulla qualità dell’acqua degli anni futuri. Le motivazioni tecniche dei perché e percome della loro soddisfazione sono scritte nel libro dei sogni.

E’ bene precisare che i politici dell’opposizione, al pari degli altri, non sono esperti in materia, ma rendendosene conto utilizzano il metodo deduttivo adottato da Aristotele in poi (che porta a conclusione i ragionamenti procedendo dall'universale al particolare), ponendosi su un piano cognitivo diverso dagli altri. Si noterà che il metodo dell’opposizione, basato sul ragionamento, non è considerato politicamente corretto dalla maggioranza. Più o meno è quello usato nell’800, quando ipotizzarono di sostituire con i motori termici la forza motrice dei cavalli. Allora, in difformità dalla metodologia del nostro sindaco, per prima cosa evitarono d’accoppare i cavalli.

La tecnologia degli impianti di potabilizzazione contempla centinaia di trattamenti fisici, chimico-fisici, chimici, biologici, con un’enormità di possibili controlli su parametri specifici. I criteri di scelta degli impianti dipendono dalla qualità dell’acqua da trattare. Eccettuato il sindaco e i suoi 24 consiglieri di maggioranza, tutti sanno che l’acqua del Po non può avere caratteristiche costanti, essendo il convogliatore di tutti gli scarti noti e sconosciuti prodotti dal Val Padana con un trend sistematicamente peggiorativo. La cessione all’iniziativa privata dell’autonomia municipale sulla gestione del nostro acquedotto fu un’astuzia equivalente ad una strage volontaria di cavalli nel XIX secolo. L’ulteriore rinuncia municipale alla fermezza sui requisiti minimi che un fornitore deve ottemperare per mantenere il cliente-Ferrara, corrisponde ad una carneficina ottocentesca estesa a tutti gli equini, risparmiando solo qualche esemplare di somaro.

 

Paolo Giardini

http://it.wikipedia.org/wiki/Parco_degli_Acquedotti

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