Ore undici di una solare mattina d’agosto. Un padre rientra in casa e trova il figlio che dorme profondamente. Forte del suo ruolo di educatore, egli spalanca rumorosamente la serranda, invitando l’altro ad ammirare l’azzurro del cielo: “Sveglia, dormiglione. Guarda che sole! Il giorno è fatto per vivere e la notte per dormire!”. “Chi lo dice? – protesta il figlio con voce d’oltretomba - A me piace vivere la notte!”. “Se vuoi fare ciò che ti pare – replica il padre – devi andartene a stare da solo. La famiglia comporta esperienze comuni, condivisione di modi di pensare e di vivere”.
Basta un breve dialogo come questo per cogliere quanto sia profonda l’opposizione culturale fra le generazioni.
Il padre fa riferimento a valori tipici della sua epoca: l’oggettività della natura, nella sua alternanza di ritmi di luce ed oscurità, impegno e riposo; e la famiglia come comunità solidale che si pone oltre le aspirazioni dei singoli componenti.
Il figlio si appella, a sua volta, a valori condivisi dai giovani: la centralità della libertà individuale e la visione soggettiva della realtà.
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Link di riferimento:
http://guide.supereva.it/grafologia_e_test/interventi/2009/08/i-giovani-questi-alieni/