L’estro di Rosario Nunziante rinnova il suo messaggio creativo. Straordinario affresco delle stagioni dell’uomo, principio e fine della storia, è “Ab Initio”, autentica invenzione dell’Eden da parte del pittore torinese. Una riflessione di ampio respiro sull’essere e sul suo divenire.
La mano di Nunziante, non nuovo nella ricerca di effetti e di sensazioni nel profondo della simbologia, percorre e descrive, con sottile maestria, il mistero dell’esistenza dell’uomo. Scava nell’anima del mondo e delinea il rapporto dell’uomo con esso.
L’autore coglie l’inesauribile condizione di smarrimento di fronte alla vastità del cosmo. Rappresentazione a tutto tondo del disegno sublime del destino dell’umanità in cammino, attraverso i conflitti drammatici tra il bene e il male e le sfide apocalittiche dell’amore e dell’odio, la tela di Nunziante è manifestazione grandiosa dell’inizio della vita e del suo epilogo La chiave fissa le colonne del tempo, segna le opere e i giorni degli uomini, sigilla il ciclo della natura e del creato nel suo continuo manifestarsi.
Ne nasce una visione escatologica e incantata del viaggio terreno come immagine suggestiva dell’invisibile esperienza ultramondana. Un anticipo della fine dei tempi e del trionfo del Bene. Radice e contenitore dell’albero della vita, la chiave assume il significato salvifico del limite dell’innocenza e dell’orgoglio. Ne apre e chiude le ragioni. Un morire progressivo a noi stessi per riacquistare la vita, per riprendere la via, ogni volta che si interrompe. La chiave si pone come confine, come estremo paradosso universale dell’incoscienza perduta. Dalla condizione originaria, infatti, Nunziante muove il suo progetto globale, multiforme scacchiera su cui giocare una partita senza pari, per costruire il domani con il cuore di ieri. Una proposta di elevata sensibilità in uno speciale contesto cromatico.
Con “Ab Initio” Nunziante rilancia oltre la linea dell’orizzonte conoscibile le ansie insopprimibili di verità: la coscienza viene proiettata nell’infinita dimensione dello spazio e si ripiega nell’adorazione di Dio, termine ultimo della sua origine. Qui sta il segreto dell’arte del pittore torinese e della sua inventiva.
Casalino Pierluigi, 5.08.2009.
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