Una notizia sul quotidiano Resto del Carlino del 18/8 riporta che Hera ha speso 185.000 euro per il rifacimento di 780 metri di condotte con 45 ricollegamenti in Corso Isonzo e viale Belvedere. Che si tratti di corso Isonzo deve essere un errore, caso mai via Darsena che è stata sbudellata e chiusa al traffico, ma a parte il dettaglio della localizzazione, è interessante il costo, che evidenzia 237 euro al metro la spesa per le condotte primarie, senza i costi del ripristino del manto stradale.
Se consideriamo i 18 Milioni di euro di cui si parla per la vendita della rete gas, a quel prezzo unitario (un prezzo medio ottimistico, perché riferito ad una strada larga e a bassa densità di utenti gas) risulterebbero circa 75 km di sviluppo della rete primaria. La nostra rete primaria è lunga invece centinaia di km, alla quale vanno aggiunti migliaia di chilometri della rete derivata, portata a tutte le utenze, a cui vanno aggiunte ancora le dotazioni accessorie (i tubi da soli non bastano a fare una rete gas) e i ripristini stradali. Non ci vuole molto ad ipotizzare che la nostra rete cittadina vale centinaia di milioni di euro, se non altro per il valore aggiunto della sua unicità, eppure si continua a leggere sui media di quella cifra ridicola…. C’è qualcosa di molto storto in questo perdurare della “voglia” di vendita reti. Se uniamo al fatto anche la concomitante chiusura agostana (tipica delle migliori tradizioni di smobilitazione) del Laboratorio di Ponte e l’eliminazione dell’organismo ATO 6 che, almeno nominalmente, doveva tener testa al fornitore privato di servizi pubblici, che dire? Sembra che le “sportate di brogne” siano diventate la valuta corrente obbligatoria nella vendita di ciò che è sempre appartenuto ai cittadini ferraresi.
Paolo Giardini