FERRARA POLITIK - BRUTTI MA BUONI da UN UOMO LIBERO!

BLADE RUNNER.jpgDA ESTENSE COM QUOTIDIANO ON LINE DI FERRARA
 

Brutti ma buoni

Buongiorno Direttore,
oggi (giovedì), sono a Ferrara, di ritorno da Cuneo e in partenza per Pordenone. Il mio lavoro, come ormai i suoi lettore sanno, mi consente di conoscere tanta gente, di rubare ai miei interlocutori perle di saggezza, di guardare, ogni volta che torno, la mia Ferrara, da punti di vista che non conoscevo. Martedì a Borgo San Dalmazzo, platea di un anfiteatro naturale dove a 180° le Alpi ancora tutte innevate fanno da spettatori di palco e loggione, incontro una collega (in azienda siamo oltre 5.000) natia di Santa Maria Maddalena; qui, a due passi da casa mia. La prima cosa che mi viene da chiederle è: “come mai sei arrivata qui”? Mi aspettavo una risposta tipo: “mio marito è di Cuneo”, oppure “ ho seguito negli studi mio figlio”, o ancora e più semplicemente “mi piace la montagna”. Senza alzare gli occhi da tutte le enormi pentole che stava lavando nella cucina della scuola materana, con un timbro di voce che mi ha lasciato senza fiato e senza parole, ha prontamente ribattuto: “avevamo fame”. Due parole che a me, come migliaia di miei concittadini e milioni di italiani fanno paura. Non le vogliamo sentire, le vogliamo evitare… non esistono. Così come per i politici, che non le nominano mai, perché fanno perdere voti. Nel tragitto verso Cuneo, con ancora quella frase sibillina nelle orecchie, vedo manifesti di candidati che sorridono e slogan che al 99% ricordano Obama. Tutti uguali, tutti decisamente “stupidi” per chi “ha fame”. Arrivo in albergo e sul letto, come benvenuto, mi trovo un sacchettino di “Brutti ma buoni”, dolci caratteristici della città, ottimi per me che sono goloso, un insulto per chi, qualche ora dopo, sotto le finestre dell’Hotel, stava rovistando in un cestino dell’immondizia. E qui mi fermo, perché altrimenti diventa il libro Cuore. Ieri sera arrivo a Ferrara con ancora qualche dolcetto sul sedile dell’auto e come per incanto, all’imbocco della città, cominciano ad apparirmi i manifesti dei “brutti ma buoni”, tutti sorridenti, tutti con lo slogan di Obama, tutti uguali a quelli di Cuneo. Prima penso: “ma allora, quelli di Cuneo potrebbero venire a fare il sindaco qui e questi potrebbero andare a Cuneo”? – “Allora anche a Cuneo hanno gli stessi problemi di Ferrara”? Premetto: “i brutti ma buoni” ferraresi li conosco quasi tutti e vi garantisco che le foto sono tutte truccate o vecchie di almeno un decennio, ma, riprendendo il nome dei dolcetti e ricordandomi della lettere apparse in questi giorni su estense.com circa gli slogan elettorali, pur dopo 500 chilometri, comincio a sorridere, dimenticandomi della mia collega di B.S. Dalmazzo. C’è uno che si crede il novello Nerone e vuole ridare fuoco a Ferrara. Qualche minuto fa ho cercato su internet qualcosa che mi ragguagliasse circa il precedente incendio della città. Niente. Forse allora parla dei fuochi d’artificio del Castello l’ultimo dell’anno o vuole “accalappiare” quei piromani che qualche anno fa “appiccavano” auto e motorini. E ride. Un altro che forse sta facendosi un pokerino, vista la tipica frase da casinò, quando in mano hai almeno “una coppia di donne”. Spero non intenda continuare a giocare con i soldi dei Ferraresi. E ride. Poi c’è quel tipo che ci rende edotti sulle sue attività oniriche. Sui prossimi manifesti vorrei che ci desse 6 numeri da giocare al Superenalotto. E ride. Quella che purtroppo mette il dito nella piaga, ricordando quanto fossero brutti i suoi due probabili predecessori. Almeno rammentasse anche che erano “brutti ma buoni”. E ride. Senza volerne a nessuno e scusandomi se dimentico qualche concittadino candidato (quest’anno ci potremmo fare due squadre di calcio), ricordo quello che era partito tutto sorridente e baldanzoso e piano piano rattristisce e forse si rende conto che non è l’unico a presentarsi a sindaco. In compenso ci ricorda che Ferrara è piena di buche. Questo a dire la verità ride un po’ meno. E finisco con il paladino dei ferraresi, l’uomo dalle crociate condominiali. In via del Salice rischiano di crepare di tumore e lui sui suoi manifesti ride. E ride. “Ma cazzo c’hanno da ridere”!!!! Un augurio a tutti loro. Sono giorni di gloria, di enfasi, di strette di mano, di cene e di gaudio. Poi quasi tutti torneranno nell’anonimato, qualcuno dovrà cercarsi da lavorare, la maggior parte di loro prenderà lo stipendio dal partito o arrafferà su qualche posto in consigli d’amministrazione delle municipalizzate, ma spero che mai e poi mai, debba un giorno incontrarli… a Cuneo.
Mi consenta infine di scusarmi per questa semi seria (nella seconda parte) mia lettera settimanale.
Cordialmente.


Roberto Gorgati… candidato per la “lista che non c’è”

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