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Ferrara Eterna Città del Silenzio? di Mauro Malaguti

FERRARA CASTELLO ESTENSE.jpgFerrara è certamente una tra le più belle città d’Italia, tra le capitali europee del Rinascimento, dotata di un patrimonio architettonico e culturale unico. Geograficamente collocata nel cuore della Pianura padana ha però rinunciato, sin dal dopoguerra, al suo naturale ruolo di crocevia commerciale tra Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. A ‘qualcuno’, o ai più, evidentemente, sta bene così, tanto da chiamarla anche “Città del silenzio”. E come i piatti tipici della locale gastronomia sono caratterizzati spesso dal contrasto dei gusti (dolce - salato) così la storia dei ferraresi si è caratterizza per forti contrasti politici, inseriti in un conservatorismo di fondo della società che ha sempre frenato ogni veloce cambiamento. Fu la città dei primi grandi scioperi bracciantili, dove poi si fondarono i primi fasci d’Italia ed ebbe un ruolo fondamentale nel corso di tutto il Ventennio. Nel dopoguerra diventò una delle cittadelle roccaforti del Pci, poi sempre in mano a giunte di sinistra grazie anche al più recente connubio ex Dc – ex Pci. Cenerentola dell’Emilia-Romagna, è una delle province in regione con il più alto numero di sportelli bancari, una elevata percentuale di anziani, un progressivo calo delle nascite e si distingue oggi per la forte disoccupazione, cassa integrazione e la sua popolazione di lavoratori pendolari. La vocazione turistica è perennemente frustrata da un turismo più di arrivi che di presenze, città del Tasso e dell’Ariosto, le sue antiche odi di un illustre passato sono oramai relegate ai ristretti confini di piccola città di provincia. Chi giunge a Ferrara da turista se ne innamora, chi ci nasce sogna di lasciarla per trovare opportunità di realizzazione personale altrove. Persino le nebbie, maledette dai viandanti, che un tempo l’avvolgevano quasi a smaterializzarla e proteggerla in una rarefatta dimensione da sogno, ora sembrano averla abbandonata per sempre, lasciandola alla realtà di tutti i giorni, quella sotto gli occhi di tutti tranne che degli elettori: un Palazzo degli Specchi che ha ben riflesso nel tempo il suo degrado; un nuovo Polo ospedaliero lungodegente da anni; un faraonico progetto di Idrovia con strade provinciali che ‘fanno acqua’ da tutte le parti; un nuovo boulevard che ci ha portato il traffico delle grandi metropoli; un Ermitage Italia che si riduce ad una attività di ricerca perdendo le mostre in programma (Caravaggio 2010 – Islam 2011); tagli ai Cda per risparmiare e megaconsulenze per rottamare; vendite azionarie per ripianare conti tanto in ‘Bilancio’ da restare sempre fermi a pesanti passivi, mentre a spostarsi altrove sono i servizi (ultimo il laboratorio analisi acque di Pontelagoscuro). Fatti puntualmente riportati dalle cronache politiche dei quotidiani locali ma che, evidentemente, restano proprio come “Urla nel silenzio”.
Mauro Malaguti
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