IBN BATTUTA

Gli occidentali hanno curiosamente limitato la storia del mondo raggruppando il poco che sapevano sull'espansione della razza umana intorno ai popoli di Israele, Grecia e Roma, che pur si estesero oltre i confini conosciuti e determinarono i segni di una civiltà universale. Così facendo gli occidentali hanno ignorato tutti quei viaggiatori ed esploratori che, a bordo di navi hanno solcato il mare della Cina e l'Oceano Indiano o, in carovana, hanno attraversato le immense distese dell'Asia Centrale sino al Golfo Persico. In verità la parte preponderante del pianeta, con culture diverse dav quelle degli antichi Greci e Romani, ma non meno civilizzate, è rimasta sconosciuta a coloro che hanno scritto la storia del loro piccolo mondo con la convinzione di scrivere la storia del mondo. Nato nel 1304 a Tangeri, città bianca e ventosa e oggi proiettata verso un luminoso futuro commerciale, Abu Abdallah ibn Battuta è unanimemente riconosciuto come il più grande viaggiatore di epoca premoderna. Compì< spedizioni non solo nelle regioni centrali dell'impero islamico, ma raggiunse anche le sue remote frontiere, India, Indonesia, Asia Centrale, Africa Orientale e Sudan Occidentale, ma anche l'Africa subsahariana, solcando tutto il Mediterraneo, attraverso l'equivalente di 44 paesi moderni. Dopo una carriera durata 29 anni, ibn Battuta, accostato per diversi aspetti a Marco polo per la cifra degli spostamenti e la capacità descrittiva, redasse un libro di viaggi che è, ad un tempo, resoconto di avventure e ampio trattato o ritratto del mondo cosmopolita di principi, mercanti, studiosi,  religiosi  con cui venne in contatto nel corso della sua lunga vita. La sua storia ci offre un grandioso e curioso affresco  internazionalista del globo conosciuto, che per le riflessioni che propone è da considerarsi ancora attuale.
Casalino Pierluigi