AVERROE' (IBN RUSHD) NELLA STORIA DEL PENSIERO MUSULMANO E LA RIPRESA DEL MEDIOEVO LATINO E IL SUO RAPPORTO CON I PREDECESSORI

Dalle varie trattazioni su Ibn Rushd (l'Averroè dei latini), comprese quelle di chi scrive, ci sarà resi conto di come nel pensiero islamico medievale Averroè sia l'ultimo pensatore che riprenda concetti di filosofia greca senza trasfigurarli come elementi di "mistica". Ancora una volta, tuttavia, si nota come la sua filosofia sia tutt'altro che a-religiosa o addirittura irreligiosa, come, invece, sembrerebbe doversi desumersi dalla presentazione che di Averroè è stata fatta in genere in Occidente, ove egli divenne una sorta di Sigieri di Brabante musulmano, pensatore che peraltro introdusse la visione averroistica nell'Europa latina, influenzando pure San Tommaso d'Aquino e lo stesso Dante Alighieri. E ciò in aspra contesa con le autorità religiose. Ad un tempo, oltre a quest'ultima considerazione, si vede Averroè come antesignano di quella nuova "intellighenzia" che dalla Spagna musulmana, con il suo nuovo lavori traduzione, si muoveva verso la Francia e il resto dell'Europa. Un contributo a quella che è stata chiamata la "denazionalizzazione" di Averroè fu dato dalla circostanza che la rinascita e la conseguente ripresa dell'aristotelismo indusse Ebrei e Cristiani a ritenere il filosofo musulmano come un'autorità indiscussa sul piano universale. I primi studiosi ed estimatori di Averroè, infatti, furono proprio i dotti ebrei e attraverso la diaspora giudaica egli divenne noto all'Europa cristiana e successivamente fu studiato da autori come  Michele Scoto ed Ermanno Alemanno (XIII secolo), oltre a San Tommaso d'Aquino e Dante come detto. Ma Averroè, interprete del razionalismo aristotelico, prese egli stesso posizione nei confronti dei propri predecessori musulmani ed abbiamo avuto non di rado esempi di come li cita nei suoi commentari di Aristotele e in misura minore anche di Platone. In via generale Averroè mutuò il concetto neoplatonico dell'intrinseca unitarietà dell'essere in tutte le sue manifestazioni; concetto questo ereditato dal tardo ellenismo e sviluppato, com'è noto, dalla totalità dei pensatori dell'Islam classico. Argomento che andrebbe approfondito anche alla luce di quella che è stata l'eredità di Averroè per il mondo moderno.
Casalino Pierluigi