Se si fa un paragone tra la civiltà dell'Europa moderna con le civiltà
che l'hanno preceduta e con quelle a lei estranee, non si può non
constatare l'uniformità che regna nei sistemi diversi da quello
europeo. Essi sembrano, infatti, originati da un solo fatto, da una
sola idea, quasi che le società non europee abbiano appartenuto ad un
principio unico dominante, che ne ha determinato istituzioni, costumi,
credenze, in una parola tutto lo sviluppo. Da ciò deriva la relativa
semplicità di tali civiltà, per quanto in qualche modo anche
articolate, ma anche l'immobilità di tali società, fermatesi ad un
certo punto del loro sviluppo (e ciò con i debiti distinguo
caratterizzati dall'irrompere in esse della modernità, se pur
faticosamente. Completamente diverso il carattere della civiltà
dell'Europa moderna, cioè quella che dalla fine dell'impero romano ai
giorni nostri. Vi coesistono tutte le forme, tutti i princìpi di
organizzazione sociale, tutti i poteri, da quello spirituale a quello
temporale, tutte le classi, tutte le situazioni diversamente
frammentate, là dove nessuna riesce a soffocare l'altra si in ragione
di conflitti passati che in forza di un'incomparabile ricchezza di
sfumature. L'Europa moderna, con le sue luci e le sue ombre, dunque, è
la madre della libertà: cioè il luogo dove una forza non può imporsi
sull'altra, dove una parte non può prevalere sul tutto. L'Europa, per
concludere, è la culla della democrazia, nonostante le tensioni e gli
antagonismi che da sempre la segnano, nel bene e nel male. Anche per
questo la civiltà europea, anche appare talora insufficiente o peggio
ancora agonizzante, resta il modello superiore, modello al quale si
deve guardare per costruire un migliore futuro possibile.
Casalino Pierluigi, 19.10.2015
che l'hanno preceduta e con quelle a lei estranee, non si può non
constatare l'uniformità che regna nei sistemi diversi da quello
europeo. Essi sembrano, infatti, originati da un solo fatto, da una
sola idea, quasi che le società non europee abbiano appartenuto ad un
principio unico dominante, che ne ha determinato istituzioni, costumi,
credenze, in una parola tutto lo sviluppo. Da ciò deriva la relativa
semplicità di tali civiltà, per quanto in qualche modo anche
articolate, ma anche l'immobilità di tali società, fermatesi ad un
certo punto del loro sviluppo (e ciò con i debiti distinguo
caratterizzati dall'irrompere in esse della modernità, se pur
faticosamente. Completamente diverso il carattere della civiltà
dell'Europa moderna, cioè quella che dalla fine dell'impero romano ai
giorni nostri. Vi coesistono tutte le forme, tutti i princìpi di
organizzazione sociale, tutti i poteri, da quello spirituale a quello
temporale, tutte le classi, tutte le situazioni diversamente
frammentate, là dove nessuna riesce a soffocare l'altra si in ragione
di conflitti passati che in forza di un'incomparabile ricchezza di
sfumature. L'Europa moderna, con le sue luci e le sue ombre, dunque, è
la madre della libertà: cioè il luogo dove una forza non può imporsi
sull'altra, dove una parte non può prevalere sul tutto. L'Europa, per
concludere, è la culla della democrazia, nonostante le tensioni e gli
antagonismi che da sempre la segnano, nel bene e nel male. Anche per
questo la civiltà europea, anche appare talora insufficiente o peggio
ancora agonizzante, resta il modello superiore, modello al quale si
deve guardare per costruire un migliore futuro possibile.
Casalino Pierluigi, 19.10.2015