La dimensione alimentare nell'arte. Esperienze recenti

Arte e cibo si sono sempre incontrati tradizionalmente alla tavola
delle nature morte e nel simbolismo delle raffigurazioni sacre,
dall'antichità ad Arcimboldo a momenti successivi nella vicenda
creativa. Più di recente tale incontro è avvenuto in modi più
radicali, quasi rivoluzionari, o imitando superficialmente la forma
del cibo e cercando di plasmarla dall'esterno, come fanno il food
design e la cucina molecolare, ma come rinnova l'intreccio della
cucina d'antan con le esigenze della grafica più innovativa. o, in
molte occasioni, cercando di capire il nutrimento nel suo rapporto
"ecologico" più profondo non solo con il nostro corpo, ma soprattutto
con lo "stomaco" della natura che continuamente cucina e trasforma i
nostri atomi. Talora si manifesta in tipologie estreme e cruente come
quelle proposte dall'inventore del modernismo brasiliano Oswald de
Andrade e rappresentate dall'ingestione del nemico. Senza lasciarci
travolgere dalle metafore dell'arista brasiliano, esiste una
sensibilità più recente nell'arte contemporanea che si concentra sulla
materia vivente e sull'ecologia nel suo vasto ed esteso metabolismo:
esperienze che si concretizzano nelle opere di Kassel e di Huyghe.
Esperienze che si prolungano nella cosiddetta sensibilità della
sopravvivenza e nei festival della "cucina metabolica".L'arte
alchemica e gastronomica di Matta-Clarck, infine, ha avuto la fortuna
di nascere in un'epoca ancora innocente rispetto al cambiamento
climatico e al catastrofismo ecologico, ma ha anticipato,
esplorandolo, il metabolismo allargato delle città (1972),
significando un rapporto singolare tra uomo, cibo e arte.
Casalino Pierluigi, 18.10.2015