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La UILS ricorda il 118 esimo anniversario della nascita di Sandro Pertini

 


                          

 

 La UILS ricorda il 118 esimo anniversario della nascita di Sandro Pertini (25 settembre 1896).

Caro Presidente, se fossi in vita tu, l'Italia non si troverebbe nella condizione d'immobilismo, ma sarebbe punto di riferimento e di garanzia in Europa e nel mondo.

In occasione della commemorazione della nascita di Pertini, la UILS promuove una tavola rotonda per discutere di occupazione e articolo 18. Per il programma completo si rinvia al sito www.uils.it

Sandro Pertini é stato e rimane il Presidente della Repubblica più amato dagli italiani e stimato in tutto il mondo: un galantuomo coraggioso e senza macchia alcuna.

La sua semplicità di vita e di comportamento, la sua genuina onestà intellettuale, lo rese universalmente popolare. L'amore che nutriva per la sua fede politica di socialista e il rispetto che manifestava per le istituzioni repubblicane che aveva contribuito a costruire, lo rendeva orgoglioso di essere Italiano e coincideva con lo scopo della sua vita, vissuta al servizio della nazione, dei lavoratori, dei concittadini e dei ceti sociali più bisognosi.

Pertini rimarrà sempre, con il suo tangibile esempio di onestà morale, al fianco della classe lavoratrice. Nel primo discorso da Presidente della Repubblica, davanti al parlamento riunito in seduta comune, rivolgendosi ai deputati, ai senatori e ai rappresentanti delle istituzioni disse: "Farò quanto mi è possibile per non deludervi, affinché l'unità nazionale, di cui la mia elezione è stata espressione da parte di un'estesa maggioranza, possa consolidarsi e rafforzarsi, nell'interesse collettivo. Non dimentichiamo che se il Paese è riuscito a risalire la china dall'abisso in cui fu trascinato dal fascismo in una folle guerra, questo si deve soprattutto all'intesa che ha saputo trovare nell'unità nazionale, allora rappresentata da tutte le forze politiche e democratiche". E aggiunse: "Se Aldo Moro non fosse stato barbaramente assassinato, da questo seggio, vi parlerebbe lui e non io". Continuando nel discorso, aggiunse con voce vibrante e determinata: "La Repubblica deve essere irremovibile con i poteri forti e tollerante con i ceti sociali più deboli".

Pertini è stato il primo Presidente della Repubblica a rinunciare a vivere al Quirinale, perché per lui il Quirinale era l'ufficio dove svolgere le sole funzioni istituzionali.

La sua figura di uomo semplice rassicurava i cittadini ad avere fiducia in se stessi e nelle istituzioni per superare le difficoltà che potevano penalizzare tutti e in particolare i lavoratori quali soggetti più deboli della società.

Pertini, secondo la UILS, nelle attuali circostanze avrebbe, senza perdere un istante, individuato il politico più affidabile per dargli il compito di portare l'Italia fuori dal disastro che la politica e l'economia hanno provocato. Renzi, se veramente vuole risollevare il Paese, deve compiere un'attenta riflessione sulla politica di Craxi che riuscì a portare l'Italia al secondo posto dopo il Giappone, come potere di acquisto, e al quinto posto tra i paesi più industrializzati del mondo. L'Italia godeva prestigio internazionale ed era punto di riferimento per tutti gli stati europei. Se oggi Craxi fosse in vita e avesse il compito di guidare il governo, a nostro parere, il successo non mancherebbe.

L'Italia ha urgente bisogno di una politica economica e occupazionale per assicurare la ripresa produttiva. Questo sarà possibile se il governo avrà il coraggio di fare la riforma globale delle leggi sul lavoro e abolire tutti i vincoli, come ad esempio l'art. 18 dello statuto dei lavoratori voluto fortemente nel 1970 dal ministro del lavoro Brodoloni e da Gino Giugni, ambedue socialisti. In questo periodo imprenditori e lavoratori hanno necessità di essere liberi nella contrattazione. Ciò non si deve percepire come mancanza di tutela per i lavoratori, ma, al contrario, per consentire al lavoratore di avere più certezza di trovare lavoro e alle imprese di avere maggiore interesse ad ammodernarsi e svilupparsi per essere più competitive rispetto alla concorrenza internazionale. Inoltre, perché il Presidente del Consiglio ha dichiarato che l'articolo 18 non deve essere un totem, sarebbe giusto eliminarlo. E questo a vantaggio delle imprese, dei lavoratori e degli inoccupati che dovranno essere tutelati e garantiti secondo il precetto dell'art. 3 della Costituzione, cioè dallo Stato che ha l'obbligo di far vivere i cittadini dignitosamente e con onestà e non nel disagio in cui sono costretti a vivere oggi, specialmente i ceti sociali più deboli.

Spetta al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, la responsabilità di fare rimuovere le cause della precarietà sociale in cui sono costretti a vivere milioni di cittadini senza lavoro. Il Paese ha urgentemente bisogno di avere una classe politica onesta e capace, dotata d'idee innovative e di sviluppo, come quelle che avevano i politici che hanno dato vita alla nascita della Repubblica. Pertini diceva che lui si considerava il capo famiglia degli italiani e, come tale, doveva essere il primo a dare esempio di correttezza e di onestà morale, in conformità al dettato costituzionale.

Oggi, esempi come quello di Pertini, non ci sono più.

La politica anziché attuare i valori e i principi costituzionali si esauriscono in esercizi di modificazione degli organi governativi, di quelli legislativi, della legge elettorale per costruire maggioranze parlamentari artificiose. Si sta cercando, con il consenso del Presidente della Repubblica, di abolire il Senato, che i costituenti avevano percepito come contrappeso democratico dei poteri ed elevato la figura del suo Presente a seconda carica dello Stato, deputata a sostituire, nel caso d'impedimento, il Presidente della Repubblica.

I costituenti avevano giustamente previsto che non tutti gli elettori fossero abilitati a eleggere i senatori ma solo chi aveva superato il venticinquesimo anno di età. Per avere messo tale vincolo, crediamo che una ragione ci sia stata. Lasciamo che il Presidente della Repubblica rifletta.

Renzi è un giovane che ha molto entusiasmo di realizzare prospettive di benessere collettivo ma se non riflette attentamente e fa propri gli indirizzi dei valori, che i costituenti anno con sacrifici e sofferenze realizzate e in parte, da realizzare e cioè pari dignità di trattamento sociale a parere della UILS il suo governo, non avrà lunga durata.  

La UILS consiglia a chi ricopre le maggiori cariche costituzionali di rileggersi e di meditare il discorso che Pertini fece alla Camera dei deputati quando assunse l'alta carica di Presidente della Repubblica italiana, che onorò in Italia e nel mondo il prestigio internazionale del paese, interpretando i sentimenti del popolo e l'parzialità politica della sua sovranità.

QUESTO ERA PERTINI

ANTONINO GASPARO PRESIDENTE UILS

 

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