“Ribadisco che la mia non è una campagna campanilista per la difesa dell’ospedale sotto casa – afferma Fabbri -, ma è una battaglia pacifica e democratica per la tutela della sanità in tutto il territorio della provincia. Tutta l’area del Delta è a rischio di ulteriori nuovi ridimensionamenti e tagli al pari di quella dell’argentano”. E il declino della sanità ferrarese sarebbe provata, secondo il sindaco di Comacchio, anche dalla stessa documentazione presentata dai direttori generali di Ausl e Sant’Anna, Paolo Saltari e Gabriele Rinaldi. “Secondo i dati forniti dall’Azienda Asl si evince che Ferrara detiene da anni il record regionale di dipendenza delle proprie strutture ospedaliere dalla popolazione residente, il che equivale ad una scarsa attrattività di pazienti esterni, provenienti da altre province e regioni. A conferma di questo dato, si aggiunga che Ferrara detiene un altro primato, quello della mobilità passiva verso altre strutture, determinando così costi aggiuntivi non certo trascurabili. Ai vertici aziendali va posta una domanda sulle cause di questo fenomeno, che non accenna ad arrestarsi. Il dato può essere letto come assoluta mancanza di vere “eccellenze” riconosciute a livello regionale e nazionale, sia negli ospedali pubblici, che in quelli privati”.
Le note più dolenti riguradano però, secondo Fabbri, i tempi di attesa per le operazione chirurgiche, “A dir poco disastrosi – attacca il sindaco comacchiese -, basta scorrere quelli relativi alle visite specialistiche. Per una visita allergologica nel febbraio 2013 i tempi di attesa erano pari a 61 giorni, nel marzo 2014 sono diventati 70, mentre per effettuare una ecodoppler si è passati dai 56 giorni di attesa del febbraio 2013 ai 151 giorni nel marzo 2014. Verificando tutti gli altri dati, si riscontra un’impennata dei tempi d’attesa, talora raddoppiata o triplicata rispetto allo scorso anno. Non si può affermare che la sanità ferrarese persegua i decantati principi di efficienza ed efficacia”.