..... sperimentazione poetica, piccolo manifesto di Avanguardia tradizionale. Lirica estrema, romantico-barocca, "Scende la sera solo sale a soffi", trionfo di musiche e allitterazioni, invocazione alla notte, reinvenzione contemporanea senza nostalgie dello stupendo duetto Secondo Atto Tristano di Wagner, "O notte!", memore anche di Gottfried Benn e Carducci ma più spiegatamente "cantata", anche concettista di barocchismi à la Cervantes: niente di questo citato, nemmeno "memorato" o tantomeno "attualizzato", ma semplicemente presente e attuale, contemporaneo come "performativo puro nell'attimo", gesto di maestro di danza: là! e basta. è una proposta di stylus phantasticus per il prossimo millennio, per il Medioevo di luce elettronica al post-neon-alogeno. è fedele alla Kultur-Wissenschaft proprio perché radicalmente Ribelle. Omaggio emulativo, dunque, anche a Ernst Junger. ... Un raptus improvvisativo da organista o cembalista barocco (Domenico Scarlatti, Handel, Bach... Glenn Gould, D'Annunzio). Sufficit! Valeas. Paolo Melandri / ***"per tutti e per nessuno, tutto insieme, e staccato divisionista tutto (il nulla)" (cfr. Carmelo Bene) / "polifonia divisionismo" come spunto... perdona diluvio performativo epistolare...
Scende la sera, solo sale a soffi
Scende la sera, solo sale a soffi
la soffice frescura di un mistero:
la notte si rinnova, eterna notte,
sempre la stessa, e nulla nuovo sempre.
il vento è una frescura senza vento,
più nulla è più, e più nulla è il puro nulla,
la luce nelle tenebre si espande.
stanchezza del mio esistere qui, ora:
consola il canto silenziosamente
chi solo nel silenzio ha il suo sublime.
Sparire con i soffi, dileguare,
non esser mai, non esser più, svanire,
inganno della mente eppure pace
non illusoria mai, non più sperare.
colomba cova calma oltre il confine:
s’ogni cammino d’uomo ha la sua fine,
tra questa pace il mio confine varco.
Paolo Melandri, 22 ottobre 2013