Paolo Melandri " Scende la sera, solo sale a soffi" *poesia

..... sperimentazione poetica, piccolo manifesto di Avanguardia tradizionale. Lirica estrema, romantico-barocca, "Scende la sera solo sale a soffi", trionfo di musiche e allitterazioni, invocazione alla notte, reinvenzione contemporanea senza nostalgie dello stupendo duetto Secondo Atto Tristano di Wagner, "O notte!", memore anche di Gottfried Benn e Carducci ma più spiegatamente "cantata", anche concettista di barocchismi à la Cervantes: niente di questo citato, nemmeno "memorato" o tantomeno "attualizzato", ma semplicemente presente e attuale, contemporaneo come "performativo puro nell'attimo", gesto di maestro di danza: là! e basta. è una proposta di stylus phantasticus per il prossimo millennio, per il Medioevo di luce elettronica al post-neon-alogeno. è fedele alla Kultur-Wissenschaft proprio perché radicalmente Ribelle. Omaggio emulativo, dunque, anche a Ernst Junger. ... Un raptus improvvisativo da organista o cembalista barocco (Domenico Scarlatti, Handel, Bach... Glenn Gould, D'Annunzio). Sufficit! Valeas. Paolo Melandri / ***"per tutti e per nessuno, tutto insieme, e staccato divisionista tutto (il nulla)" (cfr. Carmelo Bene) / "polifonia divisionismo" come spunto... perdona diluvio performativo epistolare...


 
Scende la sera, solo sale a soffi


Scende la sera, solo sale a soffi

la soffice frescura di un mistero:

la notte si rinnova, eterna notte,

sempre la stessa, e nulla nuovo sempre.

 
Stelle non sono, il buio è ovunque fitto,

il vento è una frescura senza vento,

più nulla è più, e più nulla è il puro nulla,

la luce nelle tenebre si espande.

 
Grata mi è l’ora, oblio trovo a me stesso,

stanchezza del mio esistere qui, ora:

consola il canto silenziosamente

chi solo nel silenzio ha il suo sublime.

 
Sparire con i soffi, dileguare,

non esser mai, non esser più, svanire,

inganno della mente eppure pace

non illusoria mai, non più sperare.

 
Guarda, s’incurva il cielo come un arco,

colomba cova calma oltre il confine:

s’ogni cammino d’uomo ha la sua fine,

tra questa pace il mio confine varco.

 Paolo Melandri, 22 ottobre 2013