“Manifestare è un diritto, ma sono inaccettabili gli attacchi al ministro Kyenge” aggiungono poi i Giovani Democratici di Ferrara, che ritengono “doveroso condannare ogni atto di razzismo e xenofobia trapelato in questi giorni da diverse forze politiche. Ci schieriamo a fianco del ministro Kyenge nel sostenere la necessità di dare cittadinanza a tutti quei bambini che nascono ogni giorno in Italia da genitori stranieri, regolarmente presenti sul territorio”.
Proprio nel gruppo dei giovani del Partito democratico sono presenti anche ragazzi nati in Italia e non considerati dall’attuale diritto “italiani”, “e sono loro che ogni giorno ci ricordano che l’attuale legge sulla cittadinanza richiede, tra le altre cose, che un ragazzo risieda continuamente nel paese da un determinato numero di anni, il che significa che se una persona torna nel suo paese d’origine anche solo per pochi giorni, ad esempio per ricongiungersi momentaneamente ai propri familiari, perde il diritto di ottenere lo status di cittadino italiano”.
“Per noi – concludono i Gd – cittadinanza significa partecipazione e impegno nella vita collettiva, elemento fondamentale per continuare a vivere in un Paese democratico”.
Da tutt’altra parte si leva invece lo sdegno contrario di chi a quella manifestazione ha partecipato. È il caso di Sergio Baroni, portavoce del Movimento Identità Nazionale che, parlando anche per conto di Fiamma Tricolore e di Forza Nuova si rivolge a Rifondazione e Sel, rei di “seminare odio, a settant’anni dalla fine della guerra”: “le parole “fascista” e “nazista”, di cui pare abbiate una conoscenza storica assolutamente superficiale, e cui vi affidate per semplice mancanza di idee da contrapporre, indicano la pochezza politica e la rabbia che vi adombra per una manifestazione che si è svolta in maniera civile, senza alcun incidente, e che ha visto una contestatrice (pacifica) addentrarsi tra i nostri manifestanti nell’assoluta indifferenza degli stessi”.
L’esponente di estrema destra rigetta ogni accusa di “fascismo, di nazismo, anche solo di razzismo”. “Si è semplicemente ribadito il concetto – afferma Baroni – che le famiglie italiane devono avere la precedenza sulle aggiudicazioni delle case popolari, degli aiuti sociali, dei posti all’asilo e nei posto di lavoro. E che chi, immigrato, non lavora o delinque, deve essere rimpatriato, senza e senza ma, senza pesare sulle tasche degli italiani già rovinosamente intaccate dall’Europa delle banche e dell’euro”. Baroni chiude minacciando querele “a chiunque ci chiami fascisti e/o nazisti”.....C