Ci sono, tuttavia, differenze rilevanti tra i due e l'influenza esercitata da Avicenna (Ibn Si^na^), tanto sul mondo islamico quanto su quello cristiano, fu di gran lungo più estesa di quella di Alfa^ra^bi^ (e non si può certo negarlo). La filosofia di Avicenna (Ibn Si^na^), del resto è assunta in rappresentanza dei filosofi, più ancora dello stesso Averroè (Ibn Rushd) che Al-Gha^za^li^ tenta di confutare nella sua "Destructio philosophorum" (come è più nota nell'Occidente latino). Nel mondo cristiano, Avicenna (Ibn Si^na^), come Gilson ha dimostrato, ha esercitato la principale influenza sullo sviluppo della Scolastica all'inizio del XIII secolo, ma anche sulle conoscenze scientifiche e mediche, grazie ad opere che furono largamente utilizzate fino ai tempi moderni. Secondo Avicenna (Ibn Si^na^) la dimostrzione dell'esistenza di Dio rientra nella scienza dell'essere e non nella fisica, come sosteneva Ibn Rushd (Averroè). In altri termini, egli preferisce la prova dell'esistenza di Dio che muove dal carattere possibile delle cose del mondo, anteponendola a quelle che si basano su argomenti tratti dalla scienza naturale. Le argomentazioni del filosofo persiano sono articolate e, nel ribadire che gli enti possibili, considerati in se stessi, sono necessari quando essi sono portati all'esistenza a causa di un ente che è assolutamente necessario. Sotto questo aspetto Avicenna nell'evocare la necessità dei mondi o degli enti possibili sembra anticipare le teorie quantistiche e ipotizzare persino l'esistenza di mondi paralleli e di pluralità di dimensioni. La concezione, inoltre, delle emanazioni - certo di orgine neoplatonica o plotiniana - fu mutuata dal pensiero di Alfa^ra^bi^. Avicenna, per concludere, spiega la pluralità degli individui e degli enti della stessa natura, ricorrendo al principio di differenziazione della materia. In altri termini le forme di tutte le cose materiali sono irradiate dall'Intelletto agente, cioè il donatore delle forme. Da queste premesse si muove verso la dottrina avicenniana concernente l'anima e la conoscenza umana, che si ritrova in modo stupefacente in Dante, mentre Duns Scoto, pur ignorando un'opera di Avicenna (Ibn Si^na^), mai tradotta in latino, si colgono tracce del filosofo islamico in tema di analisi metafisiche. Anche per tali ultime ragioni, l'eredità intellettuale di Avicenna (Ibn S^na^) resta notevole ancora oggi.