LA NOTTE DIETRO LA LEGGENDA

 L’autrice ne rappresenta uno originale, soggettivo, aspro, impietoso e diretto. Non è dato sapere se mai verrà tradotto in italiano e pubblicato in Italia. Sarebbe un’occasione impedibile, anche da noi, per riflettere sul nostro passato e rivisitare luoghi comuni duri a venir meno.

Studentessa alla Sorbona, diventata filocinese, si rende protagonista, nel 1967, di un viaggio “militante” a Pechino, in compagnia di Pierre Blanchette. Immersa nella Cina della rivoluzione culturale, finisce per conoscere tutte le tribolazioni della Sinistra proletaria, i suoi dirigenti, i suoi eccessi, i suoi deliri farneticanti e cechi. Si coglie nel racconto un sentimento di delusione, di amaro risentimento, che sfociano nell’odio di se e dell’autodistruzione. Una deriva della ragione e del buon senso che trascina cuore e mente verso un pericoloso traguardo.

Qualcosa di terribile si manifesta tra dogmatismo, misoginia, spersonalizzazione. Un crollo di illusioni, che si traduce nella percezione di una realtà terribile, nella sensazione di vivere un dramma senza speranza, crudelmente grottesco e retorico. Un tempo perduto, ma anche una stagione all’inferno per gli intellettuali in cerca di miti irraggiungibili e spietati. Un sonno dogmatico che genera mostri irrazionali, dal quale troppo tardi ci si sta risvegliando.