Più recentemente, Ferrara fu, con il celebre Italo Balbo, capitale del fascismo, poi, dopo la Resistenza è diventata, con un cambio d’abito degno delle Folies Bergier, feudo comunista- storicamente- almeno fino a Berlinguer… non necessariamente negativo, tutt’oggi, anche dopo il decisivo e regressivo lifting cattocomunista (ed è una delle capitali con il ferrarese Dario Franceschini, ex segretario Pd!,) saldamente al comando.
Questa stagnazione politica ha fatalmente determinato una quasi naturale (e anche legittima in certo senso in democrazia) casta anche extrapolitica, culturale, economica, psicologica e mediatico-giornalistica che coincide oggi con un pericoloso sonnambulismo generalizzato che spiegano le contraddizioni sempre più lampanti di una città sia propulsiva in quanto city of art, ma in caduta libera in tutto il resto.
La variabile psicosociale non è irrilevante, ma decisiva: decenni di non alternanza politica hanno- appunto- reso naturale certa casta a una dimensione: l’opposizione stessa, persino, debole, non è immune dal patto del clan….cosicché, mentre la città è stata a suo tempo tagliata fuori dal boom e il trend della cosiddetta Via Emilia, oggi è sempre più fuori dal nuovo trend netmoderno con arroccamenti ideologici pressochè unici anche rispetto alle altre città rosse.
Qualche breccia è saltata ovviamente con la caduta del muro di Berlino, ma il copione è sempre lo stesso: mezza città da anni si lamenta, ma sono lacrime di coccodrillo: nell’urna, poi, scatta l’ipnosi, e prima dell’urna, certi temi potenzialmente fatali per lo status quo non sono quasi percepiti, o soltanto confusamente, dalle opposizioni stesse.
Brevemente, a parte alcune eccellenze settoriali in ambito culturale, ad esempio le rassegne periodiche Ferrara sotto le Stelle e il Festival Buskers, mentre tutto il mondo cambia, Ferrara va alla moviola, analfabeta sui nuovi scenari postmoderni e dopo Internet. Naturalmente riflette, paradossalmente, anche la crisi irreversibile della sinistra nazionale, incapace di rinnovarsi al passo dei tempi: un paradosso, in quanto, per certo DNA cattocomunista dominante e passatista, Ferrara è appunto direttamente parte in causa con l’ex segretario Dario Franceschini e la sua casta periferica locale.
L’informazione ferrarese riflette soltanto tale trend politico e psicosociale: praticamente non esiste alcuna testata significativa realmente indipendente e culturalmente decente. Analfabetismo postmoderno, elettronico e anche dilettantismo caratterizzano sia la stampa cartacea che quella on line, piuttosta magra comunque a Ferrara: basti pensare che nessun partito ferrarese ha tutt’oggi qualche magazine on line degno di questo nome: mere pagine vetrine, tranne i seguaci di Beppe Grillo (Progetto per Ferrara), attivissimi on line, ma autoreferenti e comunque nessun magazine o quotidiano on line concorrenziale.
A livello di Old Media, la Nuova Ferrara, anche legittimamente ovvio ma ben oltre certa fisiologia naturale, è quasi l’organo ufficiale del Pd: specchio locale della stampa nazionale filo Pd e antiBerlusconi che inneggia alla libera informazione, poi filtra le informazioni -anche quelle culturali- secondo criteri fortemente ideologici; il Resto del Carlino Ferrara è un paradosso: foglio di storica matrice liberale, ma come sempre, ben poco libero e indipendente: filo fascista durante il ventennio, a Ferrara da anni si limita – al passo con le opposizioni di centro destra- ad una timida e perbenista critica allo status quo oggi cattocomunista.
L’audience ferrarese elettorale è quello che è e quindi….. E mai qualche scoop alla Feltri degno di questo nome… Qualche puntura ogni tanto, ma alla fine tutto…. non scorre, tra cappellacci e salamine da sugo (griffe della cucina ferrarese), tanto per intenderci…. Entrambi i maggiori quotidiani, poi, a livello di dibattiti culturali (il Carlino a parte le solite punture con vaccini incorporati..) non vanno oltre la registrazione dell’esistente ufficiale e istituzionale…. Parlarea Ferrara di Futurismo ad esempio o di arte contemporanea non manierista, figurarsi di futurologia o di temi centrali e d’avanguardia nella cultura scientifica contemporanea, è con la stampa ferrarese (e con le Istituzioni) come quasi parlare a delle scimmie….
On line abbiam già detto: sono in rete una protesi istituzionale quale è Cronaca Comune Ferrara, ancor peggio de La Nuova Ferrara, quasi un Network wireless del Pd, e Estense com. Quest’ultima testata invero più aperta…. più attenta anche a certe novità nel panorama culturale ferrarese, ma certamente e politicamente non indipendente, riflesso anch’essa dello spirito ferrarese e anche della storia della sua redazione, sbilanciata a sinistra.
Per i media ferraresi, restano un paio di emittenti televisive, non certamente le peggiori, tipo Telestense, ma notoriamente prossime al centro-sinistra, alcune riviste cartacee settoriali ben poco lette e più per addetti ai lavori e poco altro. Praticamente le uniche voci cartacee dell’opposizione sono i periodici (due tre volte l’anno circa), il Nuovo Corriere Padano del Pdl (ma distribuito gratuitamente e quasi a circuito chiuso) e la recente La Testata sempre degli oppositori grillini. Troppo poco per incidere sugli elettori sia a livello politico che culturale, quest’ultimo aspetto, inoltre, non molto aggiornato se non secondario nel Pdl stesso, settorialmente ecologico per i grillini. Troppo poco…
Tale scarsa attenzione ai media e on line nell’era di Internet comunque la dice lunga sullo stile arcaico dell’opposizione ferrarese….
Praticamente, l’unica voce libera e indipendente, culturale ancor prima che politica e tra l’altro a 360°, non schierata necessariamente con l’opposizione ferrarese, è il quotidiano blog on line di alcuni futuristi ferraresi , supportati ufficialmente dal celebre Graziano Cecchini (ma nulla a che vedere, anzi, con certa mistificazione recente dei media sui cosiddetti finiani futuristici!), l’Asino Rosso, addirittura il primo quotidiano blog futurista del duemila!
S- FERRARA SUPEREVA